La docente che ha scritto sui social Hitler aveva ragione si licenzia: la scuola laveva sospesa per dieci giorni

La docente 42enne di origini libanesi che aveva scritto sui social “Hitler aveva ragione” e altre frasi di stampo antisemita ha deciso di licenziarsi e lasciare così il posto di lavoro in una scuola privata internazionale situata nel trevigiano che ricopriva dal 2021.

La notizia è stata data da Il Corriere del Veneto. “Andate all’inferno, Hitler aveva ragione su di voi ebrei”, queste le frasi scritte dall’insegnante lo scorso 7 novembre, poi rimosse dalle stories. Ma ciò non è bastato: gli screenshot hanno iniziato a circolare e la docente si è scusata pubblicamente, dicendo di aver sbagliato perché sconvolta dall’evoluzione della guerra israelo-palestinese.

La scuola l’aveva sospesa per dieci giorni. Ora, scaduto questo lasso di tempo, l’insegnante ha deciso di licenziarsi prima di eventuali ulteriori provvedimenti. L’insegnante potrebbe solo avere anticipato quello che la dirigenza avrebbe comunque deciso di fare.

Le parole della scuola erano state, in quei giorni, molto nette, di totale e assoluta condanna: “Quanto riportato nello screenshot è quanto di più lontano ci sia dai valori in cui crede la nostra scuola come la pace, l’inclusività, la tolleranza, il riconoscimento e il rispetto di ogni cultura e religione. Frasi che istigano all’odio o che minimizzano le sofferenze di individui o gruppi sono inaccettabili in qualsiasi circostanza”, era stato il messaggio del dirigente del corso.

Il ministro contro le discriminazioni razziali

Il ministero dell’Istruzione e del Merito, su impulso del Ministro Valditara si era prontamente attivato chiedendo al legale rappresentante dell’istituto informazioni esaustive e immediate sui fatti e di essere messo a conoscenza delle misure adottate.

“Odio razziale e discriminazioni di ogni tipo sono incompatibili con i principi della nostra scuola che è la scuola costituzionale, improntata al rispetto della persona. Come Ministero metteremo in campo tutte le azioni necessarie a debellare atteggiamenti simili”, così il ministro.

Già in questi giorni, mentre imperversa la guerra tra Israele e Palestina, il ministro ha richiamato più volte alla scuola costituzionale, condannando azioni terroristiche, violente e discriminatorie. Valditara ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera il 2 novembre, nella quale ha parlato dei recenti eventi antisemiti.

“La scuola costituzionale deve fornire gli antidoti contro qualsiasi rigurgito di discriminazione e di antisemitismo. Quella del pregiudizio è la scuola fascista, comunista e di tutti i totalitarismi”, ha esordito.

A questo proposito il capo del dicastero di Viale Trastevere ha parlato del caso di un professore di un liceo di Roma che avrebbe chiesto agli studenti di parlare di attualità a partire dal punto di vista di un compagno di origini israeliane, fornendone le generalità. “Di questo caso specifico non posso parlare, dato che sono in corso gli accertamenti. Posso dire che la direzione scolastica regionale del ministero si è subito attivata ed è stata svolta un’indagine interna alla scuola i cui contenuti sono ovviamente riservati. Le autorità competenti stanno valutando quali iniziative assumere”, ha detto.

Ecco le parole pronunciate dal capo del dicastero di Viale Trastevere sul palco della manifestazione della Lega “in difesa dei valori occidentali del 4 novembre: “La nostra civiltà ha una storia che non nasce ieri, ma ha radici millenarie. Se la persona è al centro della storia non c’è spazio per discriminazioni di sesso, di nazionalità, di razza o di religione. Non c’è spazio per fanatismi intolleranti e violenti. Qualunque essi siano. Non c’è spazio nella nostra società per chi pensa che una donna, un israeliano, un africano, un ebreo, ma qanche un islamico o un cristiano possano essere discriminati. La cultura del rispetto verso la vita, la libertà e la sicurezza, la dignità per ogni essere umano, deve partire dalla scuola. Non ci può essere spazio nelle nostre scuole per prediche o pratiche di violenza, discriminazione o di odio”.

“La nostra società difende le frontiere perché se esistesse un diritto di immigrare sarebbe travolta la democrazia e lo Sato non avrebbe significato”, ha concluso il ministro, come riporta Fanpage.it.

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