Insegnante decapitato in Francia, al via il processo a sei alunni: sono accusati di aver spiato il professore e di averlo poi indicato allassassino

Oggi, davanti al tribunale minorile di Parigi, è iniziato un processo di rilevanza internazionale. Sei ex alunni della scuola di Samuel Paty, l’insegnante di storia e geografia brutalmente ucciso il 16 ottobre 2020, sono chiamati a rispondere delle loro azioni.

Paty, ricordato per il suo impegno nella didattica, venne assassinato nella banlieue parigina, una tragedia che ha scosso l’intera comunità educativa e oltre.

Gli ex studenti, ora sotto processo, sono accusati di aver avuto un ruolo nel tragico destino di Paty. Coperti dai loro cappotti, sono giunti in tribunale per un processo a porte chiuse, che si protrarrà fino all’8 dicembre. Si tratta di un caso delicato, che tocca temi sensibili come la sicurezza nelle scuole, l’estremismo e la vulnerabilità dei giovani alla radicalizzazione.

Paty fu vittima di Abdoullakh Anzorov, un rifugiato russo di origine cecena, in un atto di violenza che ha sconvolto la Francia. L’insegnante venne pugnalato e decapitato vicino alla scuola dove insegnava, a Conflans-Sainte-Honorine. L’omicidio, di matrice estremista, ha sollevato interrogativi sulla sicurezza degli insegnanti e sulle dinamiche di radicalizzazione nelle periferie urbane.

Le accuse nei confronti degli ex alunni sono gravi: sorveglianza e spionaggio del professore, nonché complicità nell’indicare la vittima all’assassino. Il caso si complica ulteriormente con la menzogna di una studentessa, che falsamente accusò Paty di aver offeso il profeta Maometto, contribuendo ad alimentare l’atmosfera ostile che ha portato al suo assassinio.

Oltre a questo processo, otto adulti saranno giudicati per associazione per delinquere a scopo terroristico e complicità in omicidio a scopo terroristico. Questi processi sono previsti di fronte alla corte d’assise speciale di Parigi verso la fine del 2024.