MERCOLED 18 GENNAIO 2023
risponde Aldo Cazzullo
Caro Aldo,
il generale Dalla Chiesa stato un grande esempio di uomo mosso da una profonda fedelt e fiducia nelle istituzioni, ha lasciato una eredit morale di servitore dello Stato, a difesa dei valori della giustizia, democrazia e legalit. La fiction lo celebra degnamente.
Benigno Prete
Ho appena finito di vedere ci che ritengo un capolavoro, lo sceneggiato dedicato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Dovrebbero utilizzare questo lavoro nelle scuole, per far conoscere la nostra storia ai ragazzi e far percepire l’abnegazione, fino all’ultimo sacrificio, di uomini e donne per questa nostra Italia.
Michele De Gruttola
Cari lettori,
Anche a me Il nostro generale, la fiction su Carlo Alberto Dalla Chiesa, piaciuta; e gli ottimi ascolti non erano affatto scontati, visto che si raccontava la storia di un uomo uscito tragicamente di scena quarant’anni fa, che tanti tra i nostri ragazzi non avevano mai sentito nominare. Qualcuno non ha apprezzato le frecciate antipolitiche messe in bocca al generale. Ma se c’ qualcuno che ha avuto — purtroppo — ottime ragioni per lamentarsi della politica proprio Dalla Chiesa. Le Brigate Rosse non furono certo un tassello della strategia della tensione, nacquero dai gruppi della sinistra extraparlamentare; ma lo stesso Cossiga ammise che fu imperdonabile non stroncarle sul nascere, e in particolare le incertezze e le esitazioni tra l’arresto di Curcio e Franceschini (1974) e l’escalation di sangue sotto la guida di Moretti. La questione del ritrovamento a rate del memoriale di Moro in via Monte Nevoso pass sopra la testa di Dalla Chiesa; era in corso una faida nel potere italiano, e un generale dei carabinieri non poteva certo muoversi come il capo di una giunta militare, alla politica doveva rendere conto. Soprattutto, Dalla Chiesa fu mandato a Palermo a morire. Isolato, delegittimato, abbandonato. L’intervista a Giorgio Bocca l a confermarlo. Il grande giornalista raccont come fosse entrato nella stanza del generale senza essere fermato da nessuno, senza un controllo di identit, senza una perquisizione; e come poi al ristorante l’uomo che doveva salvare Palermo dalla mafia venisse guardato con sospetto, se non con fastidio. Un po’ tutti hanno riconosciuto i meriti dei produttori della fiction (Stand by me di Simona Ercolani e Rai fiction di Maria Pia Ammirati). Una parola andrebbe aggiunta su Sergio Castellitto: un attore straordinario, capace di diventare Boccaccio e padre Pio, il re malvagio di Narnia e il grande Fausto Coppi.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
Storia
Mattia, il mio gigante buono. La ricerca lo aiuter?
Sono la mamma di Mattia, ragazzo diversamente abile, affetto da disabilit intellettiva. Vedo tantissima pubblicit e tantissime raccolte fondi per le pi svariate patologie, malattie rare, sclerosi multipla ecc ecc. Mi tornano in mente le parole che mi disse il professore della neuropsichiatra infantile del Mondino di Pavia, nel dirmi che Mattia era affetto da ritardo mentale, adesso termine addolcito con disabilit intellettiva. Lui mi disse: Signora, deve solo sperare nella ricerca. Sono passati pi di 16 anni dalla diagnosi, ma non mi sembra ci sia nessuna raccolta per stanziare gli studi di ricerca. Sono male informata o sono attenta a quello che vedo e sento? Perch a loro non destinato uno spiraglio di luce? Perch a loro negato di diventare grandi e non parlo fisicamente? Perch a loro negato di vivere serenamente in societ se non con un supervisore? Perch devono vivere di abbandono sociale? Perch nulla si mette in moto, se non quelle quattro terapie per stimolarli che naturalmente con la Usl arriverebbero alla vecchiaia e quindi dobbiamo ricorrere privatamente. Non voglio puntare il dito contro nessuno, perch ripeto potrei essere male informata, ma se cos non , perch non si aiutano? Che siano figli di un Dio minore palese, ma che siano anche di serie b mi fa rabbrividire. Io amo mio figlio, tutta la mia vita, un ragazzo unico e speciale, per lui spaccherei il mondo. Il mio gigante buono.
La mamma di Mattia
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La mia pensione pi bassa di chi prima percepiva meno di me
Giovanni Piccin , Treviso;
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La difesa dell’ergastolo ostativo
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Il 3 per cento all’agenzia immobiliare? Scandaloso
Lari Parolini
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La vittoria della legalit e dello Stato di diritto
Massimo Marnett
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
DOMENICA – LA STORIA
Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia.
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