La gestione delle scuole complesse e la sinergia indispensabile tra DS e DSGA appartenenti alla stessa squadra: unintervista a Francesca Morabito

Quale importanza riveste, per una perfetta organizzazione della scuola e per determinare prestazioni rilevanti e di impatto di una istituzione scolastica, un efficace rapporto tra il Direttore dei servizi generali ed amministrativi e il Dirigente scolastico? Quanto determinante può essere la buona qualità della comunicazione nella gestione di una scuola? Cosa bisognerebbe assicurare e su quali procedure sarebbe il caso di impegnarsi? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Francesca Morabito Direttore dei servizi generali ed amministrativi da sempre convinta che è vincente la scelta della “squadra” in qualsivoglia contesto lavorativo. Francesca Morabito è nata a Reggio Calabria “bellissima città in cui ho vissuto fino all’età di 24 anni” come ha tenuto a ribadire il DSGA. “Arrivata in Piemonte – ha sottolineato la dott.ssa Morabito – ho iniziato a lavorare nel mondo della scuola, realtà che mi ha appassionato e grazie alla quale ho stabilito importanti relazioni professionali e non solo. Gli ulteriori incarichi che ho avuto, oltre alla mia mansione da DSGA, mi hanno permesso di apprezzare una realtà territoriale viva ed innovativa quale quella della cittadina in cui vivo che è Bra e della provincia di Cuneo in generale”.

Per la gestione della scuola serve, ed è indispensabile, una sinergia di intenti e di modalità collaborative tra DS e DSGA. Quanto è vero a partire dalla sua esperienza?

«Innanzitutto, urge premettere che un dirigente efficace cerca di promuove costantemente la collaborazione che deve puntare alla costruzione di una visione condivisa di “buona scuola”, basata su un sentire e su valori comuni gradualmente scoperti e ricercati, su modalità di azione compartecipate. La mia esperienza parte da un grande fortuna che è quella di lavorare con un Dirigente Scolastico così. Il Dirigente Scolastico dell’IPS Velso Mucci di Bra è il professore Gianluca Moretti. Esce dal proprio ufficio per incontrare il vissuto scolastico, i diversi operatori nella loro realtà quotidiana ed interagisce, osservando aspetti e luoghi, toccando con mano problemi e specificità ambientali, fornendo assistenza in loco e “rispondendo”, per quanto possibile, alle criticità. Crede nell’importanza dell’interazione interpersonale, del riconoscimento e dell’apprezzamento del buon operato. Risulta evidente che la relazione professionale tra il dirigente e il DSGA deve essere stringente e significativa, perché di forte impatto sulla gestione e sull’organizzazione del servizio. Il dirigente Moretti condivide con me le priorità che la scuola si è prefissata e ciò sostiene una maggiore consapevolezza delle mete comuni da conseguire, incrementa sicuramente la collaborazione, la chiarezza delle disposizioni, la coerenza e congruenza alla vita e alla complessità della scuola. I successi lavorativi e il raggiungimento degli obiettivi non sono mai del singolo ma, appartengono ad una “squadra” e noi lo siamo».

Per gestire le scuole complesse c’è necessità di un impegno che prescinde il rigoroso attaccamento all’orario di servizio che, talvolta e spesso, risulta insufficiente ed inadeguato alle molteplicità degli impegni che ci sono. Quanto è utile un approccio significativo con il personale ATA e quanto incide la disponibilità e l’ascolto?

«L’Istituto Velso Mucci è una realtà molto complessa caratterizzata da quattro indirizzi di studio e dalla presenza di un ristorante didattico, l’impegno nella gestione di vari progetti PNRR e PON, etc. L’impegno richiesto non prevede il rigoroso rispetto letterale del mansionario dal CCNL Comparto Scuola per il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi, ma si spinge oltre necessariamente. Il lavoro svolto dal personale ATA è impegnativo, continuo e prevede una grande flessibilità. Spesso il numero degli assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici assegnati all’istituzione scolastica non è rispondente alla mole di lavoro e alle situazioni di emergenza che vanno affrontate e per le quali è necessario trovare soluzioni veloci e condivise che talvolta esulano dalle assegnazioni alle relative aree di competenza del personale. L’unica soluzione a tutto ciò risulta essere quella di implementare il lavoro di gruppo, essere capaci di affrontare, non in maniera isolata, le sfide poste dal fare scuola quotidiano. Le criticità lavorative si affrontano insieme, senza mai individuare “un colpevole “, ma sostenendo e supportando. Il personale della mia segreteria è composto da persone che stimo enormemente, valorizzo e rispetto. I collaboratori scolastici ed assistenti tecnici sono risorse preziose su cui posso sempre contare. Questo ha un prezzo e si chiama tempo. Il mio orario di servizio non lo ricordo più perché va sempre oltre, si adegua alle necessità e agli impegni quotidiani».

Il PNRR sta mettendo a dura prova le scuole con addizionale responsabilità per i dirigenti scolastici e, talvolta, un surplus di impegno per i DSGA. È vero?

«La scuola sta vivendo una fase storica di grosso cambiamento ed è destinataria di ingenti somme del PNRR per implementare strategie efficaci sul piano metodologico e didattico in chiave fortemente innovativa e tecnologica. I Dirigenti Scolastici rispondono della gestione delle risorse finanziarie, strumentali e umane e dei risultati mentre nella gestione amministrativo – contabile, il DSGA funge da perno centrale per la determinazione delle delicate procedure amministrative da adoperare, in particolare per affidamenti di lavori, servizi e forniture, rilevare e imputare nel sistema informatico i dati di monitoraggio sull’avanzamento procedurale, nella rendicontazione dettagliata delle spese effettivamente sostenute. Il lavoro che si è chiamati a svolgere si aggiunge alla quotidiana cura nella direzione e gestione scolastica ma, la buona riuscita nella gestione dei fondi PNNR dipende moltissimo da ciascuno di noi, ed è anche una questione etica, prima di tutto nei confronti degli studenti che rappresentano il nostro patrimonio indiscusso».

La realtà di Bra è famosa per l’approccio empatico che si ha nei confronti dell’istituzione scolastica da parte di tutti i dipendenti. Si vive all’unisono per un unico obiettivo. È un modello esportabile? Cosa caratterizza questo particolare amore per il lavoro? Quali suggerimenti per la gestione dei rapporti umani?

«Mostro fiducia nei confronti di tutto il personale docente ed ATA ed essi fanno di tutto per meritarsela; li tratto da professionisti seri, ed essi fanno di tutto per non deludere le mie aspettative. Oggi, più che mai, un team professionale ha bisogno di essere motivato e ispirato e l’empatia e il suo esercizio permette di stabilire relazioni efficaci. Stimare, comprendere i bisogni dell’altro, motivarlo e correggerlo con rispetto sono aspetti fondamentali. “Il sogno di ogni giocatore (condiviso da ogni spettatore) è partire da metà campo, dribblare tutti e segnare. Se, entro i limiti consentiti, si può immaginare nel calcio una cosa sublime, è proprio questa. Ma non succede mai.” Così recitava il grande Pasolini. Il nostro Dirigente spesso ci paragona ad una squadra di calcio e conclude sempre dicendo che, in una partita, il goal lo fa la squadra e mai il singolo. I nostri successi sono condivisi e sono di tutti».

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