Caro Aldo,
l’analisi di Fenoglio, direttore di Le Monde, è lungimirante. Ma se Le Pen ha i voti per governare non è l’espressione del volere del popolo? O bisogna per forza accontentare Bruxelles? Chiedo giusto per sapere se la democrazia si esprime ancora con il voto o con i giochi di élite burocratiche da Bruxelles.
Mario De Simone
Caro Mario,
Non c’è dubbio: il popolo è sovrano. Tuttavia il popolo a volte può fare scelte che vanno contro il proprio interesse. Ad esempio, sono convinto che se vincesse Marine Le Pen — ipotesi improbabile ma non impossibile — il suo stesso elettorato ne trarrebbe a lungo andare un grave danno economico. La fine dell’Europa, dell’ombrello finanziario rappresentato dalla Bce, del debito comune, della possibilità di contrattare in modo comunitario beni come i vaccini o il gas, oltre che della partnership commerciale con la Germania, non gioverebbe certo al piccolo risparmiatore francese. Se poi si considera il vantaggio che verrebbe a Putin dalla caduta di Parigi e dall’uscita della Francia dal comando integrato della Nato, si comprende come il ballottaggio di domenica 24 aprile rappresenti una questione internazionale. Le Monde è un giornale che fin dal nome della testata parla alla Francia universalista, la Francia della Rivoluzione e della dichiarazione dei diritti dell’uomo; certo non può essere un giornale lepenista. Il quotidiano della destra francese è da quasi due secoli Le Figaro; che però guarda con maggior simpatia a Macron che alla Le Pen. Conversando in modo informale, Jérome Fenoglio mi ha detto: «Io faccio il direttore dal 2015, e ho visto tutta una serie di sorprese. La Brexit, Trump, la pandemia, la guerra. Ed erano tutte cattive sorprese». Anche per questo Fenoglio non esclude la vittoria della Le Pen. Lei, gentile signor De Simone, potrebbe osservare: a parte la pandemia, che non ha colore politico, tutti gli altri eventi sono in qualche modo collegati all’ascesa di una nuova destra, nazionalista, sovranista, populista. Onestamente, non credo che da questa nuova destra siano venuti o verranno molti benefici all’umanità. Se a destra prevarranno i conservatori liberali e moderati, alla Kohl o alla Merkel, o se preferisce alla John Major o alla Jacques Chirac, sarebbe una buona notizia per tutti.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
L’ingiustizia
«Com’è difficile donare i pochi euro di mio figlio»
«Il mestiere di vivere» è il diario di Cesare Pavese ove l’autore annota nell’arco di un quindicennio, pensieri e sensazioni della sua vita. Difficile nascondere amarezza e senso di impotenza verso situazioni assurde e ingiuste. Mio figlio, all’epoca ventenne, chiuse la sua breve esistenza come l’autore nato nelle Langhe. Alcuni giorni fa ho ritrovato un datato libretto di risparmio postale, nel quale risultano depositati pochi euro. Io, interpretando lo spirito del «mio fanciullo», avrei voluto donare questi pochi soldi «per un buon gesto», proprio come lui era abituato a fare, da intestare a lui. L’Ufficio postale che si sa, non ha «anima«, mi ha messo di fronte ai «conosciuti» passaggi burocratici che constano nella produzione di una serie innumerevole di dichiarazioni e documentazioni, che riaprono in me non rimarginabili ferite e un abissale sconforto. Mi fermo qui, non volendo entrare nel merito di procedure dal mio punto di vista, incomprensibili e dolorose. Dico solo che queste procedure hanno annullato il mio intento. Vorrei semplicemente che qualcuno nella posizione di responsabilità di Enti, dove è facile imbattersi, tenesse conto delle particolari situazioni che rendono problematico il rapportarsi in condizioni di grave ed accertabile difficoltà. A mio figlio dirò che, nemmeno da morto, è possibile fare gesti di carità umana, come lui avrebbe istintivamente desiderato. Per la cronaca: i pochi euro corrispondono a 43 euro.
A. M.
-
CIRINO POMICINO
«La scomparsa della Dc e la crisi del Paese»
Paolo Cirino Pomicino
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SPERANZA
«L’abbraccio dei bambini al compagno disabile»
Alessandro Brioschi
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CUCINA ITALIANA
«Impariamo a vendere meglio i nostri prodotti»
Nicola Priolo
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
DOMENICA – LA STORIA
Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia.
LA FOTO DEL LETTORE
Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.
Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere
, 2022-04-13 22:29:00,
Caro Aldo,
l’analisi di Fenoglio, direttore di Le Monde, è lungimirante. Ma se Le Pen ha i voti per governare non è l’espressione del volere del popolo? O bisogna per forza accontentare Bruxelles? Chiedo giusto per sapere se la democrazia si esprime ancora con il voto o con i giochi di élite burocratiche da Bruxelles.
Mario De Simone
Caro Mario,
Non c’è dubbio: il popolo è sovrano. Tuttavia il popolo a volte può fare scelte che vanno contro il proprio interesse. Ad esempio, sono convinto che se vincesse Marine Le Pen — ipotesi improbabile ma non impossibile — il suo stesso elettorato ne trarrebbe a lungo andare un grave danno economico. La fine dell’Europa, dell’ombrello finanziario rappresentato dalla Bce, del debito comune, della possibilità di contrattare in modo comunitario beni come i vaccini o il gas, oltre che della partnership commerciale con la Germania, non gioverebbe certo al piccolo risparmiatore francese. Se poi si considera il vantaggio che verrebbe a Putin dalla caduta di Parigi e dall’uscita della Francia dal comando integrato della Nato, si comprende come il ballottaggio di domenica 24 aprile rappresenti una questione internazionale. Le Monde è un giornale che fin dal nome della testata parla alla Francia universalista, la Francia della Rivoluzione e della dichiarazione dei diritti dell’uomo; certo non può essere un giornale lepenista. Il quotidiano della destra francese è da quasi due secoli Le Figaro; che però guarda con maggior simpatia a Macron che alla Le Pen. Conversando in modo informale, Jérome Fenoglio mi ha detto: «Io faccio il direttore dal 2015, e ho visto tutta una serie di sorprese. La Brexit, Trump, la pandemia, la guerra. Ed erano tutte cattive sorprese». Anche per questo Fenoglio non esclude la vittoria della Le Pen. Lei, gentile signor De Simone, potrebbe osservare: a parte la pandemia, che non ha colore politico, tutti gli altri eventi sono in qualche modo collegati all’ascesa di una nuova destra, nazionalista, sovranista, populista. Onestamente, non credo che da questa nuova destra siano venuti o verranno molti benefici all’umanità. Se a destra prevarranno i conservatori liberali e moderati, alla Kohl o alla Merkel, o se preferisce alla John Major o alla Jacques Chirac, sarebbe una buona notizia per tutti.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
L’ingiustizia
«Com’è difficile donare i pochi euro di mio figlio»
«Il mestiere di vivere» è il diario di Cesare Pavese ove l’autore annota nell’arco di un quindicennio, pensieri e sensazioni della sua vita. Difficile nascondere amarezza e senso di impotenza verso situazioni assurde e ingiuste. Mio figlio, all’epoca ventenne, chiuse la sua breve esistenza come l’autore nato nelle Langhe. Alcuni giorni fa ho ritrovato un datato libretto di risparmio postale, nel quale risultano depositati pochi euro. Io, interpretando lo spirito del «mio fanciullo», avrei voluto donare questi pochi soldi «per un buon gesto», proprio come lui era abituato a fare, da intestare a lui. L’Ufficio postale che si sa, non ha «anima«, mi ha messo di fronte ai «conosciuti» passaggi burocratici che constano nella produzione di una serie innumerevole di dichiarazioni e documentazioni, che riaprono in me non rimarginabili ferite e un abissale sconforto. Mi fermo qui, non volendo entrare nel merito di procedure dal mio punto di vista, incomprensibili e dolorose. Dico solo che queste procedure hanno annullato il mio intento. Vorrei semplicemente che qualcuno nella posizione di responsabilità di Enti, dove è facile imbattersi, tenesse conto delle particolari situazioni che rendono problematico il rapportarsi in condizioni di grave ed accertabile difficoltà. A mio figlio dirò che, nemmeno da morto, è possibile fare gesti di carità umana, come lui avrebbe istintivamente desiderato. Per la cronaca: i pochi euro corrispondono a 43 euro.
A. M.
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CIRINO POMICINO
«La scomparsa della Dc e la crisi del Paese»
Paolo Cirino Pomicino
-
SPERANZA
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-
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INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
DOMENICA – LA STORIA
Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia.
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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.
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, Aldo Cazzullo