La sinistra senza il popolo  la peggiore delle sconfitte

GIOVEDÌ 29 SETTEMBRE 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
è sufficiente una banale calcolatrice per rilevare che la somma dei voti di Pd, 5 Stelle e Azione supera o pareggia i voti del centrodestra (sempre più destra-centro). La somma dei relativi parlamentari è invece largamente inferiore. Autolesionismo o Cecità o Arroganza di chi ha scelto la sconfitta? Secondo me sì. E mi sovviene che se mio padre nel ‘43, pur essendo un fervente cattolico, non avesse scelto di allearsi con i comunisti e i socialisti, la storia sarebbe stata molto più triste per tutti noi. Il pericolo era maggiore? Senza dubbio e incomparabilmente. Ma il principio è sempre lo stesso, per raggiungere obiettivi tattici immediati si devono spesso superare, non solo in politica, divergenze strategiche. Come è avvenuto fortunatamente, con altre persone, in quel periodo.
Pier Luigi Bonanate

Caro Pier Luigi,
Con la calcolatrice non si fa politica. Dire, come viene detto, che «la destra non è maggioranza nel Paese» è un argomento consolatorio per la sinistra ma del tutto errato. La destra ha vinto perché si è unita. «Quel che destra non è» non rappresenta una coalizione. I voti del Pd, dei 5 Stelle e di Azione non si possono sommare. C’è chi non avrebbe votato il Pd se avesse fatto l’accordo con i 5 Stelle, e viceversa. E c’è chi non avrebbe votato Azione se avesse fatto l’accordo con il Pd. La verità è che la sinistra italiana ha subito la sconfitta più netta della sua lunga storia di sconfitte. Molto peggio che nel 1948, quando il Fronte popolare prese il 33%. I voti 5 Stelle non sono voti di sinistra, almeno nel senso novecentesco del termine. Se qualcuno avesse detto non dico a Gramsci e a Togliatti, ma a Ingrao e a Berlinguer che lo Stato e i «ricchi» avrebbero mantenuto i poveri senza necessità che i poveri lavorassero, sarebbe stato zittito come un reazionario. Gli operai comunisti di Mirafiori avevano il mito della produzione e avevano un rapporto competitivo con il padrone: quando la Fiat doveva lanciare un’auto popolare, gli operai della Cgil prepararono in fabbrica la loro «vetturetta»; Valletta li licenziò, poi utilizzò il loro lavoro per fare la 600. Neppure i voti di Calenda possono essere considerati di sinistra. Se si sommano Pd e Azione, si arriva a quel 27% che è il risultato del centrista Macron al primo turno delle presidenziali francesi. Al secondo turno, buona parte degli elettori di Mélenchon e della destra repubblicana hanno sostenuto malvolentieri il presidente pur di sbarrare la strada a Marine Le Pen. Questo in Italia non è accaduto e non sarebbe accaduto se ci fosse stato un secondo turno. Il Pd ha perso il popolo, anzi non l’ha mai avuto. Nel 1994 Sergio Chiamparino fu sconfitto nel collegio di Mirafiori da Alessandro Meluzzi, psicanalista berlusconiano in seguito autoproclamatosi primate d’Italia, eparca di Ravenna e Aquileia e metropolita della scismatica Chiesa ortodossa autocefala. Stavolta il Pd ha perso a Modena, a Pistoia, a Pisa, a Livorno, a Siena (Fratelli d’Italia è il primo partito in Toscana). Ha perso in tutti i modi in cui poteva perdere, con il cuore e con la calcolatrice.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Aziende agricole a rischio di chiusura, aiutateci»

Ricevo l’ennesima telefonata da un amico collega che si lamenta della bolletta della corrente elettrica della sua azienda agricola: 14 mila euro solo a luglio, lo scorso anno era meno di 3.000. Mi dice che ormai è al capolinea. Un altro collega racconta che ha buttato 200 quintali di latte per colpa delle aflatossine, micotossine nel mais e che si presentano quando trovano ambienti caldi ed umidi: avendo superato il limite di legge di 0,050 Ug/ Kg, (ma negli Usa il limite è 500, in Svizzera è di 250). L’agricoltura ha un ruolo primario assoluto, siamo noi agricoltori che teniamo in ordine l’ambiente, i fossi, e la natura stessa. Oggi c’è una crisi talmente potente che il futuro sarà problematico soprattutto per la piccola e media impresa. Prima la pandemia (e già allora si speculò con forti aumenti delle materie prime come soia, mais e altri cereali), poi la guerra e infine la siccità. Si sta lavorando in condizioni ambientali strutturali ed economiche sempre più difficili e moltissimi allevamenti sono a rischio di chiusura. Ormai è una catastrofe, ci vuole un intervento immediato, con un commissario straordinario che sappia prendere in mano subito la situazione. Tutte le filiere del Made in Italy sono in bilico, anche l’industria alimentare sta soffrendo. Ma quello che nessuno sa è che l’Italia è il Paese più virtuoso nel produrre a basso impatto inquinante, pensate solamente al blocco delle biomasse. In agricoltura si può produrre biometano ma gli impianti non li autorizzano. Con i pannelli fotovoltaici sui tetti oggi copriamo solo il 10% della nostra superficie! Aspettare il «solito ministro burocrate» sarà troppo tardi.
Filippo Boffelli

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-09-29 04:28:00,

GIOVEDÌ 29 SETTEMBRE 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
è sufficiente una banale calcolatrice per rilevare che la somma dei voti di Pd, 5 Stelle e Azione supera o pareggia i voti del centrodestra (sempre più destra-centro). La somma dei relativi parlamentari è invece largamente inferiore. Autolesionismo o Cecità o Arroganza di chi ha scelto la sconfitta? Secondo me sì. E mi sovviene che se mio padre nel ‘43, pur essendo un fervente cattolico, non avesse scelto di allearsi con i comunisti e i socialisti, la storia sarebbe stata molto più triste per tutti noi. Il pericolo era maggiore? Senza dubbio e incomparabilmente. Ma il principio è sempre lo stesso, per raggiungere obiettivi tattici immediati si devono spesso superare, non solo in politica, divergenze strategiche. Come è avvenuto fortunatamente, con altre persone, in quel periodo.
Pier Luigi Bonanate

Caro Pier Luigi,
Con la calcolatrice non si fa politica. Dire, come viene detto, che «la destra non è maggioranza nel Paese» è un argomento consolatorio per la sinistra ma del tutto errato. La destra ha vinto perché si è unita. «Quel che destra non è» non rappresenta una coalizione. I voti del Pd, dei 5 Stelle e di Azione non si possono sommare. C’è chi non avrebbe votato il Pd se avesse fatto l’accordo con i 5 Stelle, e viceversa. E c’è chi non avrebbe votato Azione se avesse fatto l’accordo con il Pd. La verità è che la sinistra italiana ha subito la sconfitta più netta della sua lunga storia di sconfitte. Molto peggio che nel 1948, quando il Fronte popolare prese il 33%. I voti 5 Stelle non sono voti di sinistra, almeno nel senso novecentesco del termine. Se qualcuno avesse detto non dico a Gramsci e a Togliatti, ma a Ingrao e a Berlinguer che lo Stato e i «ricchi» avrebbero mantenuto i poveri senza necessità che i poveri lavorassero, sarebbe stato zittito come un reazionario. Gli operai comunisti di Mirafiori avevano il mito della produzione e avevano un rapporto competitivo con il padrone: quando la Fiat doveva lanciare un’auto popolare, gli operai della Cgil prepararono in fabbrica la loro «vetturetta»; Valletta li licenziò, poi utilizzò il loro lavoro per fare la 600. Neppure i voti di Calenda possono essere considerati di sinistra. Se si sommano Pd e Azione, si arriva a quel 27% che è il risultato del centrista Macron al primo turno delle presidenziali francesi. Al secondo turno, buona parte degli elettori di Mélenchon e della destra repubblicana hanno sostenuto malvolentieri il presidente pur di sbarrare la strada a Marine Le Pen. Questo in Italia non è accaduto e non sarebbe accaduto se ci fosse stato un secondo turno. Il Pd ha perso il popolo, anzi non l’ha mai avuto. Nel 1994 Sergio Chiamparino fu sconfitto nel collegio di Mirafiori da Alessandro Meluzzi, psicanalista berlusconiano in seguito autoproclamatosi primate d’Italia, eparca di Ravenna e Aquileia e metropolita della scismatica Chiesa ortodossa autocefala. Stavolta il Pd ha perso a Modena, a Pistoia, a Pisa, a Livorno, a Siena (Fratelli d’Italia è il primo partito in Toscana). Ha perso in tutti i modi in cui poteva perdere, con il cuore e con la calcolatrice.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Aziende agricole a rischio di chiusura, aiutateci»

Ricevo l’ennesima telefonata da un amico collega che si lamenta della bolletta della corrente elettrica della sua azienda agricola: 14 mila euro solo a luglio, lo scorso anno era meno di 3.000. Mi dice che ormai è al capolinea. Un altro collega racconta che ha buttato 200 quintali di latte per colpa delle aflatossine, micotossine nel mais e che si presentano quando trovano ambienti caldi ed umidi: avendo superato il limite di legge di 0,050 Ug/ Kg, (ma negli Usa il limite è 500, in Svizzera è di 250). L’agricoltura ha un ruolo primario assoluto, siamo noi agricoltori che teniamo in ordine l’ambiente, i fossi, e la natura stessa. Oggi c’è una crisi talmente potente che il futuro sarà problematico soprattutto per la piccola e media impresa. Prima la pandemia (e già allora si speculò con forti aumenti delle materie prime come soia, mais e altri cereali), poi la guerra e infine la siccità. Si sta lavorando in condizioni ambientali strutturali ed economiche sempre più difficili e moltissimi allevamenti sono a rischio di chiusura. Ormai è una catastrofe, ci vuole un intervento immediato, con un commissario straordinario che sappia prendere in mano subito la situazione. Tutte le filiere del Made in Italy sono in bilico, anche l’industria alimentare sta soffrendo. Ma quello che nessuno sa è che l’Italia è il Paese più virtuoso nel produrre a basso impatto inquinante, pensate solamente al blocco delle biomasse. In agricoltura si può produrre biometano ma gli impianti non li autorizzano. Con i pannelli fotovoltaici sui tetti oggi copriamo solo il 10% della nostra superficie! Aspettare il «solito ministro burocrate» sarà troppo tardi.
Filippo Boffelli

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, Aldo Cazzullo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version