Iran, proteste al funerale di Mahsa Amini, uccisa a 22 anni perché portava male il velo

di Viviana Mazza

Diversi feriti a Saqez, città dove viveva la ragazza, e nella capitale Teheran. E chi è sceso in strada si scaglia anche contro Khamenei

Al funerale di Mahsa Amini, la ragazza iraniana di 22 anni picchiata a morte perché non indossava bene il velo, le donne e le sue coetanee hanno tolto il velo. E hanno gridato: «Morte al dittatore».

Almeno quattro persone sarebbero rimaste ferite dopo che gli agenti di polizia hanno usato i lacrimogeni e disperso la folla, secondo informazioni diffuse sui social che non è possibile verificare. Internet è stato bloccato nella città del Kurdistan. La ventiduenne è morta in ospedale a Teheran: era finita in coma due ore dopo essere stata arrestata perché non rispettava le regole del velo, obbligatorio nella Repubblica Islamica.

«I servizi segreti volevano che la famiglia la seppellisse al mattino presto, quando ancora era buio, non appena il cadavere della ragazza è arrivato nella sua città, Saqez. Ma la famiglia non ha accettato – afferma il blogger Fahramand Alipur, che vive in esilio dopo il suo coinvolgimento nel movimento dell’Onda verde nel 2009 represso nel sangue dalle autorità -. L’hanno seppellita verso le 10.00, quando erano arrivati migliaia dei suoi concittadini». Le proteste si sarebbero anche estese nella capitale provinciale, Sanandaj: un video mostra i manifestanti marciare e si sente il suono di spari.

Molti artisti e personalità del cinema iraniano hanno scritto tweet e post su Instagram contro la «polizia della moralità», accompagnati dall’hashtag «No alla Gashte Ershad» e «no alla violenza sulle donne» e ripetendo il nome di Mahsa Amini: «Ripetete il suo nome, non dimenticate quello che passano le donne iranian e» ha scritto la celebre attrice Taraneh Alidoosti. Il regista premio Oscar Asghar Farhadi si rivolge direttamente alla ragazza, di cui pubblica la foto in coma all’ospedale, ed esprime sconcerto per quanto le è toccato. «Sono disgustato, stavolta da me stesso. Tu sei su un letto d’ospedale, ma sei più sveglia di noi, mentre noi siamo tutti in coma. Noi ci fingiamo addormentati, di fronte a questa oppressione senza fine. Noi siamo complici di questo crimine». Pantea Bahram, grande attrice, pubblica un disegno della morte con la falce appoggiata ad un furgone della polizia e rievoca un episodio di quando aveva quindici anni, quando fu chiamato dalla polizia della moralità che allora si chiamava Komiteh insieme ai cugini, per l’abbigliamento.

Ma la protesta nelle strade si scaglia anche contro il regime e la Guida Suprema Ali Khamenei, come visibile da un video diffuso su Twitter in cui la sua immagine viene presa a sassate.

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Le autorità hanno aperto un’indagine ma il medico forense afferma che potrebbero volerci tre settimane per i risultati dell’autopsia. La polizia sostiene che Amini si è sentita male mentre aspettava insieme ad altre donne alla stazione di polizia, mentre sui social gli agenti vengono accusati di averla picchiata. In precedenza, sempre la polizia aveva attribuito la morte ad un attacco cardiaco, ma la famiglia ha negato che la ragazza soffrisse di problemi di cuore.

17 settembre 2022 (modifica il 17 settembre 2022 | 23:16)

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, 2022-09-17 21:17:00, Diversi feriti a Saqez, città dove viveva la ragazza, e nella capitale Teheran. E chi è sceso in strada si scaglia anche contro Khamenei, Viviana Mazza

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