Inizio anno scolastico: gli insegnanti sono felici, perché questo è un lavoro che si sceglie. Lettera

Prof.ssa Floriana Falanga – Ebbene sì. Gli insegnanti sono felici. E lo sono perché questo è un lavoro che si sceglie. Non capita per caso. Questo è un lavoro che si fa solo e soltanto se si decide di dedicare parte della propria esistenza a qualcun altro, alla sua formazione personale e professionale. Lo si sceglie perché la vocazione è più forte dei luoghi comuni. Lo si sceglie perché nulla si riuscirebbe a fare con la stessa passione e determinazione.

Provate a chiudere gli occhi. Ad immaginarvi lì, fuori da quell’aula. Nell’esatto momento in cui varcherete quella porta, tutto cambierà. Acquisirete una nuova essenza, molto diversa da ciò che siete nel quotidiano. È questa la grande magia dell’insegnamento. Riuscire a “svestirsi” di ciò che si è normalmente, e provare a diventare qualcosa di diverso, qualcosa che possa aiutare i nostri studenti ad una crescita costante, sana e soprattutto utile per il loro futuro.

Compito sicuramente non facile. Non facile perché entrano in gioco una serie di fattori caratteriali e personali che è difficile gestire e mediare all’interno di un contesto scolastico. Non tutti sono nati per insegnare. Ogni individuo possiede una particolare sensibilità e predisposizione naturale che lo conduce verso un determinato ruolo all’interno della società. E la strada che porta verso l’insegnamento è sicuramente una delle più tortuose e difficili da percorrere. Sentiero complicato. Molte volte si ha la percezione di ritrovarsi all’interno di un labirinto. Un intreccio di percorsi, all’apparenza piacevoli e facilmente percorribili, ma che quasi sempre nascondono imprevisti, deviazioni che si è costretti ad intraprendere per provare a ricoprire un ruolo così delicato nel miglior modo possibile.

Proprio così…la scelta di diventare insegnante presuppone la ricerca continua di una funzione educativa che sia efficace e duratura. La migliore scelta educativa. Una scelta che rispecchi tutti i basilari elementi di una pacifica convivenza, una convivenza che sia amabile, ricca di sapere, colma di momenti di condivisione. Uno “stare insieme” che porti con sé profumo di casa, di famiglia, di sensazioni positive e rassicuranti.

La scuola è soprattutto questo e noi docenti abbiamo un unico ma fondamentale compito: quello di accompagnare i nostri ragazzi, nel poco tempo che abbiamo, alla ricerca di un posto che sia il “loro posto” nel mondo. In questo contesto diventa quindi importante creare con ogni singolo discente un solido rapporto di fiducia, stabilire una comunicazione che sia efficace e duratura, educarli alla consapevolezza che il mondo esterno, per quanto insidioso e difficile, riserva loro una moltitudine di eventi straordinari, durante i quali potranno dimostrare non solo mere competenze, ma anche mostrarsi come individui formati e consapevoli delle proprie potenzialità.

E allora dico: “Abbracciateli i vostri studenti…tutti! Siate per loro porto sicuro, mano tesa, spalla di supporto. E non solo per sostenerli nei loro momenti di difficoltà, ma soprattutto per spronarli a superare quei momenti, a diventare più forti, a rivestire un ruolo onesto e produttivo all’interno della società.

Trasmettete loro sicurezza, senso del dovere, sottolineando l’importanza di una comunicazione efficace e rispettosa. Insegnate loro il rispetto, la gentilezza, l’arte del perdono così come l’arte della condivisione. Insegnate loro che per ogni sconfitta, per ogni momento di sconforto, ci saranno anche momenti di rivalsa e di successo.

Ditelo ai vostri ragazzi che il mondo che li aspetta è pieno di mani tese, pronte ad accoglierli e a regalare loro un’esistenza meravigliosa. Festeggiate con loro i traguardi raggiunti, sosteneteli nelle sconfitte, asciugate le lacrime di delusione e rimproverateli quando serve. L’importante è non lasciarli soli. Fondamentale non è essere l’insegnante perfetta (ammesso che esista), ma l’insegnante giusta per ognuno di loro!

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