La lettera amara di una supplente: Mando decine di cv al giorno, ma nessuna scuola mi ha più chiamata. Sono tornata a vivere con i miei genitori

La condizione dei precari, in particolare degli insegnanti, è sempre più complicata. Bisogna fare i conti con una condizione socio-economica via via più difficile tra stipendi in ritardi e bollette da pagare. A Fanpage.it è giunta una lettera di una supplente di 35 anni che fa riflettere.

“Durante gli studi e dopo, ho fatto la cameriera, la barista, la portalettere, la commessa, la banconista…Il mio sogno però è stato sempre l’insegnamento e nel 2019 finalmente ho cominciato a svolgere supplenze nella città in cui ho sempre sognato di vivere, Roma. Per quattro anni sono andata avanti, svolgendo un secondo lavoro part-time che mi garantiva un tetto sopra la testa e una vita dignitosa”, scrive la 35enne.

“Ho dormito poco, mangiato male e faticato molto, ma stare in classe mi ha ripagata di tutti gli sforzi fatti fino a quel momento e di cui ho fatto tesoro. A settembre 2022, però, non sono stata più chiamata a scuola e nel frattempo ho perso anche il secondo lavoro. Non mi resta che fare la valigia e tornare in Abruzzo da mamma e papà, a 35 anni. Mando decine di curriculum ogni giorno, ma con la mia età e soprattutto con la mia formazione umanistica è davvero difficile essere presi in considerazione”, aggiunge.

 “Sto perdendo la fiducia in me stessa e sento di aver sbagliato tutto. Priva di ogni stimolo ormai, quando parlo con gli altri abbasso sempre lo sguardo, perché provo vergogna per la mia condizione. Sono delusa e arrabbiata, perché a soffrire non sono solamente io ma anche i miei familiari, che hanno speso denaro ed energie per aiutarmi a realizzare i miei sogni. È difficile svegliarsi la mattina e guardare la vita con ottimismo e ormai sento di aver sbagliato tutto e di non avere più tempo per cambiare rotta. Spero di riuscire a trovare un lavoro che almeno mi restituisca la dignità che ho perduto”, ha concluso la supplente.

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