Oggi è suonata la prima campanella per molte regioni e i commenti sono stati numerosi. Il Ministero si dice soddisfatto per quanto fatto fatto in termini di assunzioni in ruolo e supplenze. Punto di vista non condiviso dalle organizzazioni sindacali e da alcune forze politiche. Sia i primi che i secondi puntano il dito sulle cattedre vuote ancora presenti con il numero di supplenti che anche quest’anno raggiungerà cifre non indifferenti.
Questione di numeri? Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi guarda positivo a questo avvio di anno scolastico: “non c’è nessun balletto delle supplenze abbiamo 801mila insegnanti e di questi 91mila sono insegnati di sostegno in deroga, ossia insegnanti che sostengono i bambini in difficoltà e si chiamano ‘in deroga’ perché devono essere fatti anno per anno”.
Poi “abbiamo un tema di 25mila insegnanti che stanno concludendo il concorso. Noi abbiamo fatto 7 concorsi in un anno e mezzo – ha ricordato Bianchi – abbiamo assunto 61mila insegnanti l’anno scorso, 50mila più 25mila li assumeremo entro fine anno e poi l’impegno con l’Europa è di assumerne altri 70mila per l’anno prossimo”.
“Non c’è un problema di cattedre ci sono 40-44mila supplenti ossia il 5% del totale, sono insegnanti che coprono quelle naturali e necessarie situazioni di chi è in malattia, maternità o svolge altra attività politica e sindacale”.
Pertanto, secondo il titolare di Viale Trastevere, i sindacati hanno “lanciato una provocazione per riportare la scuola al centro dell’attenzione. Ma noi abbiamo lavorato per fare le supplenze prima del primo settembre, non dopo come si faceva un tempo”.
Anche il capo dipartimento del ministero, Stefano Versari, interviene: “Partiamo senza i vincoli imposti dal Covid, almeno al momento, ragioniamo in base ai dati che abbiamo adesso i docenti che dovevano essere messi in ruolo sono stati messi in ruolo. In questo momento ci possono essere delle sostituzioni, ma le procedure sono completate. Se nomino una persona e quella persona rinuncia, allora bisogna scorrere la graduatoria”
Narrazione che però non coincide con quella delle organizzazioni sindacali: “Lo avevamo detto in tempi non sospetti, e siamo stati anche troppo ottimisti visti i risultati”, osserva il Segretario generale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile.
Neanche questo anno è stato raggiunto l’obiettivo di coprire almeno il 50% dei posti del personale docente con contratti a tempo indeterminato.
Non sono bastate né le procedure ordinarie (concorsi e graduatorie ad esaurimento), né quelle straordinarie (come quella della I fascia sostegno delle graduatorie per le supplenze) per coprire tutti i posti.
“Si continuano ad ignorare i docenti con almeno tre anni di servizio e quelli inseriti nelle seconde fasce delle graduatorie per le supplenze che continuano con esperienza, e grandi sacrifici a far funzionare le scuole, con un contratto a tempo determinato che in molti casi non copre neanche tutto l’anno scolastico“, sottolinea il segretario Uil Scuola.
“Se anche quest’anno almeno 150mila docenti ancora da nominare, perché precari, c’è poco da stare tranquilli. Se poi la metà sono pure di sostegno direi che c’è un’emergenza in atto da tempo che chi governa la scuola non riesce o non vuole evidentemente affrontare. E i sette concorsi svolti o da svolgere non hanno portato i frutti sperati“, dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
E i presidi, pur con argomentazioni diverse, non si tirano indietro e sottolineano i soliti problemi: “Le criticità della scuola sono sempre le stesse. Accantonata l’emergenza Covid, restano sempre gli stessi problemi. Il primo è che non ci sono tutti i docenti che ci dovrebbero essere. Il ministro si è impegnato– spiega Antonello Giannelli, numero uno ANP-, ma è il meccanismo che non funziona. Circa un quarto di tutti i docenti sono precari, e questo è dovuto al meccanismo di concorsi centralizzati. In tutti gli altri Paesi le assunzioni le gestiscono le scuole, e questi problemi non ci sono. Noi per motivi ideologici non vogliamo attuare questo meccanismo, ma è l’unica soluzione, altrimenti il problema non si risolverà mai”.
Ma è anche dalla politica che si segnalano i problemi legati all’avvio dell’anno scolastico: “da papà mi vergogno perché molte classi per colpa di ritardi burocratici sono senza insegnanti, ma soprattutto non ci sono migliaia di insegnanti di sostegno. E’ una vergogna inaccettabile per un paese moderno“, dice il leader della Lega Matteo Salvini intervenendo all’iniziativa ‘Credo nella scuola’ a Firenze, come riporta l’Ansa.
“Anche quest’anno troppi docenti non sono stati ancora nominati. I numeri dicono che circa 200.000 docenti oggi non saranno in cattedra e quindi molte scuole iniziano con orario ridotto”, tuona Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, deputato di FdI, che evidenzia i problemi legati al sostegno: “Sono sdegnato come italiano di questa stanca ripetizione di errori e negligenze prevedibili quanto apparentemente ineludibili. Nel mio codice etico i diritti dei più fragili rientrano tra i valori non negoziabili e trafiggono l’appartenenza politica. Qualsiasi Governo verrà dovrà smetterla di ridurre tutto a fredda procedura legislativa, qui occorre recuperare un’anima, mettere alla prova la propria umanità”.
“Il ministro solo qualche giorno fa aveva dichiarato che non ci sarebbero stati problemi per il reclutamento dei docenti, ma la realtà ci racconta un’altra storia: sono migliaia le cattedre vacanti, sei mila solo nel Lazio. per di più ci sono diverse segnalazioni di errori nelle graduatorie. Era prevedibile e non è stato fatto nulla. Vanno rivisti i criteri di assegnazione, intanto però poteva essere prorogato l’organico covid”, spiega il deputato Manuel Tuzi, capogruppo M5S in commissione Cultura e Istruzione di Montecitorio.
, 2022-09-12 17:44:00, Oggi è suonata la prima campanella per molte regioni e i commenti sono stati numerosi. Il Ministero si dice soddisfatto per quanto fatto fatto in termini di assunzioni in ruolo e supplenze. Punto di vista non condiviso dalle organizzazioni sindacali e da alcune forze politiche. Sia i primi che i secondi puntano il dito sulle cattedre vuote ancora presenti con il numero di supplenti che anche quest’anno raggiungerà cifre non indifferenti.
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