Dal 1994 vince sempre lopposizione Il governo come capro espiatorio

SABATO 28 GENNAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
perch scrive che dal 1994 in avanti vince sempre l’opposizione? A me pare che vinca sempre la destra, e poi la sinistra s’inventi qualcosa per tornare al potere.
Claudio Francioni Roma

Caro Claudio,
In effetti la destra in Italia storicamente maggioritaria. Per mancava da Palazzo Chigi dal novembre 2011, quando si dimise Berlusconi. normale che ci sia rientrata. Ma gettiamo uno sguardo pi all’indietro. Nel 1994 finisce una breve legislatura, con due governi guidati da Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi, uomini di centrosinistra; si va a votare e vince secco Berlusconi, alleato con i missini e con la Lega Nord. Nel 1996 prevale Prodi, grazie anche alla rottura tra Berlusconi e Bossi. Nel 2001 stravince il Cavaliere. Nel 2006 rispunta Prodi, sia pure di misura (Berlusconi non ha mai concesso la vittoria: entrambe le volte parl di brogli). Nel 2008 nuova netta vittoria della destra. Nel 2013 il Pd di Bersani conquista il premio di maggioranza per poche migliaia di voti. Nel 2018 exploit di Grillo, che veniva da cinque anni di opposizione. Nel 2022 l’unico partito d’opposizione diventa largamente il primo partito; l’altro movimento che esce bene dal voto, i 5 Stelle, lo stesso che ha provocato la caduta di Draghi, o comunque che ha rimosso il primo tassello del complesso puzzle che teneva insieme l’esecutivo di larghe intese; la stima per il premier non si trasformata in consenso politico per le forze che l’hanno sostenuto. Draghi saggiamente non ha fatto un partito. Altri presidenti del Consiglio c’hanno provato: ma sia Rinascimento italiano di Dini, sia Scelta civica di Monti non esistono pi. Lascio ai lettori giudicare se i governi erano scarsi, o se gli italiani considerano il governo come il capro espiatorio dei loro mali. Di sicuro un Paese che nel mondo globale in teoria potrebbe volare nella realt si impoverisce, perde potere d’acquisto, estrae la ricchezza anzich produrla, non riesce a selezionare una classe dirigente all’altezza, fa pochi figli e d loro poche occasioni di lavorare e crearsi un futuro.

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Storia

Quei 100 milioni di lire per danni all’editore fascista

Caduto il regime di Mussolini e finita la guerra, il fascista intransigente e antisemita Telesio Interlandi (1894-1965) gi a capo dell’azienda editoriale-giornalistica che annoverava il quotidiano Il Tevere, la rivista quindicinale La difesa della razza, il settimanale sportivo Il Tifone e quello culturale Quadrivio, chiese un risarcimento, perch la sera del 25 luglio 1943 una folla di romani, radunatasi nella sede della redazione del Tevere prudentemente abbandonata, aveva danneggiato mobili e bruciato carte e giornali. La corte di Appello di Roma riconobbe a Interlandi un indennizzo di 15 milioni. Aveva anche sentenziato che nell’Italia democratica, giornali come quelli diretti da Interlandi avevano perduto ogni valore. Annullata quella sentenza dalla corte di Cassazione per un errore di procedura, altri giudici si occuparono della questione, cambiando avviso. L’azienda di Interlandi era stata rovinata dal Comune di Roma, che, ritornato in possesso dei locali di sua propriet, aveva proceduto alla vendita di tutto il materiale cartaceo dell’azienda rimasto dopo il fal, e aveva distribuito ai vari uffici comunali i restanti oggetti mobili. L’azienda — affermavano i giudici — ben avrebbe potuto continuare a funzionare attraverso un procuratore dello stesso Interlandi e il personale aziendale. E cos nel 1960 Interlandi, non estraneo al giro degli affaristi e degli speculatori che si facevano pagare lautamente per arianizzare gli ebrei perseguitati che bussavano alle loro porte, veniva risarcito con 100 milioni di lire per i danni subiti ad opera di cittadini indignati dalla linea antiebraica del Tevere.
Lorenzo Catania

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