La lettera di un genitore ai vertici del calcio: Giusto uscire prima da scuola per il pallone? Che cosa insegniamo ai nostri figli, che lo sport viene prima dello studio?

Un conflitto tra istruzione e passione sportiva emerge, come evidenziato da un genitore preoccupato nella sua lettera aperta indirizzata alla Federazione. La problematica sollevata riguarda la sovrapposizione tra orari scolastici e impegni sportivi, una realtà che coinvolge molti studenti-atleti.

Nel dettaglio, come segnala la Gazzetta Regionale, il padre descrive un recente incidente: suo figlio, che gioca in una squadra di calcio Élite del 2008, ha dovuto partecipare a una partita di campionato in un giorno feriale, con inizio alle 14:30. Questo ha richiesto una convocazione alle 13:30, costringendo gli studenti a scegliere tra frequentare le lezioni o partecipare alla partita.

Le domande poste ai vertici federali sono incisive: come possono i ragazzi, ancora nell’obbligo scolastico, gestire questo bivio tra scuola e sport? Il messaggio sottostante sembra essere che lo sport abbia la priorità sulla scuola, un concetto problematico che mette le famiglie in una posizione difficile.

La lettera mette in luce un problema più ampio: l’orario delle partite, fissato durante l’orario scolastico, non solo crea un conflitto per gli studenti-atleti, ma anche per le loro famiglie, costrette a chiedere permessi o ferie per accompagnare i figli. Ciò solleva interrogativi sulla responsabilità della Federazione nel programmare tali eventi.

L’importanza dell’equilibrio tra educazione e sport viene sottolineata, poiché entrambi giocano un ruolo fondamentale nella formazione dei giovani. La lettera invoca una maggiore considerazione da parte della Federazione per gli impegni scolastici dei giovani atleti, sottolineando la necessità di sostenere un percorso di crescita armonioso e bilanciato.