Kiev deve riparare la rete elettrica e aumentare lo scudo aereo: la guerra è in fase di logoramento

di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

Kiev ammette di avere seri problemi nel trovare ricambi per le strutture elettriche distrutte dai bombardamenti. L’avvicinarsi dell’inverno porta acqua, gelo, neve e fango: complicato andare all’assalto, altrettanto arduo difendersi

Kiev ammette di avere seri problemi nel trovare ricambi per le strutture elettriche distrutte dai bombardamenti. Parliamo di componenti semplici ma anche di quelle costose, le fonti indicano cifre gigantesche che prevedono spese «per centinaia di milioni di dollari». Così la popolazione si ritrova di fatto in prima linea. Qualche alleato si è mosso nel tentativo di fronteggiare l’emergenza, da rimarcare il caso della Germania che ha stanziato 20 milioni di euro destinati all’acquisto di generatori e sistemi mobili. Una goccia in un mare di richieste.

Le difese

Se la missione dei tecnici è di tappare le falle al network che gestisce acqua e luce, quella dei generali è aumentare lo scudo. La difesa annuncia spesso l’abbattimento di cruise, elicotteri, caccia e velivoli. Tuttavia, a giudicare dall’impatto dei raid sulla vita quotidiana, è chiaro che gli ordigni sparati dagli invasori hanno effetto. Per questo l’Ucraina sta investendo nella messa a punto di droni anti-drone: mobilitate le industrie e avviati contatti con compagnie straniere (alcuni programmi sono già in corso). Deve essere garantita la produzione, necessaria una filiera che possa funzionare mentre l’invasione mantiene la sua pressione. In attesa di risposte ci si affida agli aiuti esterni. Venerdì gli Stati Uniti hanno annunciato la prossima spedizione di altri 1.400 Stinger — missili antiaereo lanciabili da un solo soldato — e di 8 sistemi Nasams, due dei quali saranno a disposizione in tempi rapidi, mentre la Spagna manderà batterie di Hawk. È riesplosa, invece, la grana tra Germania e Svizzera. La prima ha chiesto alla seconda di trasferire a Kiev una scorta di proiettili utilizzati dai blindati tedeschi Gepard ceduti da Berlino, ma la Confederazione si è opposta in nome della tradizionale neutralità. Proprio i cannoncini a tiro rapido di questi mezzi si sono rivelati molti efficaci.

Il sabotaggio in Russia

Nella notte fra domenica e lunedì, due elicotteri d’attacco Ka-52 sono esplosi nella base militare di Pskov, in Russia, non lontano dal confine con l’Estonia e a 600 chilometri da quello ucraino. «Una forte esplosione si è verificata all’aeroporto militare Veretye la notte precedente al 31 ottobre», hanno affermato i servizi di intelligence ucraini, senza tuttavia rivendicare il colpo né fornire le cause della detonazione. Un video pubblicato online sembrerebbe tuttavia suggerire il coinvolgimento di una squadra di sabotatori di Kiev — si vede un uomo che prepara un consegno esplosivo nei pressi di un Ka-52 — ma non esistono conferme. «L’esplosione è stata così forte che i pezzi della fusoliera sono stati sparsi nell’arco di 200 metri», ha spiegato Baza, uno dei due canali Telegram a dare per primo la notizia: secondo una fonte anonima russa, gli elicotteri si trovavano a Pskov per riparazioni e non erano in grado di volare. Altri due sarebbero stati danneggiati gravemente, mentre non si hanno notizie di eventuali vittime. Il ministero della Difesa russo non ha commentato, mentre il distretto militare occidentale ha promesso ai giornalisti di fornire maggiori dettagli una volta che sarà chiarita la dinamica dell’incidente.

Ancora l’Iran

Ci sono novità sull’asse Iran-Russia. Fonti ucraine segnalano un’attività ridotta da parte dei droni iraniani negli ultimi giorni, un aspetto legato sia al cielo coperto che a perdite e manutenzione. Teheran però si appresta a garantirne altri 200, gli esemplari arriveranno a bordo di mercantili attraverso il Mar Caspio, con scalo nel porto di Astrakhan. I velivoli — smontati — saranno assemblati in fabbriche russe e magari dotati di «marchio» che li classifica come prodotti locali. A sua volta la Cnn ha rilanciato l’informazione su un robusto «pacchetto» di missili terra-terra, sempre iraniani, che la Repubblica Islamica avrebbe venduto a Mosca. Non è chiaro quando vi sarà la consegna.

Le forze

Gli strateghi scrutano il cielo e il terreno. L’avvicinarsi dell’inverno porta acqua, gelo, neve e fango. Complicato andare all’assalto, altrettanto arduo difendersi quando le linee di movimento sono impraticabili. I soldati, poi, hanno bisogno di equipaggiamento adeguato per resistere in condizioni meteo dure. Sulla carta gli ucraini dovrebbero essere in vantaggio grazie al materiale inviato o promesso dall’Occidente, ma a giudicare da alcune testimonianze c’è ancora molto da fare. La logistica resta un nodo tosto per entrambi gli schieramenti. Mosca, che ha mobilitato quasi 300 mila uomini, ne ha impiegati nel «teatro» bellico circa 82 mila. Il dato è stato fornito dal ministro della Difesa Sergei Shoigu, una conferma della previsione degli osservatori: a loro giudizio l’Armata può gestirne al massimo 120 mila e non è detto abbiano sempre ciò che serve. Sono infatti numerosi i racconti trapelati in rete sulle dotazioni carenti. Non è una sorpresa, bensì la norma. Che la guerra stia vivendo una fase di logoramento lo si comprende anche dal progredire lento delle rispettive offensive, con dettagli operativi non sempre chiari. Nel settore di Kherson Mosca avrebbe ordinato il nuovo sgombero di migliaia di civili dalla riva orientale del Dnipro, mentre l’intelligence ribadisce che gli invasori hanno continuato a rafforzare le postazioni.

1 novembre 2022 (modifica il 1 novembre 2022 | 18:36)

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