Intercettazioni, Lodolo DOria: Non usarle per reati in ambito scolastico. Più attenzione ai metodi correttivi e pedagogico-educativi

Il medico ed esperto di burnout nella scuola Vittorio Lodolo D’Oria ha scritto un articolo su Lab Parlamento sul tema dell’uso delle intercettazioni a scuola per indagare su eventuali misfatti.

Lodolo D’Oria sostiene che questo metodo non è adeguato per analizzare la complessa realtà scolastica, poiché rischia di manipolazione o errata interpretazione delle immagini. Lo studioso ha menzionato un caso di una maestra che è stata intercettata per due mesi ma è stata successivamente assolta.

L’esperto sostiene che il dirigente scolastico avrebbe dovuto agire utilizzando i vari strumenti a sua disposizione, come il controllo, la vigilanza, l’affiancamento, l’accertamento medico, l’ispezione, il provvedimento disciplinare o la sospensione cautelare.

Lodolo D’Oria ha anche evidenziato la mancanza di know-how pedagogico-educativo degli inquirenti e il rischio di manipolazione, anche non volontaria, delle intercettazioni. Per Lodolo D’Oria sembra esserci una correlazione positiva tra l’uso delle intercettazioni e il numero di casi di violenza a scuola e che le intercettazioni sono inadatte alla scuola perché rischiano di manipolare la realtà. Egli sostiene che i giudici non visionano mai per intero le centinaia di ore di intercettazioni e che questo risulta in una mancanza di esatta idea della realtà scolastica.

Infine, Lodolo D’Oria ha affermato che questi metodi non sono efficienti poiché trascorrono lunghi mesi tra una denuncia e l’azione. Lo studioso sostiene che dovrebbe essere limitato il ricorso alle intercettazioni a scuola e che ci dovrebbe essere una maggiore attenzione ai metodi correttivi e pedagogico-educativi. “Ben venga, dunque, l’idea dell’attuale guardasigilli Nordio che, supportato dal titolare dell’Istruzione e del Merito Valditara, pensa di limitare il ricorso alle intercettazioni”.

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