Ipotesi polo riformista con Sala, Di Maio e Carfagna. Il ruolo di L’Italia c’è

di Franco StefanoniIl sindaco di Milano corteggiato ma ancora in attesa di risposte. «Ci venderemmo la casa per averlo», dice Falasca coordinatore dell’associazione. La disponibilità in quota M5S, Iv, +Europa Torna a circolare l’ipotesi, già trapelata mesi fa e poi smentita, della possibile formazione di un polo riformista di cui potrebbe far parte il sindaco di Milano Beppe Sala e il ministro M5S Luigi Di Maio. Colloqui tra i due, poi tra Sala e il ministro Roberto Cingolani, anche con Carlo Calenda che tuttavia al momento non avrebbe lasciato intendere di aderirvi, più contatti con Mara Carfagna di Forza Italia. Laboratorio di questa strategia l’associazione L’Italia c’è, composta da attivisti di vari partiti, su tutti Italia viva ed ex di +Europa. Tra questi, Piercamillo Falasca che ne è il coordinatore nazionale (è stato consigliere della ministra Carfagna), Gianfranco Librandi, Gennaro Migliore, il sindacalista Marco Bentivogli, oltre a contatti con l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti e con l’ex ministra Teresa Bellanova. L’Italia c’è, con circa 2 mila iscritti dichiarati e con al vaglio programmi di fund raising, sta battendo il territorio per coinvolgere politici locali, associazioni ambientaliste e studentesche. Viene descritta come start up, piattaforma culturale e politica, sostenitrice dell’Agenda Draghi, dove parlamentari ed esponenti di partito coinvolti resterebbero nei partiti a cui sono iscritti. In preparazione una prima presentazione a settembre. «Confermo le interlocuzioni in corso, l’interesse di Carfagna, di Di Maio e di altri», dice Falasca al Corriere, «quanto a Sala, ci venderemmo la casa per averlo con noi. Il suo modello Milano, l’approccio europeista, la visione sociale avanzata sono elementi che ne fanno un collante politico. Ma noi siamo solo aggregatori, lui è sindaco e tale resterà, è già capitato che ruoli di leadership vengano svolti senza essere eletti in Parlamento». L’eventuale nuova formazione «popolare, liberal democratica, ambientalista e sociale», per dirla usando proprio le parole di Sala all’indomani delle ultime Amministrative, non si chiamerà L’Italia c’è. In teoria da lanciare per le Politiche del 2023 , potrebbe intanto intercettare le fuoruscite di un M5S in crisi. Nel caos attuale in cui il presidente Giuseppe Conte si contrappone al ministro Di Maio, i conti andranno anche fatti con la conferma o meno dei due mandati elettorali che potrebbe provocare scissioni. In tutto ciò Sala è appunto indicato come possibile leader. Sue conferme non ce ne sono. Scettico su formule aritmetiche ma favorevole a «nuove visioni politiche», ha ribadito di voler portare a termine il proprio mandato di sindaco a Milano in scadenza nel 2026. 18 giugno 2022 (modifica il 18 giugno 2022 | 11:47) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-18 09:21:00, Il sindaco di Milano corteggiato ma ancora in attesa di risposte. «Ci venderemmo la casa per averlo», dice Falasca coordinatore dell’associazione. La disponibilità in quota M5S, Iv, +Europa, Franco Stefanoni

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