Italia Viva minaccia Giani: pronti allo strappo in Regione

politica 10 novembre 2022 – 09:30 Chiesto un vertice: «Vogliamo capire se restare col Pd». Lo scontro sulle nomine di Giorgio Bernardini «Un vertice subito, per capire se è possibile andare avanti insieme». La strategia della tensione renziana contagia il Consiglio regionale. E così, dopo aver messo nel mirino Dario Nardella, l’ex premier e i suoi mettono in discussione l’alleanza che sostiene Eugenio Giani: un supervertice chiesto da Iv cercherà oggi di metter ordine al futuro della maggioranza. Sempre che esista ancora: Pd e centristi non sono un’unica cosa e meno che mai, ora, remano nella stessa direzione. L’esito della battaglia potrebbe coinvolgere diverse pedine dello scacchiere del potere a Firenze, in un gioco d’incastri che riguarda il governo cittadino quanto quello regionale. «Stiamo nella maggioranza se questa Regione vuole proseguire sugli impegni presi. In questo momento — ha detto ieri il capogruppo Iv in Consiglio regionale, Stefano Scaramelli — mi sembra che stiano mancando. Giani e il Pd stanno decidendo in questa fase di fare un percorso autonomo e questo comporterà delle valutazioni che faremo nelle prossime ore». Una diffida esplicita. E qual è il «percorso autonomo» di cui parla Scaramelli? Certamente la circostanza che ha fatto saltare il banco è una mancata nomina al Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom). All’esito della votazione a scrutinio segreto di ieri il Pd ha infatti indicato compatto (21 voti) i tre candidati di area del proprio partito. «Da una maggioranza si esce, non si minaccia uscita. O viene sospetto che sia per poltrone», dice il forzista marco Stella. Ma Scaramelli ribalta il piano: «Più perdono voti e più vogliono posti — dice riferendosi agli alleati dem — è una questione di stile. Le persone si scelgono per merito e competenza, non solo per appartenenza». La minaccia renziana incombe ora sui numeri fragili del Consiglio toscano, dove il Pd — senza i due esponenti di Iv — avrebbe un solo eletto di vantaggio sull’opposizione (i dem hanno 21 consiglieri su 40). Qualcuno sussurra da giorni che ci sarebbero consiglieri già pronti al cambio di casacca, circostanza però smentita dal capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli. «Sono disponibile al colloquio e al confronto. Sono convinto — dice il governatore Giani — che sia giusto avere chiarimenti, perché questi risolvono i nostri orientamenti futuri. La convergenza d’impostazione con Iv però c’è, può darne testimonianza la vicepresidente Stefana Saccardi». Non un nome a caso quello della Saccardi che ha raccolto alle ultime politiche un consenso a due cifre nel collegio fiorentino. Sarebbe lei la figura che Renzi agita per la corsa alla guida di Palazzo Vecchio nel 2024. Ma prima ci sono altre partite. Quella delle prossime ore riguarda la nomina del difensore civico, per cui Iv ha messo sul tavolo il nome dell’attuale assessora comunale Titta Meucci. Se ci fosse una fumata bianca Meucci si dimetterebbe dal suo attuale incarico facendo spazio eventualmente a un altro esponente renziano nel governo cittadino: Gabriele Toccafondi? Tuttavia, il borsino della pace è in ribasso: Giani e Nardella sembrano volersi stringere in un sodalizio difensivo. I capigruppo dei due partiti in Consiglio regionale oggi si vedono con il presidente della Toscana per la verifica programmatica su «piano di sviluppo, sanità, piano rifiuti, utilizzo corretto di risorse di bilancio» (qualcuno mormora che possa far capolino persino Matteo Renzi). Ma da Iv continuano a lamentare una questione di metodo: «Non c’è rispetto reciproco», dicono. Una distanza che potrebbe ripercuotersi sulla nomina politicamente più pesante all’orizzonte: quella del nuovo sottosegretario della Presidenza, che Giani effettuerà a breve. 10 novembre 2022 | 09:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-10 08:43:00, Chiesto un vertice: «Vogliamo capire se restare col Pd». Lo scontro sulle nomine,

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