Juventus sconfitta a Monza: la squadra non crede più in Allegri

di Alessandro Bocci

Ogni partita è peggiore di quella precedente: la Juventus fa sfoggio di mollezza e supponenza. Manca tutto: condizione fisica, orgoglio e la capacità di tirarsi fuori dai guai. Ma Arrivabene conferma il tecnico: «Cambiare una follia»

La Juve è allo sfascio. Lenta, brutta, dentro una crisi di gioco e di nervi che non si ricorda dai tempi di Delneri. La prima sconfitta in campionato è anche la terza in 12 giorni da incubo. Stavolta neppure l’amuleto Landucci, fidato secondo di Allegri, è servito. Max, appollaiato nel box delle tv numero 57, assiste impietrito alla più brutta esibizione della stagione. Gli alibi, sotto forma di 9 assenti, non sono una giustificazione. Manca tutto alla vecchia regina. La condizione fisica, l’orgoglio e la capacità, sempre riconosciuta ai bianconeri, di sapersi tirare fuori dalle situazioni difficili. Invece ogni partita è peggiore di quella precedente. Nell’U-Power Stadium la Juve fa sfoggio di mollezza e supponenza, neanche riesce a mettere insieme due passaggi di fila. Allegri confidava nel rientro di Di Maria e invece l’argentino è il primo colpevole. Il Fideo, sino a quel momento ai margini, reagisce alla marcatura pressante di Izzo con una gomitata che lascia i compagni con un uomo in meno nel momento più buio. In 11 o in 10 è la stessa musica piatta e inascoltabile. La Juve ha due mezze occasioni, con Miretti e Kean, ma il portiere Di Gregorio vive una domenica tranquilla.

La sensazione, brutta, è che la squadra non creda più nell’allenatore. Nell’allenatore ci crede, invece, il Monza. Il cambio in panchina tra Stroppa e Palladino è servito. La prima sconfitta della Juve, anzi l’umiliazione della Juve, coincide con la prima vittoria dei brianzoli, che scavalcano Sampdoria e Cremonese. Gytkjaer, che con i suoi gol aveva regalato la promozione, è decisivo partendo dalla panchina. La sua zampata infila Perin sul primo palo. Berlusconi esulta su Instagram: «Finalmente una grande partita e una grande vittoria».

La Juve non ha reazione. La contestazione dei tifosi è inevitabile. Allegri lascia lo stadio scuro in volto. L’amico Galliani, che gli ultimi minuti li ha seguiti dal Duomo di Monza per paura del pareggio, mette nei guai Max. Sempre più solo. «Zitti e pedalare», dice Landucci, che ha solo un moto polemico nei confronti di Izzo: «Istiga e Di Maria c’è cascato…». La Signora è senza trucco e piuttosto trasandata. A settembre non ha vinto neppure una volta. La Champions è compromessa e in campionato la testa è lontana 7 punti. Il processo al tecnico continua. L’amministratore delegato Maurizio Arrivabene era stato netto nel pre partita: «Cambiare sarebbe una follia. Allegri non ha solo un contratto, bensì un programma. Se cercate un colpevole sono io…». Ma lo scempio di una partita giocata senza anima semina dubbi che potrebbero fare la differenza. Al momento non ci sono segnali che portano all’esonero. La crisi però è talmente profonda che il quadro potrebbe cambiare nelle prossime ore.

18 settembre 2022 (modifica il 18 settembre 2022 | 23:03)

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