La Germania attacca lItalia: Un paese di bamboccioni. Lautrice Gaspari: Il desiderio di indipendenza cè ma senza sussidi manca il futuro

Il fenomeno dei giovani italiani etichettati come “mammoni” è tornato alla ribalta con la storia di una madre pavese che ha denunciato i suoi figli quarantenni, un caso che ha trovato eco sul quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Quest’ultimo ha colto l’occasione per criticare la gioventù italiana, definita la peggior “mammona” d’Europa. Ma c’è di più dietro questa etichetta?

A La Stampa, Ilaria Gaspari, filosofa e scrittrice, ritiene che questa generalizzazione sia “fastidiosa”, ma sottolinea un serio problema economico e culturale dell’Italia. A differenza degli Stati nordici, l’Italia non offre gli stessi sussidi, e la società ancora patriarcale spesso vede gli uomini bisognosi di assistenza domestica.

Gaspari, con esperienze di vita in Germania e Francia, nota una marcata differenza nella concezione di famiglia e indipendenza. Nei Paesi nordici, i giovani tendono a lasciare la casa dei genitori a 18 anni, mentre in Italia molti rimangono a casa per frequentare l’università localmente. Questo, secondo Gaspari, non è dovuto a una mancanza di desiderio di indipendenza, ma piuttosto a una mancanza di supporto economico e sociale.

Un altro aspetto evidenziato è l’età avanzata in cui si ha il primo figlio in Italia, a differenza di Germania e Francia dove gli aiuti statali permettono di fondare una famiglia anche durante il percorso di studi. L’alto costo della vita, gli affitti esorbitanti e la difficoltà nel trovare posto all’asilo nido sono tutti fattori che contribuiscono alle disuguaglianze e ingiustizie nel nostro Paese.

Sul fronte lavorativo, Gaspari sottolinea un atteggiamento paternalistico nei confronti dei giovani lavoratori in Italia, una tattica usata per sminuire la loro autorità. Questo contrasta con l’atteggiamento più rispettoso riscontrato all’estero.

Nonostante le sfide economiche, c’è una problematica culturale radicata. La persistente idea patriarcale che vede le donne incaricate delle faccende domestiche, mentre gli uomini sono “giustificati” nella loro incapacità di gestire le questioni domestiche, rappresenta un ostacolo significativo. Gaspari vede nel caso di Pavia l’espressione estrema di questa mancanza di emancipazione domestica degli uomini.

Infine, l’autrice evidenzia l’immagine stereotipata dei giovani come “nullafacenti”, un’etichetta ingiusta che alimenta una competizione malsana tra le generazioni. Il suo consiglio? Incoraggiare la condivisione di risorse, come già accade con le abitazioni condivise in Germania, e non aspettare condizioni perfette per cercare indipendenza.

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