Israele, l’ascesa di Ben-Gvir. La destra religiosa (armata) sdoganata da Netanyahu

di Davide Frattini

La destra estrema del seguace del rabbino razzista Meir Kahane è terza dopo moderati e Likud (appaiati). In Israele si è al quinto appuntamento elettorale in 4 anni

GERUSALEMME – La prima volta che gli israeliani sono stati costretti a notare Itamar Ben-Gvir — ormai è ovunque dai dibattiti elettorali ai programmi di cucina dove presenta i suoi peperoni ripieni — è stato nell’autunno del 1995, quando il leader dell’estrema destra aveva 19 anni e da seguace del rabbino razzista Meir Kahane si era presentato in televisione brandendo il logo di metallo della Cadillac governativa: «Abbiamo beccato la sua auto e presto beccheremo lui».

Poche settimane dopo Yigal Amir, un altro ultranazionalista, beccò Yitzhak Rabin con due proiettili prima ancora che su quell’auto potesse salire, un attentato che uccise anche il processo di pace voluto dal primo ministro laburista. Il giovane Ben-Gvir malediceva allora l’accordo con i palestinesi e adesso che l’intesa risulta irrilevante propugna l’annessione dei territori catturati nella guerra dei Sei Giorni (1967). Il suo Potere ebraico (alleato con Sionismo religioso, posizioni omofobe e messianiche) potrebbe conquistare tra i 14 e i 15 seggi quando gli israeliani tornano a votare oggi per la quinta volta in poco meno di quattro anni.

Per ora i sondaggi indicano un altro rischio di pareggio tra il campo moderato guidato da Yair Lapid, premier ad interim, e la coalizione di destra sempre più estrema. Se quei numeri venissero confermati, Ben-Gvir si ritroverebbe al terzo posto e Benjamin Netanyahu, capo del gruppo e del Likud, gli ha promesso il ministero della Pubblica Sicurezza. Un ruolo da sceriffo che già interpreta.

Va in giro con la pistola, gli piace estrarla: contro una guardia araba in un parcheggio a Tel Aviv che secondo lui l’avrebbe minacciato, brandendola verso i palestinesi del quartiere di Sheik Jarrah a Gerusalemme, nonostante fosse circondato e protetto dalla polizia israeliana. Agitato e agitatore: così lo presenta anche lo show satirico Erez Nehederet (Un Paese meraviglioso) dove il Ben-Gvir caricaturale salta di qua e di là, fa ballare il tip tap a Netanyahu a colpi di pistola (riferimento a quanto il leader del Likud si lascerebbe manovrare pur di tornare al potere e chiudere le sue questioni legali) o coccola una tanica di benzina perché da avvocato ha difeso uno dei giovani coloni arrestato con l’accusa di aver dato fuoco alla casa di una famiglia palestinese uccidendo i genitori e un bimbo di 18 mesi.

Cresciuto in una famiglia laica di origini irachene, racconta di aver cominciato ad ascoltare i sermoni oltranzisti di Kahane (di origini americane è stato ucciso da un fondamentalista islamico nel 1990 a New York) dopo un’ondata di attentati palestinesi. E solo un anno e mezzo fa è riuscito a entrare di poco nel parlamento israeliano da cui Kahane era stato bandito per incitamento al razzismo, con gli altri deputati, compresi quelli del Likud, che lasciavano l’aula quando prendeva la parola.

Il discepolo ha stinto qualche atteggiamento — ha detto ai suoi di non urlare più «morte agli arabi» ma «morte ai terroristi» e ha tolto dal soggiorno la foto di Baruch Goldstein che nel 1994 massacrò 29 palestinesi a Hebron — per andare a conquistare anche i voti della destra che non vivrebbe nelle colonie come lui ma ne ascolta il richiamo securitario, mentre i giovani sarebbero attratti dal messaggio anti-sistema. «La sua e quella della coalizione è una guerra contro la modernità di Israele — scrive Yossi Klein Halevi, intellettuale e religioso praticante, che pure da adolescente ha seguito Kahane —. La visione di Ben-Gvir porterebbe alla libanizzazione della società israeliana, alla fine della convivenza pur tesa con gli arabi cittadini del Paese, al collasso dell’autorità centrale e a uno scontro tra milizie rivali».

31 ottobre 2022 (modifica il 31 ottobre 2022 | 22:46)

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, 2022-10-31 22:18:00, La destra estrema del seguace del rabbino razzista Meir Kahane è terza dopo moderati e Likud (appaiati). In Israele si è al quinto appuntamento elettorale in 4 anni, Davide Frattini

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