di Viviana Mazza
Anche le voci più caute dell’Amministrazione Biden sostengono una linea più aggressiva nella convinzione che Putin non sia disposto a fermarsi se non è sconfitto militarmente
«Vogliamo vedere la Russia indebolita ad un livello al quale non possa fare ciò che ha fatto invadendo l’Ucraina». Le parole del capo del Pentagono Lloyd Austin segnano il cambiamento nella linea della Casa Bianca avvenuto nelle ultime settimane, anche perché — scrive Giuseppe Sarcina in un ritratto sul Corriere — nella «terna di guerra» dell’Amministrazione Biden (Blinken, Sullivan, Austin), il capo del Pentagono era stato finora forse la figura più prudente sull’invio di armi all’Ucraina temendo che ostacolassero i negoziati (fu lui a formulare peraltro la distinzione tra armi «difensive» e «offensive»).
La Russia — ha detto Austin al confine polacco, al ritorno dalla visita con il segretario di Stato Antony Blinken a Kiev — ha subito perdite militari significative, incluse numerose truppe, e il Pentagono sta lavorando per assicurarsi che «non possa rimpiazzare rapidamente queste forze». Quando un giornalista gli ha chiesto di definire gli obiettivi americani, Austin ha replicato che l’Ucraina deve restare un paese sovrano, un paese democratico, capace di difendere il suo territorio sovrano».
Anche al Consiglio di sicurezza nazionale guidato da Jake Sullivan, secondo l’esperto di sicurezza nazionale Alexander Vindman, ci sono state a lungo resistenze all’invio di grossi equipaggiamenti di armi (in particolare aerei dai Paesi vicini) nel timore che possano portare all’escalation. Secondo Vindman, c’era anche alla Casa Bianca chi riteneva che «indebolire un po’ l’Ucraina» potesse spingerla a trattare con il Cremlino. Ma questa visione, basata sulla speranza che Putin si fermi al Donbass o ad una sua parte, sembra sconfessata dalla paralisi delle trattative e dalla convinzione — che ormai sembra prevalere anche tra i consiglieri del presidente— che il leader russo non si fermerà se non verrà sconfitto militarmente in modo decisivo nelle prossime 3-4 settimane. Il presidente Biden e molti membri del Congresso pensano senz’altro anche all’impatto della guerra sulle elezioni di midterm di novembre.
Alla visita americana hanno fatto seguito bombardamenti sulle infrastrutture ucraine e una nuova nota di Mosca che chiede a Washington di non armare Kiev. Oltre alla promessa di aiuti militari per il valore di più di 700 milioni di dollari all’Ucraina e ai Paesi vicini, Blinken e Austin hanno annunciato che verranno inviati gradualmente più diplomatici americani in Ucraina e nel giro di alcune settimane gli Stati Uniti vorrebbero riaprire l’ambasciata a Kiev, che sarà diretta da Bridget Brink, attuale ambasciatrice in Slovacchia.
25 aprile 2022 (modifica il 25 aprile 2022 | 15:50)
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, 2022-04-25 14:03:00, Anche le voci più caute dell’Amministrazione Biden sostengono una linea più aggressiva nella convinzione che Putin non sia disposto a fermarsi se non è sconfitto militarmente, Viviana Mazza