di Andrea Laffranchi
Kekko Silvestre, voce dei Mod, racconta la sua malattia alla vigilia del Festival, dove la band in gara con Lasciami: Attacchi di panico prima dei concerti. Un giorno mi sono svegliato e non riuscivo a piegare le gambe, non uscivo dal letto La band in gara a Sanremo con Lasciami Il leader Kekko Silvestre: Soffro di depressioneNon riuscivo a piegare le gambe, non uscivo dal lettto
Baci e veleno, ricordi e sofferenze, e finalmente il primo giorno senza te. Non una donna la causa della sofferenza che i Mod raccontano in Lasciami, la canzone che portano in gara al Festival di Sanremo. Ho scelto una metafora per lasciare libera l’interpretazione: la fine di un amore per essere universale o di una depressione per raccontare il mio vissuto, racconta Kekko Silvestre, il leader della band.
Quando si accorto di essere depresso?
Il 29 aprile 2021: mi sono svegliato e non riuscivo a piegare le gambe. Pensavo fosse un’influenza ma dopo dieci giorni a letto ho temuto che potesse essere una malattia degenerativa. Mi ha visitato un neurologo e mi ha diagnosticato la depressione.
Un fulmine a ciel sereno?
Ho capito tutto dopo. Da anni avevo attacchi di panico prima dei concerti, ma sono andato avanti negando, mostrandomi forte anche per il senso di responsabilit verso la mia famiglia e i miei genitori. Ho accumulato troppo e il cervello alla fine mi ha bloccato il fisico. La depressione un male oscuro che non si fa vedere e vive dentro di te.
Torni ai primi segnali…
Nel tour del 2017, quello dopo i due San Siro, sentivo le gambe che non tenevano, andavo in confusione… all’ultima data mia madre aveva in mano il rosario… Ho pensato di smettere del tutto. Nei mesi successivi mia figlia Gioia mi ha chiesto pi volte: “Pap perch non canti pi?”. Le dicevo che era per il mal di gola. Mi si stretto il cuore quando la pediatra le ha prescritto un antibiotico e lei le ha detto di darlo anche a me.
E poi?
Dopo due anni altro disco, “Testa o croce”, e un altro tour: ero cos distrutto che accolsi bene la notizia dello stop dei tour per il Covid… La pandemia, invece, mi ha dato il colpo di grazia. Quando sei in quello stato cerchi di tenere solo le cose che ti fanno sentire al sicuro: il solito ristorante, i soliti amici… Il Covid mi ha tolto anche quello. Ci sono stati momenti non semplici, ricordo quando chi mi era vicino mi vedeva con lo sguardo perso nel vuoto… Quindi arrivato il blocco fisico: un mese dopo, l’11 maggio, ho iniziato a curarmi. I farmaci sono il veleno di cui parlo nella canzone. All’inizio li vedi cos, pensi che quelle medicine si diano ai pazzi. Mi vergognavo, ma lentamente sono tornato a vedere i lati positivi della vita.
Adesso come sta?
Non sono guarito, ma il tour dell’anno scorso mi ha lasciato carico di adrenalina e mi ha fatto capire che se stai sul divano non guarisci. Questo mi ha dato il coraggio di affrontare il Festival.
Che aspettative avete?
Sanremo sta tornando ad essere la Champions della musica italiana. Ci confronteremo con artisti che dominano lo streaming, ma del resto noi siamo vecchi, siamo sempre stati considerati cos. Avere Sanremo nel palmars un sogno, ma non vinceremo mai. Ci andiamo per far sapere ai nostri fan che non seguono i social, e sono molti, che ci siamo ancora.
Vi dava fastidio essere bollati come un gruppo musicalmente vecchio?
Se essere vecchi significa riempire stadi e palazzetti allora era una bella cosa… Oggi lo accetto, allora mi dava fastidio che non venissero mai considerati i nostri risultati. C’ sempre stato un pregiudizio verso chi fa musica nazional-popolare, come accade a Ultimo adesso, ma le mode passano, le canzoni restano.
Quarto Festival in 20 anni di carriera. Il primo nel 2005, con la casa discografica che vi aveva abbandonati… Come andarono le cose?
Litigammo perch non ci fidavamo del promoter con cui ci volevano organizzare i concerti estivi. Andammo a quel Sanremo con la nostra auto, in un hotel a 15 chilometri dalla citt… Fummo eliminati la prima sera e me ne tornai a Milano nella notte, incazzato, lasciando la band al Festival a fare le interviste. Che brutto ricordo.
Nel 2011 c’era Emma con voi e Arriver si piazz al secondo posto.
Mi girarono un po’ le palle, ma non perch avesse vinto il maestro Vecchioni. Per noi era il Sanremo del riscatto e avrei voluto sentire “vince il festival… i Mod”.
Nel 2013 podio con Se si potesse non morire…
L’ho vissuto pi serenamente perch sapevo che ci aspettavano nove palazzetti sold out fra Roma e Milano e un tour importante. E poi avevo capito da due anni prima che non conta solo vincere.
29 gennaio 2023 (modifica il 29 gennaio 2023 | 07:05)
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