Irene Pivetti: «Non ho potuto proteggere i miei figli. Oggi vivo con 1000 euro al mese, per un anno ho messo gli stessi jeans»

di Candida Morvillo

È stata presidente della Camera, conduttrice tv, ballerina. Oggi è sotto inchiesta per due vicende legate a commerci con la Cina e lavora in una mensa sociale: «Vivo con 1000 euro, per un anno ho messo lo stesso maglione e lo stesso paio di jeans. Adesso, però, ho imparato a prendere le onde….»

La interrompe prima il cuoco, che le chiede se deve preparare la pizza, poi, una cliente, che vuole prenotare un tavolo per un compleanno. Il telefono, poi, squilla di continuo. «Pronto? Smack ristorante». Irene Pivetti smista con scioltezza il traffico della coloratissima mensa sociale di Monza che gestisce da ottobre. Non sembra la stessa persona che 28 anni fa, giovane e glaciale, ingessata in accollati tailleur, suonava la campanella della Camera dei deputati: «Deputato Bossi, il suo tempo è finito».

La donna che a 31 anni fu la più giovane terza carica dello Stato è alla sua ennesima trasformazione. Prima, c’era stata la stagione da conduttrice tv, di Bisturi! e Tempi Moderni, delle foto con la tutina in latex da Catwoman. Più di recente, due inchieste in cui è indagata – una sulle importazioni di mascherine dalla Cina, un’altra sull’export di Ferrari – ce l’hanno fatta conoscere come imprenditrice dai presunti affari spericolati e da impensati fatturati milionari.

Già quando esordì in tv, era descritta come la donna che visse due volte. Adesso, a quante vite siamo?
«Ora, è certo che sono una donna veramente difficile da uccidere. Mi sono detta: non morirò per via di queste inchieste. Ci sono momenti in cui pensi qualsiasi cosa: la tua vita è a brandelli, la famiglia a pezzi, non hai più soldi e la tentazione di lasciarti andare c’è. Per un anno, ho messo sempre lo stesso jeans e lo stesso maglione, non avevo fisicamente voglia di esistere. Ma ho pensato: se muoio, do ragione a chi mi accusa e io non sono quella di cui scrivono loro. Leggere 45mila pagine che argomentano perché sei un truffatore è orrendo, se non lo sei».

Com’è finita a lavorare in una mensa sociale?
«È un posto che esiste dagli Anni 70, prima come dormitorio della Caritas, poi del Comune. Il ristorante sottostante nasce come mensa e, col tempo, diventa il centro di aggregazione del quartiere, poi chiude. Nel 2020, io avevo dovuto lasciare i miei uffici e sono stata accolta dalla Cooperativa Mac, che si occupa del reinserimento di ex detenuti, disoccupati e soggetti con fragilità. Ho cominciato a collaborare con loro. Quando il Comune ci ha chiesto di riaprire e gestire l’ex mensa, abbiamo accettato, con l’obiettivo di farla tornare un centro di animazione sociale. Questo è un posto dove si mangia con poco, ma anche dove gli anziani vengono a giocare a carte, i ragazzi a fare il doposcuola. Di pomeriggio, riceviamo chi cerca lavoro o aiuto con pratiche sanitarie, fiscali…».

Dove abita adesso?
«Sopra, nel dormitorio. Ho una camera e un bagno. Apro lo Smack alle 6,30, chiudo alle 22,30: trasferirmi qui era la scelta più ragionevole».

Una casa ce l’ha?
«Ho preso una microcasa in affitto a Milano, dove sono stata 15 giorni senza luce, perché per allacciartela, guardano la bancalità e, ora, la mia reputazione è considerata negativa. Per avere la corrente, ho dovuto trovare una persona che garantisse per me».

Come si vive con mille euro al mese?
«Spartanamente. Ma non mi lamento. Io questa storia non l’avrei neanche raccontata, se n’è accorto il giornale locale. Questa vicenda giudiziaria è capitata a me e la si racconta, ma tantissimi restano coin volti in inchieste che finiscono magari in nulla. Intanto, però, ti ritrovi con le aziende polverizzate, la reputazione distrutta».

I suoi due figli come l’hanno presa?
«Hanno 22 e 24 anni, la grande è sposata, il ragazzo studia all’estero. Una vicenda simile stravolge la famiglia e mi sento in colpa verso di loro perché non ho potuto proteggerli».

Qual è stato il momento più duro?
«L’inizio. All’inizio, non puoi crederci, pensi che sia un errore, pensi: ora si accorgono che hanno sbagliato. E doloroso è sentire un mare di odio di cui non sai farti una ragione. Ai miei figli, ho detto: non dobbiamo cedere alla rabbia né covare rancore, non dobbiamo lasciarci cambiare».

A settembre, la Cassazione ha confermato il sequestro di 3,5 milioni di euro per l’inchiesta sulla vendita delle Ferrari. L’udienza preliminare ci sarà il 25 gennaio. Se dovessero archiviare, lascerà la cooperativa? «Spero che non mi caccino. Credo nel terzo settore: non fare utili ma l’utile sociale è quello che serve per affrontare la crisi che attraversiamo. Ma l’archiviazione non ci sarà: si sono mosse troppo Procure. Però, sono serena: la fede mi dà pace. Io sento di aver ricevuto una grazia da San Giovanni Paolo II, lo prego sempre, ma non gli chiedo che questa storia finisca. Gli chiedo: fammela vivere in pace. Intanto, la mia vita continua. Ho fatto un ragionamento: la tegola mi ha colpito a 58 anni, un processo dura in media un decennio, è pensabile ricominciare a vivere a 70 anni? No».

Perché pensa di aver ricevuto una grazia da Papa Wojtyla?
«La terza volta che lo incontrai, dopo la messa, mi ero già tolta il velo, ma mi fece chiamare e mi abbracciò: una cosa completamente fuori dal protocollo. Ancora oggi, mi dico: perché non gli ho chiesto perché?».

La vera Irene Pivetti è la cattolicissima presidente della Camera, la scatenata donna di spettacolo, la donna d’affari o questa che ho davanti?
«In profondità, penso di essere rimasta fedele a me stessa, a parte la naturale evoluzione che si ha crescendo. Crescere ti evita di stare sulla difensiva. Certo, se rappresenti un’istituzione, hai dei vincoli da rispettare, se fai la conduttrice, usi altri codici. Io sono come una cantante con una grande estensione vocale».

Agli esordi a Montecitorio, appariva così severa che Indro Montanelli scrisse: «Di tutti gli uomini nuovi, il più nuovo e il più uomo è Irene Pivetti».
«Ho elementi marziali nel carattere, rivendico che la mia femminilità sia fatta così, anche se ci ho messo un po’ per capirmi».

Più si copriva, però, più seduceva. Vittorio Sgarbi sosteneva che si fossero invaghiti di lei Paolo Flores D’Arcais, direttore di MicroMega , ed Eugenio Scalfari, direttore di Repubblica .
«Parliamo di uomini d’altri tempi che amano esprimersi con garbo ed eleganza, ma che mi hanno manifestato, al massimo, stima».

L’attenzione era morbosa. Una compagna di scuola raccontò che, da ragazzina, prendeva il tè nuda in veranda.
«L’aggettivo “morboso” è giusto: sui giornali, pullulavano finti amici di gioventù, finti cugini».

In un’intervista, Maria De Filippi disse d’essere gelosa del suo rapporto con il marito Maurizio Costanzo.
«L’avrà detto solo perché narrativamente funzionava. È stato Costanzo a indurmi a fare tv. Da lui, ho imparato l’alfabeto della televisione, la sintesi e la chiarezza estrema».

Come nasce la foto da Catwoman?
«Era una campagna di Radio Montecarlo di cui ero speaker. Ci vestimmo tutti da Super eroi. Mi chiesero: vuoi fare Catwoman? Risposi: certo».

Perché dal 2008 non ha più un programma tv suo?
«La tv finisce. Ero nell’agenzia di Lele Mora, che poi fu indagato e una cosa trascinò l’altra. Dopo, ho fatto l’opinionista. Poi, sei indagato e, ovviamente, sparisci da tutte le agende».

A un certo punto, finì in copertina, in spiaggia, abbracciata al tronista Costantino Vitagliano.
«Fu un’idea di mio marito. Conducevo Bisturi! e il linguaggio dell’intrattenimento è fatto anche di foto. Ma non ho mai travalicato i limiti della volgarità».

A proposito del suo ex marito: lei stupì anche sposando un ragazzo più giovane di dieci anni. Che ne è di Alberto Brambilla?
«Ha la sua vita professionale e il diritto di essere tenuto fuori dalla comunicazione che mi riguarda».

Quando divorziò, disse che non era stata una sua scelta e che non avrebbe avuto un altro uomo. Il tempo l’ha smentita?
«Non sento la mancanza di un amore. La vita fa la sua strada e noi possiamo solo decidere come prendere le onde. Io ho imparato a nuotare in mare aperto».

Quando ha smesso di tingere i capelli?
«Da almeno 15 anni. Li ho tinti fino a Ballando con le stelle . Se uno si sente a suo agio con la tinta, la faccia. Ma certi cliché estetici sono una specie di burka occidentale».

In principio, diceva di sé, «sono prima cattolica, poi leghista, poi donna». Oggi, cos’è e in che ordine?
«Toglierei leghista. Sono prima cattolica, poi madre e poi donna».

Espulsa dalla Lega perché contraria alla secessione, fondò un suo partito. Dal 2001, non è più in Parlamento. Quanto le manca la politica?
«Ho avuto l’onore di servire lo Stato e ho capito che chiunque di noi serve lo Stato. Infatti, rispetto chi mi accusa perché rappresenta lo Stato. La politica non mi manca, la lasciai per fare l’imprenditrice, ma mi è rimasta la lettura politica della realtà: per me, più del profitto, è importante incidere sulla società. Ora, trovo che ci sia della politica, nel senso di spirito di servizio, anche nel lavare le tazze del bar».

3 dicembre 2022 (modifica il 3 dicembre 2022 | 12:31)

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, 2022-12-03 12:33:00, È stata presidente della Camera, conduttrice tv, ballerina. Oggi è sotto inchiesta per due vicende legate a commerci con la Cina e lavora in una mensa sociale: «Vivo con 1000 euro, per un anno ho messo lo stesso maglione e lo stesso paio di jeans. Adesso, però, ho imparato a prendere le onde….», Candida Morvillo

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