La rete di Putin in Italia, Dieni: «Ora il Copasir si occuperà dei social»

di Monica Guerzoni La vicepresidente del Comitato per la sicurezza della Repubblica (M5S): da noi nessuna lista di proscrizione «Sulla disinformazione faremo approfondimenti a 360 gradi», anticipa al Corriere l’onorevole Federica Dieni, esponente del M5S e vicepresidente del Copasir. Approfondimenti sulla propaganda russa in Italia? «Da mesi sentiamo l’esigenza di approfondire il tema della disinformazione, che non è posta in essere solo da canali russi, ma anche da altri Stati. Siamo partiti dai sistemi di informazione tradizionali, convocando Fuortes per la Rai e Lasorella per l’Agcom e adesso estenderemo le audizioni anche ai social». È un mondo sconfinato. Da dove comincerete? «Ancora non abbiamo una lista definita, cercheremo di capire quali sono gli attori più importanti da audire. Attraverso i social si crea molta disinformazione. Il settore va regolamentato perché siamo al liberi tutti e lo dico anche per esperienza personale». Sta subendo attacchi? «Per aver condiviso un post sulla libertà di opinione sono stata attaccata dai troll, che non sono persone con nome e cognome. È una cosa organizzata, le cui vittime sono le persone meno attrezzate per comprendere la gravità di certe notizie false diffuse e rilanciate». Il presidente del Copasir, Urso, ha detto di aver ricevuto ieri il report aggiornato dell’intelligence sulla propaganda filorussa. «Sapevamo che ci stavano lavorando, ma in effetti siamo rimasti spiazzati. L’intera relazione ci è arrivata solo stamattina (ieri, ndr)». Per Conte è «indegno che si facciano liste di proscrizione». Condivide? «Noi siamo per il pluralismo delle idee, non facciamo liste di proscrizione. Come Copasir facciamo approfondimenti conoscitivi, acquisiamo informazioni da apparati di sicurezza, magistratura o privati, a cui chiediamo documenti e relazioni». Che legame c’è tra tra no vax e filo Putin? «Spesso la categoria di persone manipolabili, che diffidano delle versioni ufficiali, è la stessa. Sono utenti del web che credono in ciò a cui vogliono credere e alimentano la catena delle fake news». Come si spezza la catena? «La propaganda in guerra è sempre esistita. Ma ora con Internet la diffusione è maggiore e lo strumento diventa più pericoloso. La nuova guerra è ibrida, si combatte anche con attacchi cyber e con le fake news. Il problema è quando si fa passare per falso un fatto vero, come i morti di Bucha, addossando le responsabilità all’aggredito». Cosa fa il governo Draghi contro la propaganda? «Il governo ha preso precauzioni, ha bandito Russia Today e Sputnik, ma il sistema della propaganda non si è arrestato. Per questo è importante fare valutazioni sulla bontà delle informazioni che si diffondono, per capire se c’è l’ingerenza di Stati stranieri che vogliono orientare l’informazione attraverso canali tv e social». Non si rischia di limitare la libertà di espressione? «Se abbiamo cercato di sensibilizzare Rai e Agcom non è certo per limitare la libertà di espressione, ma per spiegare i meccanismi con cui alcuni governi operano. Dobbiamo stare attenti a non dare un diritto di tribuna a chi fa propaganda. Non è utile per il nostro Paese offrire un megafono per amplificare visioni che arrivano in modo dirompente all’opinione pubblica, come è accaduto con l’intervista al ministro russo Lavrov». L’Italia è più permeabile alla propaganda russa? «Sono permeabili anche altri Paesi, come Francia e Germania. Forse noi abbiamo meno anticorpi perché questo tipo di minaccia è stato sottovalutato. In campo energetico siamo più fragili e ricattabili perché dipendiamo dalla Russia a causa di scelte degli ultimi vent’anni. Ma ci siamo dimostrati molto forti a livello di governo per rispondere a questo tipo di ricatto». Il 21 si vota la risoluzione di maggioranza sull’invio delle armi. Ci sarà un mail bombing propagandistico, come avvenne in occasione del caso Petrocelli? «Un nuovo bombardamento di mail e di messaggi sui social è probabile, sono pressioni che si subiscono in ottica parlamentare e che potrebbero farsi più insistenti». Conte vuol fare cadere il governo? «No, io questo rischio non lo vedo. L’obiettivo finale è il bene del Paese, non quello del M5S. Conte ha scelto con responsabilità di sostenere il governo di unità nazionale e il Movimento ha votato sì all’aiuto umanitario all’Ucraina e all’invio delle armi». 7 giugno 2022 (modifica il 7 giugno 2022 | 08:49) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-07 06:49:00, La vicepresidente del Comitato per la sicurezza della Repubblica (M5S): da noi nessuna lista di proscrizione, Monica Guerzoni

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