Inizialmente potrebbe apparire inverosimile l’idea che la paghetta da bambini possa influire sui guadagni odierni, tuttavia l’esperta di politiche di genere Barbara Leda Kenny spiega che la relazione tra questi due aspetti è evidente.
Durante il festival Internazionale Kids a Reggio Emilia, dove è prevista la sua partecipazione, l’esperta affronterà il tema delle disuguaglianze economiche tra maschi e femmine, partendo dalla paghetta e arrivando fino alla pensione.
L’educazione finanziaria, spesso ignorata quando si discute di relazioni di genere, è invece fondamentale per comprendere il divario salariale tra i sessi. Infatti, il modo in cui si viene educati a gestire il denaro influisce sulla capacità di farlo in futuro.
Secondo gli studi disponibili, gli 11 anni rappresentano un’età critica in cui si delineano le disuguaglianze economiche tra maschi e femmine, creando ciò che viene definito il paghetta-gap. In questo momento le ragazze iniziano a perdere l’autostima nelle loro competenze tecnico-scientifiche e matematiche, e l’uso del loro tempo viene progressivamente modificato. In particolare, le bambine vengono sempre più impegnate nei lavori domestici, mentre ai maschi vengono chiesti lavori di giardinaggio o di pulizia dell’auto.
Uno studio condotto dalla banca inglese Starling Bank in collaborazione con la Loughborough University indica che il paghetta-gap si attesta intorno al 20%. È importante notare che, anche se questa cifra è significativa, è altrettanto importante il modo in cui la paghetta viene erogata. Infatti, le femmine tendono a ricevere i soldi in modo più discontinuo e solo in risposta a richieste specifiche, mentre i maschi imparano sin da piccoli a gestire i propri soldi. Questo significa che le ragazze perdono l’opportunità di fare training finanziario, un’occasione importante per il loro futuro.
I criteri per l’assegnazione della paghetta sono differenti tra i sessi: per i maschi è legata al rendimento scolastico, mentre per le ragazze è legata all’impegno domestico. Tuttavia, anche quando ai maschi viene chiesto di aiutare in casa, spesso stabiliscono l’importo della paghetta, mentre le ragazze si adattano all’offerta dei genitori.
I genitori hanno anche il potere di abituare i figli a usare il denaro in modo diverso, ad esempio dando ai maschi carte prepagate e alle femmine non permettendo loro di avere un conto corrente personale. Questo può contribuire alla dipendenza economica delle donne, creando una situazione che può portare alla violenza economica. Secondo l’ultima indagine Ocse-Infe del 2019, in Italia il 13,7% delle donne è a rischio di violenza economica contro il 7,5% degli uomini.
L’esperta, dunque, a La Repubblica, spiega: “Parlate di soldi con i vostri figli. E stabilite insieme la paghetta stabile insieme la paghetta e poi le spese che vi rientrano e quelle che invece sono extra. È un esercizio fondamentale. Che si trasformerà in uno stipendio migliore, nella capacità di chiedere aumenti, nell’autonomi dal proprio partner”.
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