Sta facendo discutere il caso della preside della Michaela Community School di Wembley, un istituto superiore inglese conosciuto perché in mezzo a una comunità con un alto tasso di immigrazione e problemi economici. Una scuola però, che è tra le prime posizioni delle classifiche accademiche del paese e non solo per i voti.
Come riporta Il Corriere della Sera, la preside applica dei metodi che oggi sembrerebbero passati, ovvero: disciplina, compiti, interrogazioni, voti. A raccontare il “segreto” è proprio la diretta interessata: “L’insegnante progressista dispone i banchi della classe in gruppi, dà ai ragazzi un obiettivo e si muove tra i banchi ‘facilitando’ l’apprendimento piuttosto che insegnando. L’insegnante più tradizionale si posiziona vicino alla cattedra, gli allievi guardano e ascoltano l’insegnante. L’insegnante ha il compito di guidare l’autobus, se vogliamo, e assicurarsi che ogni allievo rimanga sull’autobus.” E continua: “Non è facile. C’è sempre qualcuno che si distrae. L’insegnante bravo è in grado di lavorare con tutta la classe”.
La preside insiste su uno dei sui punti fondamentali, la disciplina: “Nei corridoi non si parla. Non capisco perché il silenzio è così problematico; significa che da noi i ragazzi si muovono in fretta, arrivano alla lezione successiva senza perdere tempo e hanno più possibilità di studiare”. E inoltre, zero tolleranza in classe per chi commette infrazioni, chi non fa i compiti rimane a scuola un’ora in più o li svolge nell’ora di pranzo sotto l’osservazione di un’insegnante.
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