La Cia, il Mossad, la regia di Bibi: i congiunti contro latomica dellIran

di Guido Olimpio

L’attacco israeliano di sabato a una struttura militare solo l’ultimo episodio. La guerra ucraina riapre anche il fronte mediorientale

Segreti sono i dettagli, non la guerra. Perch le esplosioni che squassano i siti militari iraniani come a Isfahan sono evidenti, documentate persino da video. Cambiano le versioni sulle dinamiche, sugli effetti, a volte anche sui responsabili di azioni ripetute, con qualche pausa, da un ventennio. L’obiettivo sempre lo stesso: rallentare i piani strategici della Repubblica islamica. Dai missili ai droni, dalla tecnologia alla Bomba. Lo hanno ripetuto ieri il premier israeliano Bibi Netanyahu e il segretario di Stato Antony Blinken in visita nello stato ebraico: non permetteremo che Teheran abbia l’arma nucleare.

La promessa congiunta figlia della stretta cooperazione. Il capo della Cia William Burns, l’uomo delle crisi difficili, ha appena visto il capo del Mossad. Nel ristretto spazio del Mediterraneo le forze dei due Paesi alleati provano missioni a lungo raggio con il coinvolgimento degli eterni bombardieri B52 e i dei moderni F35, con in coda tutto quanto potrebbe servire nel caso di un’operazione contro i mullah. Di nuovo: non c’ nulla di segreto, tutto raccontato, compreso il pessimismo sul dossier Iran, anche perch il regime ha scelto di schiacciare le proteste popolari e, nel contempo, di aiutare la Russia nell’invasione in Ucraina. Gli ha fornito i droni-kamikaze, forse domani mander i missili. un confronto che provoca reazioni variabili. In alcune occasioni i lampi che illuminano i cieli iraniani sono quasi ignorati, in altre diventano titoloni. Dipende dal momento.

Sabato a Isfahan sarebbero entrati in azione dei droni, quadrirotori secondo alcune indiscrezioni. Non portano cariche grandi, hanno dimensioni contenute. L’ideale per azioni mirate, gesti dimostrativi. Era gi avvenuto nel 2021 con l’eliminazione di un ingegnere coinvolto in uno dei programmi bellici. Gli iraniani sostengono di averli intercettati, da qui danni limitati su un centro di ricerche o una fabbrica di missili. L’opposto di chi parla di blitz coronato da successo con devastazioni profonde, anche se le foto satellitari non confermano. Ci vuole tempo per capire. Tesi arricchita dall’ipotesi che invece sia stata impiegata un’arma pi potente, capace di perforare la struttura esterna. Quanto agli autori la risposta l’hanno data il New York Times e il Wall Street Journal citando loro informatori: gli israeliani, i soliti sospetti.

Sapere quale sia stato il mezzo non curiosit per specialisti. Se si sono affidati ai quadrirotori vuol dire che ad agire stato un piccolo team, che ha manovrato a distanza senza dover affrontare rischi. Ultimo evento di una serie lunghissima, profonda nei fendenti ma che non ha certo fermato l’Iran. Nel luglio 2001 trovano il cadavere di un colonnello coinvolto nello sviluppo di vettori. nel suo ufficio, ha una pallottola in testa. Nell’aprile 2006 deflagrazioni danneggiano l’impianto nucleare di Natanz. L’anno dopo muore un ricercatore atomico: negano l’omicidio ma poi si parla di avvelenamento. E il 6 ottobre sempre di quell’anno Israele distrugge un reattore in Siria dopo averne seguito il trasferimento dalla Corea del Nord. Il primo agosto 2008 un cecchino piazzato su un’imbarcazione centra un alto ufficiale siriano responsabile di programmi missilistici che si rilassa nella sua villa. A partire dal 2010 la cadenza dei colpi contro gli scienziati si intensifica, gli esecutori spesso si muovono in moto, piazzano ordigni magnetici sulle vetture dei target. Gli iraniani cercano di rispondere con attivit coperte all’estero.

La sequenza ha dimostrato come il Mossad abbia penetrato i tanti cerchi di sicurezza di un Paese in perenne stato di mobilitazione, con una pletora di apparati. Pasdaran, servizi, miliziani, divisioni clandestine. Eppure lo scudo non ha evitato l’uccisione di scienziati e del capo del programma atomico, il furto dell’intero archivio sul nucleare, i sabotaggi in laboratori con bombe nascoste nel mobilio, virus informatici, materiale difettoso. Un alto esponente di al Qaeda stato fatto fuori da un’azione combinata: la Cia ha trovato le coordinate, gli israeliani lo hanno assassinato insieme alla figlia in una via della capitale. Infiltrazioni rese possibile da complicit — ogni cosa ha un prezzo, il denaro fa breccia — e dal supporto di oppositori, disposti a partecipare.

In questa campagna non esistono confini. L’alleanza degli ayatollah con i russi permette all’Ucraina di cavalcare l’episodio di Isfahan, di presentarlo come un favore israelo-americano, anche se in realt ha motivazioni pi mediorientali. Come le hanno i tre raid in successione vicino ad Abukamal al confine Siria-Iraq. Presi di mira militanti filo-Iran e un convoglio di camion su una delle rotte usate dal Teheran per rifornire le formazioni armate amiche.

30 gennaio 2023 (modifica il 30 gennaio 2023 | 22:00)

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