“Quello degli insegnanti di sostegno è un servizio che lo Stato deve garantire e bisogna fare in modo che sia un servizio qualificato, sono stanca di sentire famiglie che si lamentano del fatto che il loro insegnante non lavora in modo motivato e convinto ma ricopre quel ruolo solo perché deve fare un passaggio di carriera. Quello degli insegnanti di sostegno è un lavoro delicato e faticoso e deve essere fatto con passione”.
Lo ha detto la ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, intervenendo questa mattina su Rai Isoradio.
Sollecitata da Marianna Condito, modella senza barriere, sulla necessità che la figura dell’insegnante di sostegno abbia una continuità “invece di cambiare di anno in anno“, il ministro ha ricordato come questo sia “un tema attuale, complesso, nonché fondamentale“.
“Ne ho parlato con il ministro Valditara- ha aggiunto Locatelli- che ha istituito un tavolo di lavoro, di cui fanno parete anche persone dei miei uffici, proprio per ragionare su come poter riformare questo sistema anche dal punto di vista della continuità dell’insegnamento“.
“Non si può fare come negli scorsi anni in situazioni di emergenza, quando anche laureati in giurisprudenza hanno insegnato sostegno“, ha spiegato in precedenza il Ministro dell’istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha sottolineato il problema del numero di docenti di sostegno, annunciando che “lanceremo un reclutamento che presupporrà una formazione adeguata, è questione di settimane”.
In precedenza il Ministro aveva già parlato del tema del sostegno: “dobbiamo concentrarci su tre problemi. Il primo è quello della discontinuità del rapporto tra alunno e insegnante di sostegno, a causa dei troppi cambi di insegnante che avvengono durante il ciclo scolastico. Il secondo è quello dell’insufficienza numerica dei docenti di sostegno. Il terzo è quello della loro disomogenea, e tuttora scarsa, formazione specializzata. Grazie ai fondi previsti per l’edilizia scolastica, provvederemo infine alla rimozione di tutte le barriere architettoniche nelle scuole italiane”.
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