La didattica in aula Teal, il Setting dAula, come progettare e realizzare lapprendimento modulare e flessibile: in allegato il Format di progettazione delle lezioni, le Linee guida, e un modello di aula

L’articolo narra la sperimentazione della didattica in aula Teal e il Setting d’Aula in alcune scuole e, tra queste, l’Istituto “Paciolo-D’Annunzio” di Fidenza (PR) guidato dal dirigente scolastico prof. Ciro Marconi, l’IISS “Carlo Emilio Gadda” di Fornovo di Taro guidato dalla dirigente scolastico professoressa Alessia Gruzza, l’IIS “Enrico Fermi” di Mantova guidato dal dirigente scolastico dott.ssa Marianna Pavesi e l’IIS “Savoia Benincasa” di Ancona guidato dal dirigente scolastico prof.ssa Alessandra Bertini (da poco premiata all’Università d’Urbino per la sua brillante carriera) servendosi anche delle “Linee Guida per l’implementazione dell’IDEA TEAL (Tecnologie per l’apprendimento attivo)”.

Le “Linee guida” sono, come sottolineano gli stessi estensori un documento frutto di «una scrittura a più mani che si avvale dei contributi dei ricercatori INDIRE impegnati nel progetto “Avanguardie educative”, ma soprattutto delle esperienze delle scuole che hanno dato vita al movimento». INDIRE è promotore del Movimento: sostiene le scuole nel loro cammino di autonomia e ha attivato una linea di ricerca specifica il cui primo prodotto è rappresentato proprio dalle “Linee Guida” che nell’articolo richiamiamo insieme alle numerose esperienze delle scuole che qui richiamiamo.

Il TEAL (ovvero Tecnologie per l’apprendimento attivo)

Il «TEAL» (nella sua lingua originale Technology Enhanced Active Learning) è una metodologia didattica, che non è nata in Italia, che vede unite lezione frontale, simulazioni e attività laboratoriali su computer per un esercizio pedagogico e metodologico di apprendimento ricca e basata sulla collaborazione.

La classe TEAL e gli strumenti tecnologici

La classe TEAL – come sottolinea l’Istituto INDIRE – prevede una serie di strumenti tecnologici da utilizzare in spazi con specifiche peculiarità (ad es. ampiezza, luminosità), con arredi modulari e quindi facilmente riconfigurabili a seconda dei bisogni: spazi e tecnologie sono interconnessi.

Il protocollo TEAL e l’aula

Il protocollo TEAL prevede un’aula con postazione centrale per il docente; intorno alla postazione sono disposti alcuni tavoli rotondi che ospitano gruppi di studenti in numero dispari. L’aula è dotata di alcuni punti di proiezione sulle pareti ad uso dei raggruppamenti di studenti. Per sostenere l’istruzione tra pari, i gruppi sono formati da componenti con diversi livelli di competenze e di conoscenze. Il docente introduce l’argomento con domande, esercizi e rappresentazioni grafiche. Poi ogni gruppo lavora in maniera collaborativa e attiva con l’ausilio di un device per raccogliere informazioni e dati ed effettuare esperimenti o verifiche.

Le attrezzature di “base” di una classe TEAL: la nostra EASY TEAL

La didattica TEAL richiede alcuni strumenti di base necessari per poter essere messa in atto, ma non per questo diventa irrealizzabile se non si possiedono gli spazi adeguati e una tecnologia avanzatissima. Bisogna tener presente che l’oggetto di tale metodologia è la didattica flessibile intorno a cui ruotano strumenti tecnologici e non il contrario.

Le attrezzature di base di una classe TEAL: e l’EASY TEAL

Quali sono le attrezzature di base di una classe TEAL? Eccole, in sintesi:

  • Una LIM, sulla quale il docente lancia un concept question;
  • Una postazione internet con connessione wi-fi, come discovery activity se necessaria al tipo di lezione;
  • Una predisposizione flessibile dei banchi che possa facilitare l’attività di cooperative learning.

L’IISS “Carlo Emilio Gadda” di Fornovo di Taro e la sperimentazione

L’IISS “Carlo Emilio Gadda” definisce così cosa rappresenta il TEAL per la scuola “Uno spazio educativo dove l’utilizzo di strumenti tecnologici favorisce la massima flessibilità didattica e metodologica. È il luogo ideale per l’interconnessione con realtà esterne all’edificio scolastico; nel nostro caso l’aula TEAL viene utilizzata per sviluppare episodi d’apprendimento situato con le sedi staccate dell’istituto e con le aziende che collaborano nei progetti di alternanza scuola lavoro”. L’istituto sperimenta il TEAL da alcuni anni ed ha inserito la sperimentazione nel PTOF. Moltissimi i docenti che utilizzano questa metodologia, in particolare nelle discipline scientifiche (matematica, fisica, chimica, scienze naturali) ma anche per le umanistiche. La sperimentazione coinvolge, di fatto, più dipartimenti come sottolineano le “Linee Guida per l’implementazione dell’IDEA TEAL (Tecnologie per l’apprendimento attivo)”. Relativamente al supporto tecnologico, la scuola dispone di un’assistenza interna, quindi non ha avuto necessità di una forma di assistenza esterna.

La metodologia TEAL, svolta in un’aula dedicata

La metodologia TEAL, svolta in un’aula dedicata, ha spinto la scuola ad aprirsi all’esterno, fungendo da ponte virtuale con altri soggetti come le imprese e l’Università. Per realizzare l’aula TEAL, di fatto una Classe 3.0, la scuola ha utilizzato fondi dedicati, in quanto è stata necessaria una ristrutturazione degli spazi, con modifiche strutturali in aule preesistenti per ottenere un ambiente ampio dove collocare diverse postazioni o isole didattiche e la predisposizione di due punti di proiezione con LIM. Gli arredi inseriti sono modulari. L’Istituto svolge anche formazione sul territorio ad altre scuole pari livello, in modalità blended. In termini di strumenti, la scuola utilizza devices personali, tablet e LIM, utilizzati da docenti e studenti per reperire informazioni e condividere pratiche anche in remoto. Le modalità di lavoro è sia a gruppi che individuale.

Le risorse didattiche utilizzate

Le risorse didattiche utilizzate sono di tipo misto (digitali e cartacee), prodotte dai docenti della scuola in collaborazione anche con gli studenti.
Le strategie prevalenti sono la collaborazione attiva degli alunni, creatori di materiali di apprendimento aperti e riutilizzabili; l’uso frequente delle simulazioni, gli esperimenti hands-on, il gioco didattico e il problem solving; l’importanza educativa dell’errore (ogni alunno è libero di sbagliare senza sentirsi giudicato, correggersi strada facendo, imparare da ciò che ha sbagliato); il confronto continuo e costruttivo di opinioni, teorie, proposte, in un allenamento continuo all’ascolto reciproco, al dibattito, alla realizzazione di prodotti multimediali e non, che scaturiscono sempre dalla collaborazione e condivisione di tutti.

Gli ingredienti di una lezione TEAL in ambito scientifico

Gli ingredienti di una lezione TEAL in ambito scientifico, formalizzati dai docenti della scuola, si sottolinea nelle “Linee Guida per l’implementazione dell’IDEA TEAL (Tecnologie per l’apprendimento attivo)”, sono i seguenti:

  • esperimento: la partecipazione attiva dello studente a esperimenti hands-on (anche utilizzando materiale povero o oggetti presi in prestito dalla vita concreta o giocattoli) o a esperimenti simulati (simulatori online o foglio elettronico). Questa parte può essere svolta dall’insegnante (ma solo come esempio, va sempre lasciato spazio allo studente di provare con mano) o dal gruppo classe assegnando compiti precisi oppure in gruppo.
  • gruppi: il lavoro cooperativo con compiti chiari, incarichi assegnati, obiettivi raggiungibili e precise domande di concetto a cui rispondere in tempi prestabiliti (anche tipo gara).
  • discussione: la discussione dei risultati, la formulazione di ipotesi, congetture, il confronto tra studenti e tra studenti e docente, questa parte è il cuore del momento di apprendimento e può essere intervallata da domande di concetto da risolvere singolarmente o in gruppo, da piccole sfide o semplici esercizi per risolvere i quali lo studente può utilizzare tutti gli strumenti informatici o penna, matita, pennarelli, fogli, lavagna, ecc.
  • teoria: la lezione teorica molto breve, accompagnata da casi concreti, esempi video, immagini, serve generalmente da introduzione e ha lo scopo di dare le definizioni e i termini che si utilizzeranno.
  • condivisione: il risultato finale condiviso. Può essere una relazione, un video, la costruzione di un oggetto, la formulazione di una legge, la produzione di materiale aperto e riutilizzabile. Qualunque risultato va condiviso con la classe da parte dei gruppi o del singolo o dell’insegnante a seconda della struttura della lezione. Il tutto viene condiviso sul cloud deputato.
  • verifica: la verifica delle competenze raggiunte e la valutazione delle stesse (se si tratta di una lezione su un argomento specifico si assegna un test o un esercizio, se si tratta di un lavoro cooperativo lungo occorre invece valutare il processo mediante apposite griglie si osservazione). La verifica è preceduta da consolidamento mediante esercizi.
  • divertimento: il piacere di apprendere, e qualche volta, anche il divertimento!

Istituto “Paciolo-D’Annunzio” di Fidenza (PR)

L’Istituto da diversi anni investe moltissimo sulla tecnologia e sul suo uso sapiente. E’ stata realizzata un’aula TEAL con postazioni costituite da banchi modulari e componibili per il lavoro di gruppo e fortemente high-tech, grazie alla presenza di vari videoproiettori interattivi, tutti connessi in rete e collegabili con ogni tipo di device in uso da studenti e professori (tablet, PC/portatili). La cattedra è scomparsa, rompendo il tradizionale schieramento frontale tra docente e studenti. Il nuovo setting d’aula stimola ad una didattica attiva e centrata sullo studente. In particolare, l’aula TEAL e la sua metodologia sono state ibridate come la metodologia del “Flipped learning”. Anche in questa scuola per la gestione dell’aula e delle attrezzature tecnologiche – si legge in “Linee Guida per l’implementazione dell’IDEA TEAL (Tecnologie per l’apprendimento attivo)” – è stato individuato personale ad hoc interno alla scuola. La sperimentazione del TEAL è formalizzata all’interno del PTOF.

Un supporto tecnologico dedicato

Un supporto tecnologico dedicato è stato individuato anche in questo istituto: in parte è in capo al tecnico della scuola e in parte alla ditta esterna che fornisce anche alcuni materiali informatici. Le famiglie hanno partecipato attivamente al percorso di sperimentazione durante il primo anno di attivazione. L’Università di Padova ha seguito e monitorato tutta la sperimentazione. Tra le altre attività di monitoraggio e valutazione effettuate, i cui risultati qui non riportiamo per ragioni di spazio, al termine dell’anno scolastico è stato realizzato un focus group con i docenti coinvolti nella sperimentazione, per analizzare l’esperienza condotta e farne emergere criticità e punti di forza.

La motivazione degli insegnanti, l’insegnamento/apprendimento “significativo”

I dati più significativi emersi sono relativi alla motivazione degli insegnanti, all’insegnamento/apprendimento “significativo” e non nozionistico, ai metodi e alle pratiche di valutazione. Il primo argomento trattato riguardava la motivazione che li ha spinti ad aderire all’iniziativa. Dalla discussione è emerso che solo 2 docenti su 7 motivano la loro adesione per uno specifico interesse sulla metodologia o per una consapevole insoddisfazione nei confronti della lezione frontale, mentre tutti gli altri sono stati mossi dal desiderio di sperimentare una nuova metodologia (“la mia adesione è stata un po’ inconsapevole, però anche il desiderio di provare a sperimentare qualcosa di diverso”, “soprattutto la curiosità di provare qualcosa di diverso, insomma fare lezione in modo diverso”). Si è passati, quindi, a sollecitare i docenti ad esporre quali sono state le principali difficoltà incontrate nell’applicazione della sperimentazione. È emerso che la principale difficoltà è legata all’uso delle tecnologie.

Il clima della classe

Un altro tema indagato è relativo al possibile cambiamento del clima della classe. In sostanza, è stato chiesto ai docenti se hanno percepito un diverso atteggiamento degli studenti nei confronti della scuola, oppure nei rapporti tra di loro e con i docenti, oltreché se loro stessi hanno percepito un cambiamento del rapporto con la classe. Si è passati poi ad analizzare aspetti inerenti al cambiamento del ruolo del docente e allo sviluppo professionale, in particolare cambiamenti nei rapporti fra colleghi indotti dalla sperimentazione. È emerso come fattore rilevante la libera e franca condivisione nel Consiglio di Classe delle esperienze condotte dai diversi docenti, un fattore che, unito a quello del supporto constante del gruppo di ricerca, si è rivelato essenziale (“… condividere con il consiglio di classe penso sia stato notevolissimo.”). Lo scambio della prassi sul territorio, con altre scuole, è stato subito avviato ed i docenti dell’Istituto sono andati nelle scuole interessate a informare e formare altri colleghi.

Il Consiglio di Classe e il confronto sulle strategie

Il Consiglio di Classe ha iniziato il lavoro confrontandosi sulle strategie che già in passato ogni docente utilizzava per coinvolgere attivamente gli studenti ed è emerso un patrimonio di buone pratiche didattiche da condividere ed utilizzare in modo più sistematico. Successivamente i docenti hanno iniziato a programmare e segnare ogni giorno non solo il contenuto delle lezioni ma anche la metodologia adottata, per poter monitorare il percorso, evitare ripetizioni, e anche incoraggiarsi a vicenda. I momenti di frontalità si sono ridotti moltissimo.

Lo spazio per l’aula TEAL

Lo spazio per l’aula TEAL è stato ricavato da un “vecchio” laboratorio di informatica, dove sono stati inseriti arredi modulari e alcune dotazioni tecnologiche (due videoproiettori interattivi, visualpresenter, un dispositivo per ogni alunno). Le pareti sono state ridipinte. La sperimentazione ha richiesto un uso delle tecnologie non eccessivo. Un videoproiettore (o due) interattivo, una connessione wifi e dispositivi personali sono sufficienti per consentire il passaggio da una modalità didattica trasmissiva ad una più attiva e coinvolgente. Il setting d’aula modulare stimola moltissimo la didattica cooperativa.

Le risorse digitali

Le risorse digitali utilizzate sono Internet, software specifici (es. Geogebra), software di scrittura collaborativa e servizi di cloud computing. I contenuti didattici utilizzati sono di tipo misto, in parte prodotti dai docenti e dagli studenti, in parte reperiti in Rete o acquisiti dagli editori scolastici. I principali punti di forza osservati sono il coinvolgimento attivo degli studenti e delle famiglie, il confronto continuo fra i colleghi del CdC, la condivisione di esperienze all’interno del Collegio Docenti, la diffusione dell’esperienza ad altri CdC (da 1 a 6 classi l’anno successivo), il monitoraggio/valutazione dell’esperienza e il continuo scambio/confronto fra docenti e dirigenza sul percorso svolto.

L’IIS “Enrico Fermi” di Mantova       

Secondo il “Fermi”, che ha osservato il metodo TEAL anche negli USA, “una reinterpretazione possibile dello spazio ideato al MIT può essere così descritto: un ampio spazio che sia mediamente l’unione di due aule classiche, un videoproiettore interattivo su ciascun lato dell’aula, le pareti ricoperte di lavagne bianche utili sia alla proiezione che alla scrittura con pennarello, una postazione con maxischermo interattivo, arredo costituito da tavoli modulari e variamente componibili (setting d’aula flessibile), un dispositivo tipo Apple TV per consentire l’interazione totale di ciascun device con ogni sistema operativo.

Il punto di partenza della lezione è il “problem posing”

Sempre in base allo studio di questa pratica, secondo la scuola, nel protocollo TEAL il punto di partenza della lezione è il “problem posing” proposto dal docente. Il lavoro di soluzione (problem solving) è affidato ai gruppi nei quali è stata suddivisa la classe (cooperative learning). Ciascun gruppo – si legge sulle “Linee Guida per l’implementazione dell’IDEA TEAL (Tecnologie per l’apprendimento attivo)” – ha a disposizione una delle lavagne (quaderno di lavoro del gruppo) ed uno dei videoproiettori interattivi. I prodotti finali dei gruppi saranno, generalmente, diversificati sia nei metodi che nelle risposte fornite. L’ultima fase è costituita dalle relazioni dei referenti dei gruppi in plenaria, che vengono proiettate dalle varie postazioni PC-Videoproiettore. Il docente assume il ruolo di tutor durante la fase del problem solving e riassume i risultati elaborati. La scuola ha costituito una rete di scuole sul territorio all’interno della quale si possa sviluppare un’implementazione ottimale della metodologia, peraltro inserita nel PTOF. Circa metà del corpo insegnanti utilizza questa metodologia e frequenta l’aula dedicata; quindi, attività di formazione tra pari sono tuttora in corso per mettere a sistema la pratica (tuttavia tutte le discipline sono coinvolte).

I fondi utilizzati per la sperimentazione

I fondi necessari sono stati reperiti tramite due canali principali: il Progetto “Generazione Web” di Regione Lombardia e l’Associazione “Fermitutti”, fondata dai genitori degli studenti della scuola.

Le tecnologie specificiche dell’aula TEAL al Fermi

Le tecnologie specificiche dell’aula TEAL al Fermi sono le seguenti:  videoproiettori interattivi su ciascuna parete, una postazione con maxischermo interattivo, un dispositivo tipo Apple TV per consentire l’interazione totale dei diversi device degli studenti con ogni sistema operativo. Gli utenti destinatari sono senz’altro gli alunni, protagonisti dell’apprendimento attivo, l’azione è mediata da docenti e tecnici di supporto.

La metodologia TEAL

La metodologia TEAL può essere sviluppata anche al di fuori dell’aula appositamente predisposta, in spazi informali o nei laboratori purché attrezzati con le tecnologie precedentemente descritte. Come già detto, nell’aula TEAL il lavoro deve essere sviluppato con la metodologia del Cooperative Learning. Negli spazi informali può anche essere pensata come un apprendimento individuale o a piccoli gruppi. Nella sua più completa ed elevata espressione la metodologia TEAL dovrebbe potersi applicare a tutte le attività didattiche, nelle varie forme. Per la scuola, le principali risorse didattiche sono reperibili in rete. Per questo motivo uno “spazio TEAL” può essere realizzato solo in un ambiente dotato di WiFi. Risorse didattiche più “tradizionali” quali il libro di testo, il quaderno degli appunti o le dispense del docente, costituiscono “tecnologie” sempre valide ed indispensabili; tuttavia, è auspicabile che possano essere convertite in formato digitale sia per una migliore fruibilità/accessibilità sia per l’archiviazione nel repository d’istituto (che ospita e organizza tutto il materiale raccolto e prodotto negli anni al fine di poterlo riutilizzare).

Il repository

Il repository è organizzato per gruppi disciplinari ed è curato (validazione ed archiviazione) dal Referente del Gruppo disciplinare. Le risorse didattiche digitali utilizzate sono quindi in parte materiali prodotti dai gruppi disciplinari in forma di file con varie estensioni (pdf, Word, .ppt, video lezioni…) in parte prodotti dagli alunni. Parte di questo materiale viene anche reso pubblico nel sito della scuola. L’esperienza della sperimentazione TEAL ha costituito per la scuola un ottimo trampolino di lancio per la motivazione dei docenti rispetto ad un nuovo modo di fare scuola.

La metodologia dell’apprendimento attivo

La metodologia dell’apprendimento attivo ha stimolato anche gli studenti solitamente passivi e svogliati ed ha introdotto le diverse competenze degli alunni ed i vari stili di apprendimento. I costi sostenuti non sono stati rilevanti, certamente l’idea è sostenibile se introdotta gradualmente nella scuola. La formazione dei docenti, la condivisione dell’esperienza all’interno dei gruppi disciplinari e la determinazione dello Staff affinché venga portata a sistema, sono fondamentali per la replicabilità.

IIS “Savoia Benincasa” di Ancona

Per questo istituto il TEAL si declina nell’aula 3.0, gestita da personale della scuola, e nelle aule disciplinari. Le attività che rientrano in una didattica TEAL, per la scuola sono: lavoro cooperativo in piccoli gruppi su simulatori scientifici (anche su Internet) condivisi con il docente e la classe; lavoro di ricerca, brain storming, peer teaching in gruppo; esperimenti hands-on; esposizione e condivisione di risultati o ricerche; elaborazione grafica/video. L’aula 3.0 è stata progettata come uno spazio le cui caratteristiche servono l’apprendimento TEAL, ovvero uno spazio – di grandi dimensioni – versatile e facilmente scomponibile e ricomponibile in diverse conformazioni – altamente tecnologica – bella e colorata. Anche le aule disciplinari (aule in cui si svolgono lezioni di un’unica materia) sono pensate per poter svolgere una didattica in cui lo studente sia il vero protagonista, in cui l’aula aiuti e inviti all’apprendimento attivo: si tratta infatti di aule tecnologiche, il più possibile versatili, in cui la cattedra assume una posizione sempre più periferica, quando non è del tutto assente, colorate e personalizzate da studenti e insegnanti con materiale didattico inerente la disciplina.

Gli alunni creano laboratori di ricerca storico-geografica e attualizzazione dei contenuti, analisi di testi narrativi e poetici e traduzione dal latino

Risulta naturale l’applicazione della metodologia TEAL alle materie tecnico-scientifiche ma è possibile applicarlo  a qualunque disciplina, anche a quelle più legate alla tradizione, come le materie letterarie: gli alunni creano laboratori di ricerca storico-geografica e attualizzazione dei contenuti, analisi di testi narrativi e poetici e traduzione dal latino e confronto con l’italiano e le lingue straniere moderne. I ragazzi partono dal problema storico-geografico, dal testo italiano o latino, li analizzano, li approfondiscono, riflettono su tutti i loro aspetti, e, con la guida del docente, ne  deducono attivamente concetti e regole.

Le dotazioni tecnologiche

Le dotazioni tecnologiche di cui dispone la scuola nell’aula TEAL sono pc personali, LIM e servizi di cloud computing di cui si servono sia gli studenti che i docenti. I materiali didattici di cui si serve la scuola sono sia materiali cartacei e fisici (testi, materiale povero per esperimenti hands-on) sia materiali digitali (risorse reperite in Internet, simulatori di esperimenti scientifici, software specifici per le discipline). Anche in questa scuola si osserva come i tempi per la lezione TEAL si dilatino e sia necessario un ripensamento del calendario scolastico o sessioni di co-teaching, come osservato nella sperimentazione del MIT e delle altre scuole capofila.

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allegato 1 – aula teal

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LINEE GUIDA TEAL

, L’articolo originale è stato pubblicato da, https://www.orizzontescuola.it/la-didattica-in-aula-teal-il-setting-daula-come-progettare-e-realizzare-lapprendimento-modulare-e-flessibile-in-allegato-il-format-di-progettazione-delle-lezioni-le-linee-guida-e-un-modello-d/, Didattica,Metodologie didattiche,Teal, https://www.orizzontescuola.it/feed/, Antonio Fundarò, Autore dell’articolo

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