Fino a ieri lavoravano o studiavano in Ucraina. Iryna aveva un asilo, Marina faceva la ballerina e gestiva una scuola di danza, Valeriia era una analista finanziaria. Adesso è tutto alle spalle, adesso queste donne sono diventate volontarie e incartano, sollevano e smistano pacchi in un immenso capannone alla periferia di Lublino, grande città polacca a pochi chilometri dal confine ucraino. Alcune di loro dormono ospitate da amici polacchi, altre si pagano l’albergo da sole. Hanno lasciato mariti e padri in Ucraina. Vivono buona parte della giornata dentro questo stabile, quasi quindici ore al giorno ad accatastare gli aiuti umanitari che arrivano da tutta Europa. C’è chi fa soltanto un lavoro manuale e chi invece organizza la logistica con i computer. C’è di tutto: pannolini, giubbotti, cibo, spazzolini, materassi, coperte. Dentro il capannone è un continuo andirivieni di volontari che indossano la pettorina gialla dell’associazione «Help Ukraine», nata subito dopo lo scoppio della guerra per organizzare gli aiuti. Nei giorni scorsi è arrivato un grande carico anche dall’Italia, spedito dalle Misericordie di Firenze con un tir e undici pulmini, che poi sono tornati in Italia con trenta mamme e bambini raccolti alla frontiera.
, 2022-03-16 18:20:00, Hanno lasciato mariti e padri in Ucraina. Vivono buona parte della giornata dentro questo stabile, quasi quindici ore al giorno ad accatastare gli aiuti umanitari che arrivano da tutta Europa,
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