Inter presuntuosa a Bologna, si teme la zona Inzaghi. La lite col Milan per lo stadio

di Daniele Dallera

Da Simone Inzaghi ci si aspetta il piglio del comandante, di chi sa essere guida, leader e capo, di chi ha capito che Milano ha bisogno di un altro passo

Il sorriso di Pioli, la smorfia di dolore di Inzaghi, la Milano del pallone divisa a met, una Champions da giocare, e una da conquistare, quella della prossima stagione. Milan e Inter litigano sul nuovo stadio , andavano a braccetto come due vecchi fidanzati verso una casa comune, poi interessi diversi, nuovi terreni da esplorare, telefonate dal wi-fi difficile, hanno fatto saltare piani comuni: ognuno per la sua strada, anche se quella rossonera al momento pi chiara, in campo, battendo l’Atalanta, e fuori, con opzioni gi rivelate.

Il campo, quello di ieri a Bologna, era fradicio e pieno di tormenti per l’Inter. Per fortuna non c’ nulla di irreparabile. A questi ritmi poi, cos intensi e frenetici, l’ultima spiaggia si sposta sempre un po’ pi in l. Ma per rimediare necessario capire il momento, i problemi, le atmosfere, le facce dei tuoi giocatori, a volte i silenzi, che devono essere interpretati, rivelano stati d’animo profondi. In casa Inter devono stare tutti attenti, a cominciare dalla dirigenza, dove il livello molto alto, alla squadra che, pensate un po’, era data per favorita nella corsa scudetto, ora si ritrova a 18 punti dal Napoli, a Simone Inzaghi, tecnico sicuramente preparato, che ha dimostrato di saper vincere, ma non ha ancora convinto la Milano nerazzurra svelando la sua vera dimensione di allenatore: da Coppa Italia-Supercoppa o da scudetto? In base all’esperienza vissuta c’ chi teme la zona Inzaghi, guarda caso nata l’anno scorso con il Bologna, coincisa con la fuga del Milan verso lo scudetto, interpretato ancora adesso da una larga maggioranza nerazzurra e dai salotti milanesi che contano, come un generoso regalo dell’Inter.

Ieri la lezione di calcio impartita da Thiago Motta, inaspettata dopo la felice prestazione di Champions contro il Porto, squadra vera, squadra molesta (potrebbe ancora esserlo nella partita di ritorno, quell’1-0 dell’andata non garantisce nulla), ripresenta i confini, la cornice, di quella zona Inzaghi che contempla paure, ansie e cos poche certezze: da qui in avanti, ci deve essere lo scatto, la reazione, la svolta, per agevolarla testa e cuore dei giocatori sono fondamentali, ma facce, gambe e idee, un inno alla presunzione, non possono essere quelle di ieri. E da Simone Inzaghi ci si aspetta il piglio del comandante, di chi sa essere guida, leader e capo, di chi ha capito che Milano ha bisogno di un altro passo, quello mostrato contro il Porto dove il coraggio si ben miscelato con l’intelligenza.

27 febbraio 2023 (modifica il 27 febbraio 2023 | 07:32)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, , http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version