«Kobe – Una storia italiana», l’omaggio allo sfortunato campione

di Aldo Grasso

Su Amazon Prime Video un documentario che ha il pregio di inserirsi con un approccio originale: non il campione immortalato nelle sue imprese, ma il lato umano

Radici americane, amicizie italiane. La parabola incredibile e tragica di Kobe Bryant viene approfondita in un documentario di Amazon Prime Video, che punta a rinsaldare la memoria di uno dei più grandi giocatori di sempre dell’NBA, a restituirne un ricordo non solo sportivo, ma umano. Kobe – Una storia italiana vuole innanzitutto essere un omaggio al legame dello sfortunato campione, morto in un incidente in elicottero nel gennaio 2020 insieme alla figlia tredicenne, con l’Italia. Un amore, quello di Bryant per il nostro Paese, nato negli anni dell’infanzia, quando per seguire il padre Joe (cestista tesserato per diversi club italiani), si trovò a girare la penisola tessendo relazioni e calandosi in pieno nelle nostre tradizioni. Dalla passione per «la carbonara e le lasagne» a quella per il Milan, il legame di Kobe Bryant con l’Italia viene filtrato attraverso i ricordi dei compagni di classe di allora, in particolare di Reggio Emilia, sua vera città d’adozione.

In pochi ammettono di aver creduto alla sua ascesa da campione planetario, ma tutti ne rievocano la simpatia e la leggerezza. Il documentario, scritto da Giovanni Filippetto e prodotto da Alessandro Lostia per Indigo Stories, articola tre diversi espedienti narrativi: le interviste (a vecchi amici e personaggi pubblici come Linus o Ettore Messina), i filmati d’epoca come testimonianza autentica del clima e del contesto della provincia italiana degli anni Ottanta e Novanta, e le ricostruzioni con attori che avvicinano il prodotto a una dimensione ibrida del documentario. Nel panorama sempre più ricco di documentari a tema sportivo, Kobe – Una storia italiana ha il pregio di inserirsi con un approccio originale: non il campione immortalato nelle sue imprese, non il racconto della celebrity all’apice del successo, ma il lato umano visto a ritroso, alla ricerca delle radici di un romanzo di formazione dal finale tragico.

28 settembre 2022 (modifica il 28 settembre 2022 | 20:17)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-09-28 19:34:00,

di Aldo Grasso

Su Amazon Prime Video un documentario che ha il pregio di inserirsi con un approccio originale: non il campione immortalato nelle sue imprese, ma il lato umano

Radici americane, amicizie italiane. La parabola incredibile e tragica di Kobe Bryant viene approfondita in un documentario di Amazon Prime Video, che punta a rinsaldare la memoria di uno dei più grandi giocatori di sempre dell’NBA, a restituirne un ricordo non solo sportivo, ma umano. Kobe – Una storia italiana vuole innanzitutto essere un omaggio al legame dello sfortunato campione, morto in un incidente in elicottero nel gennaio 2020 insieme alla figlia tredicenne, con l’Italia. Un amore, quello di Bryant per il nostro Paese, nato negli anni dell’infanzia, quando per seguire il padre Joe (cestista tesserato per diversi club italiani), si trovò a girare la penisola tessendo relazioni e calandosi in pieno nelle nostre tradizioni. Dalla passione per «la carbonara e le lasagne» a quella per il Milan, il legame di Kobe Bryant con l’Italia viene filtrato attraverso i ricordi dei compagni di classe di allora, in particolare di Reggio Emilia, sua vera città d’adozione.

In pochi ammettono di aver creduto alla sua ascesa da campione planetario, ma tutti ne rievocano la simpatia e la leggerezza. Il documentario, scritto da Giovanni Filippetto e prodotto da Alessandro Lostia per Indigo Stories, articola tre diversi espedienti narrativi: le interviste (a vecchi amici e personaggi pubblici come Linus o Ettore Messina), i filmati d’epoca come testimonianza autentica del clima e del contesto della provincia italiana degli anni Ottanta e Novanta, e le ricostruzioni con attori che avvicinano il prodotto a una dimensione ibrida del documentario. Nel panorama sempre più ricco di documentari a tema sportivo, Kobe – Una storia italiana ha il pregio di inserirsi con un approccio originale: non il campione immortalato nelle sue imprese, non il racconto della celebrity all’apice del successo, ma il lato umano visto a ritroso, alla ricerca delle radici di un romanzo di formazione dal finale tragico.

28 settembre 2022 (modifica il 28 settembre 2022 | 20:17)

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Pietro Guerra

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