di Paolo Tomaselli
È durata poco più di un tempo, conclusa dalla tradizionale invasione di campo dei tifosi, l’amichevole della Juventus contro l’Under 23 a casa Agnelli
La trombetta più convinta risuona dal terrazzo che guarda il campo intitolato a Scirea. A causa dei prezzi elevati e della data anticipata, le tribunette e le zone a bordo campo non sono certo stipate come ai tempi belli, prima della pandemia, quando il crisma dell’invincibilità era assodato in casa Juventus e anche in casa altrui. Due anni senza l’abbraccio appiccicoso ma inimitabile della sua gente (anche se ci sono poco più di duemila persone e non le cinquemila possibili), due anni al ribasso, senza scudetto e nell’ultima stagione anche senza coppe, per la prima volta dopo dieci anni.
Sarà un caso, ma che la Juve senta la necessità di ritrovare se stessa — e senta il dovere di farlo nell’anno del centenario del matrimonio con la famiglia Agnelli — si vede dai piccoli particolari di un rito come quello di Villar, che risale al 1959. Leonardo Bonucci scambia la maglia con un altro capitano storico, Beppe Furino, in sedia a rotelle dopo un grave malore. I tifosi più giovani non lo riconoscono, ma molti di loro oltre allo smartphone hanno carta e pennarello per gli autografi vecchio stile. Il discorso di John Elkann e Andrea Agnelli alla squadra viene pronunciato ai piedi della cappella di famiglia, nel cimitero di Villar: «Nel 2023 sono 100 anni di proprietà, la più lunga di qualsiasi club sportivo — dice Andrea —. Se la Juventus è quella che è, tanto lo dobbiamo a chi sta riposando qui dentro: dal senatore Agnelli, che ha fondato la Fiat, a suo figlio Edoardo, che ha voluto acquisire la Juventus, poi dall’Avvocato e da mio padre. Siamo qui anche come auspicio, per tornare tra un anno con uno o più trofei. Sarebbe il modo migliore per onorare la nostra storia».
John si presta alla lunga trafila delle firme ai tifosi, prima della partitella tra la squadra di Allegri e la Under 23 di Brambilla (2-0 gol di Locatelli e Bonucci, prima dell’invasione di campo anticipata al 3’ del secondo tempo). «Solo se uno conosce il passato è in grado di costruire il futuro vivendo il presente al massimo. Inizia un anno importante nella nostra storia — sottolinea l’a.d. di Exor parlando ai giocatori —: avete una grande responsabilità, è l’anno in cui dovete dimostrare di essere la Juventus. Ora il campionato è più difficile, l’Inter è favorita, è robusta e forte e si è ben strutturata. Ma non dimentichiamo il Milan e la Roma che ha fatto un gran lavoro. Molte squadre si sono rafforzate».
Un concetto che ribadisce anche Massimiliano Allegri con un dribbling dei suoi, quando gli viene chiesto se la Juve sia migliore di un anno fa. Con Pogba ai box e Vlahovic indietro di condizione dopo le cure per la pubalgia, in questo momento Madama che si presenterà a Ferragosto contro il Sassuolo, è quella scesa in campo a Villar con Cuadrado (ieri indisposto) invece di Kean: «D’estate siamo tutti bravi, poi però tra dieci giorni iniziano le partite vere e bisogna switchare e cambiare faccia — spiega Max con l’aria seria —. L’infortunio di Pogba sicuramente ci ha lasciato un po’ a piedi in questo momento, ma non sono un medico: è stata adottata una terapia conservativa, nel giro di 5-6 settimane potrà essere in campo. Bisogna avere fiducia per forza, la decisione è stata quella, poi vedremo se è stata giusta o sbagliata. Vlahovic? È normale che sia indietro, deve trovare tempo di gioco, inserimenti… in dieci giorni migliorerà la condizione, poi per il centravanti basta trovare un gol e cambia tutto». Magari già domenica a Tel Aviv contro l’Atletico Madrid, nell’ultimo test.
4 agosto 2022 (modifica il 4 agosto 2022 | 21:56)
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, 2022-08-04 20:17:00, È durata poco più di un tempo, conclusa dalla tradizionale invasione di campo dei tifosi, l’amichevole della Juventus contro l’Under 23 a casa Agnelli, Paolo Tomaselli