Io e i drammi del sesso

di Stefania Ulivi

L’attrice: Porto in scena la storia di un’identit di genere e per farlo ho scelto due giovani attori. Tanti genitori condividono la transizione dei figli

Una madre e una figlia che non vede l’ora di poter essere quello che ha sempre sentito di essere, un ragazzo, Alessandro. Sono al centro della pice La madre di Eva, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Silvia Ferreri, finalista al premio Strega nel 2018, con cui Stefania Rocca debutta nella regia teatrale. Sar dal 28 febbraio al 2 marzo al Teatro Lirico di Milano, il 27 e 28 marzo a Roma al Parioli quindi l’11 e 12 aprile all’Auditorium Parco della Musica. E poi saremo in tourne nella prossima stagione.

Perch proprio questo testo?

Avevo letto il libro perch mi avevano proposto una lettura in teatro sui temi della diversit. Mi piaciuto subito, oltre che per la scrittura, per la capacit di affrontare in modo diretto e sensibile, senza giudizi n pregiudizi, un tema attuale, l’identit di genere. un’occasione di trattare anche la genitorialit. Sono madre, di due adolescenti maschi, non sempre facile rapportarsi. Vorresti insegnargli qualcosa poi ti accorgi che sei tu che impari da loro.

Come passata dal romanzo allo spettacolo?

Ho acquistato di diritti del romanzo e poi ho lavorato da sola a un adattamento multimediale. L’idea era di raccontare attraverso diversi linguaggi: teatro, cinema, narrazione. La diversit ai miei occhi ricchezza, una creativit, un linguaggio fluido. Mi servito molto il contatto con associazioni di genitori e figli e figlie che vivono questo percorso di transizione, un viaggio di amore e sensibilit da cui ho appreso molto. E che mi ha dato una forza incredibile, spero la senta anche il pubblico. Per Alessandro la transizione un percorso che modifica il corpo, non l’identit. nato uomo: non c’ un prima e un dopo. Per la madre, condizionata da un pregiudizio ancestrale, la transizione un calvario ingiustificato oltre a essere un insulto al “frutto del suo seno”. Non una donna bigotta ma ha paura. Paura che sua figlia soffra troppo, paura che venga giudicata, paura che la vita per lei possa essere pi difficile. Fa fatica a accettare la realt.

In scena con lei i giovanissimi Bryan Ceotto e Simon Sisti Ajmone. Perch due attori per la stessa parte?

Abbiamo cercato a lungo il ragazzo che potesse interpretare Alessandro. Mi hanno folgorato entrambi, sono esordienti, molto bravi. Essendo in due si alterneranno nel ruolo, gi nelle prime repliche e poi nella tourne. Ognuno porta la sua esperienza, le sue sfumature. Sembrano quasi due spettacoli diversi.

Si parlato molto di identit di genere di recente, il tema rimbalzato anche dal palco di Sanremo, ha toccato persino una procura. C’ un clima di transfobia nel nostro paese?

Credo che nella societ ci sia molta paura di perdere le certezze su cui si fondata per molto tempo. Oggi il tema dell’identit di genere divide ma ricordiamoci che successo in latri momenti in cui ci si divisi in tema di diritti civili. Sono figlia di genitori separati, all’epoca un divorzio — che era vietato fino al 1970 — era considerato un fallimento. Oggi molto cambiato. Ogni generazione ha avuto la sua battaglia, la societ in continua evoluzione. E il tema dell’identit, della ricerca di capire chi siamo, pi universale che mai.

Ma accettare il diritto dell’altro di esprimere la propria natura non pare scontato. Di recente il presidente del Senato ha dichiarato che gli dispiacerebbe avere un figlio gay.

Mi sembra che si ritorni al discorso della paura e la mancanza di strumenti di conoscenze per le famiglie. L’identit una cosa profonda, non ha nulla a che fare con un capriccio o l’influenza di cattivi esempi. Credo che la cosa pi importante per un genitore dare fiducia a figli e figlie. Credere in loro.

Si confrontata per lo spettacolo con i suoi figli?

Ne abbiamo parlato in casa, s. Come di tante cose. Mi sembra che i ragazzi oggi non hanno pregiudizi, l’importante ascoltare e dare loro gli strumenti per farsi un’opinione.

La madre di Eva potrebbe diventare un film?

S. Ho scritto un soggetto presentato con una coproduzione internazionale che ha ricevuto l’approvazione. Speriamo.

in sala con La primavera della mia vita. E il 2 marzo lo sar con L’uomo che disegn Dio di Franco Nero.

Con Colapesce e Di Martino sono una manager un po’ pazza che fa cose folli, tipo pescare in ufficio. il bello del mio lavoro. Cambiare prospettiva aiuta. Credetemi.

24 febbraio 2023 (modifica il 24 febbraio 2023 | 20:37)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, , http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version