Its Academy, perché in Italia vengono ostacolati? I risultati del rapporto della Fondazione Agnelli

Si è svolto questa mattina, giovedì 5 ottobre, a Milano, la presentazione del rapporto della Fondazione Agnelli dal titolo ITS Academy: una scommessa vincente? L’istruzione terziaria professionalizzante in Italia e in Europa, pubblicato da Milano University Press.

Lo scopo della ricerca è stato quello di analizzare anomalie, differenze e criticità del sistema degli ITS Academy rispetto ai paesi europei presi in esame. Mentre in Svizzera e Germania il peso dell’istruzione terziaria professionalizzante sul totale dell’istruzione terziaria supera, in termini di iscritti, il 40% – e in Francia e Spagna si colloca appena sotto il 30% – in Italia rappresenta poco più dell’1%. Nei 121 ITS italiani (dati del 2022, cresciuti a 146 nel 2023) gli studenti sono circa 25mila, quanti ne possiede un ateneo di medie dimensioni. Ogni ITS ha in media solo 180 studenti, con un forte divario territoriale: 230 studenti al Nord, 170 al Centro e 125 nel Mezzogiorno. Come riferisce il rapporto “le limitate dimensioni sono oggi probabilmente il principale freno a uno sviluppo degli ITS in termini di rilevanza, attenzione, finanziamento e conoscenza da parte delle scuole, delle università, degli studenti potenziali utenti e dei datori di lavoro”.

Sempre secondo l’analisi, un altro ostacolo che limita lo sviluppo degli ITS Academy è la tendenza all’isolamento, che si esprime attraverso la mancata sinergia con l’istruzione secondaria di II grado e l’istruzione terziaria universitaria. Il modesto coinvolgimento della prima danneggia soprattutto i meccanismi di orientamento alla formazione terziaria professionalizzante.

Il rapporto ha anche portato avanti delle proposte:

  • Favorire un maggiore rafforzamento istituzionale e gestionale degli ITS Academy con investimenti permanenti rilevanti;
  • Definire in modo più accurato i profili di uscita degli ITS Academy;
  • Legare maggiormente gli ITS Academy alla scuola secondaria di II grado;
  • Superare la visione monistica e stereotipata della formazione terziaria professionalizzante.

Matteo Turri e Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, ne hanno illustrato i principali risultati, che sono stati poi discussi da Francesca Borgonovi (OCSE), Giovanni Brugnoli (Confindustria), Brunella Reverberi (Regione Lombardia) e Arduino Salatin (Istituto Universitario Salesiano di Venezia). Il Rettore dell’Università di Milano, Elio Franzini, ha concluso i lavori.

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