L’intelligenza artificiale “prefigura un mondo in cui il progresso non ottimizza più le capacità umane, ma rischia di sostituirle”.
Lo ha detto il premier Giorgia Meloni nel corso del suo intervento all’AI Safety Summit di Londra.
Secondo la presidente del Consiglio l’intelligenza artificiale “è destinata ad incidere marcatamente sugli scenari geopolitici e sugli equilibri attuali, banalmente perché è una tecnologia che può garantire a chi la gestisce e la utilizza un vantaggio competitivo“.
“Credo che correremmo dei rischi enormi se considerassimo questi ambiti come zone franche senza regole”, ha rimarcato Meloni, per la quale l’IA deve essere “incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo“.
Secondo Meloni le applicazioni dell’IA possono portare “grandi opportunità” in molti campi ma anche “enormi rischi” come “meccanismi decisionali opachi, discriminazioni, intrusioni nella nostra vita privata“, fino ad arrivare “ad atti criminali“.
“Gli LLM-Large Language Model – ha messo in guardia la presidente del Consiglio – potrebbero essere utilizzati per produrre armi, danni biologici a bassa tecnologia, attacchi informatici, facilitare la personalizzazione del phishing”. Per Meloni “siamo di fronte a una nuova frontiera del progresso, che per la prima volta rischia seriamente di mettere a repentaglio il principio stesso della centralità dell’uomo“.
Secondo Meloni è molto importante che l’intelligenza artificiale “non crei un divario ancora più grande tra i ricchi e i poveri“.
La presidente del Consiglio ha espresso preoccupazione per la classe media, perché “la verità“, ha spiegato, “è che nell’ampliarsi del divario tra ricchezza e povertà la classe media, già oggi in difficoltà, rischia di essere cancellata“.
Il rischio, secondo Meloni, è che con lo sviluppo di un’intelligenza artificiale senza regole, “sempre più persone non siano necessarie nel mercato del lavoro, con conseguenze pesantissime sulla equa distribuzione della ricchezza“.
L’obiettivo quindi è “garantire un’IA che promuova lo sviluppo e l’inclusione invece che la disoccupazione e l’emarginazione”.
Per Meloni servono “meccanismi di governance multilaterali per garantire barriere etiche all’IA. E questo è lo spirito della ‘Rome Call per l’etica dell’IA’ ospitato in Vaticano nel 2020, durante il quale è nato il concetto di ‘algoretica’. Ovvero dare un’etica agli algoritmi“.
“Siamo chiamati a definire un quadro normativo adeguato se vogliamo sfruttare le opportunità che l’IA può offrirci. Ci vorranno molti passi e aggiustamenti negli anni a venire, collaborazione con i privati, ma innovazione e regolamentazione devono andare di pari passo. Significa che la cosa che deve preoccuparci di più è la nostra lentezza decisionale in rapporto alla velocità di sviluppo delle nuove tecnologie“, ha sottolineato la presidente del Consiglio.
Meloni ha poi sottolineato che l’intelligenza artificiale sarà tra i temi al centro del prossimo G7 a guida italiana. “Lavoreremo su come favorire una governance condivisa, coinvolgendo sia il settore pubblico che quello privato. Intendiamo sviluppare delle ‘guardrail etiche’, un insieme di principi etici da porre alla base del governo dell’IA generativa e le tecnologie correlate“, ha spiegato la presidente del Consiglio.
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