La Russia sotto il tallone di Putin: il libro in edicola con il «Corriere»

di MARCELLO FLORES

Sabato 6 agosto con il quotidiano una raccolta di contributi critici a cura dell’associazione Memorial Italia. La politica che ha portato alla guerra in Ucraina

La guerra della Russia contro l’Ucraina è passata in secondo piano sui giornali e sulle televisioni, dopo mesi in cui è stata quotidianamente al centro dell’attenzione giornalistica e delle preoccupazioni dell’opinione pubblica. Il secondo rapporto dell’Ocse sui crimini commessi dall’esercito di Mosca nel corso la guerra di aggressione all’Ucraina, rilasciato a metà luglio, è stato quasi del tutto ignorato, malgrado ribadisse con nuove testimonianze quello di tre mesi prima, documentando l’attacco contro i civili, strutture ospedaliere e scolastiche, il proseguire di esecuzioni, torture, stupri, saccheggi e trasferimenti forzati di civili ucraini in Russia o nelle zone dell’Ucraina controllate dai russi. Molto più spazio è stato dato al servizio fotografico dei coniugi Zelensky apparso sulla rivista «Vogue».

Ancora maggiore attenzione, in Italia, vi è stata sul resoconto dei legami tra alcune forze politiche e l’ambasciata di Mosca a Roma, ma nell’ottica di una polemica finalizzata alla campagna elettorale. La stanchezza per la guerra russa in Ucraina, e per la tragica ripetitività delle azioni criminose che l’accompagnano, ha una sua giustificazione, che lascia comunque irrisolti interrogativi che l’intera comunità internazionale si era posta fin dall’inizio dell’invasione del 24 febbraio.

Perché la Russia di Putin ha deciso di attaccare, proprio ora e nell’insieme del suo territorio, il Paese vicino e confinante? Cosa è e cosa abbiamo capito del regime di Putin e della sua ideologia che si è costruita in questo secolo dopo un decennio di transizione della Russia dal comunismo a una sorta di capitalismo di Stato con una forte oligarchia privata, sempre più autoritario? Come vivono i russi questa guerra non dichiarata e che non si può nemmeno nominare, pena condanne di anni in carcere o nei campi di prigionia? Che appoggio continuano a dare i cittadini russi alla politica del dittatore Vladimir Putin e come guardano alle minoranze che si oppongono e, in modo plateale o silenzioso, provano a mettere in discussione la verità di Stato propagandata incessantemente, con lusinghe e minacce, da tutti gli organi ufficiali d’informazione, gli unici esistenti in un Paese che sembra tornato, da questo punto di vista, agli anni bui dell’epoca di Leonid Brežnev?

Provare a rispondere a questi interrogativi, raccontare la Russia di Putin prima e dopo l’aggressione all’Ucraina è lo scopo del libro Russia. Anatomia di un regime, in edicola sabato 6 agosto con il «Corriere della Sera», curato da Memorial Italia sulla guerra in corso. Come parte del network di Memorial internazionale, la più importante Ong russa sciolta a fine 2021 dalla Corte Suprema di Mosca, che ha fatto conoscere al mondo la realtà e le vittime della repressione sovietica, la storia del Gulag e dei crimini dello stalinismo, Memorial Italia intende proseguire quello che fin dal 1987, anno di fondazione di Memorial in Urss, è stato il principale obiettivo dell’associazione di cui fu presidente Andrej Sacharov: ristabilire le verità della storia nascoste dietro le menzogne ufficiali.

Il fatto che gran parte dei russi — per convinzione, interesse, indifferenza, paura — appoggi pubblicamente il regime di Putin, non può far dimenticare altri aspetti che in Russia. Anatomia di un regime vengono analizzati e discussi da esperti e studiosi russi, italiani, francesi: come la fuga crescente e continua dalla Russia di Putin di centinaia di migliaia di cittadini, soprattutto giovani e professionisti di talento, che non ritengono più possibile vivere in un regime illiberale, oscurantista e autoritario come quello che in nome del Russkij Mir («mondo russo») fa propri gli anatemi del patriarca Kirill contro omosessuali e donne emancipate, simboli della decadenza e della depravazione dell’Occidente.

Conoscere la Russia di Putin è un modo per riuscire meglio a comprendere le notizie che continuano a giungerci dal teatro di guerra, dalla violenza e violazione dei diritti che accompagnano le operazioni militari dell’esercito russo. Ma significa anche vedere cosa c’è in Russia e nella società russa, una realtà che sembra spesso indecifrabile, raccontata in genere nelle sue posizioni ufficiali, da cui non si potrà mai conoscere, per esempio, il crescente numero di autolesionismi violenti da parte di giovani che sperano, così, di sfuggire alla chiamata alle armi.

Scoprire il modo in cui l’infanzia è stata militarizzata e sottoposta a un lavaggio ideologico costante, prima ma ancor più dopo l’inizio della «operazione militare speciale», è un modo non soltanto per comprendere i meccanismi autoritari e totalitari presenti nel sistema russo, ma per confrontarlo con quello sovietico precedente o con quello, a noi più noto, del fascismo italiano, rendendo più comprensibile il richiamo al fascismo che fanno molti intellettuali russi nel cercare di definire il regime creato da Putin in Russia. Proprio le forme dell’opposizione culturale, di scrittrici e artisti, scienziate e musicisti, testimoniano che, per quanto intimorita e minacciata, rimane viva, nella società russa, l’eredità di quel lungo e coraggioso dissenso che contribuì non poco a minare le fondamenta del sistema sovietico favorendone il crollo tra il 1989 e il 1991.

Non è un caso che, nell’intervento che conclude il volume, Aleksandr Cerkasov, uno degli animatori del Centro per la difesa dei diritti umani di Memorial, chiuso anch’esso con la forza nel novembre 2021 da un tribunale di Mosca, abbia voluto ricordare che la repressione, compresi la tortura e gli omicidi politici, è necessaria alla guerra e quindi «la lotta per la libertà dei prigionieri politici, la lotta contro la tortura e gli omicidi politici in Russia sono parte integrante della lotta per la pace». Una realtà spesso dimenticata quando, nell’ansia di risolvere i problemi energetici e del gas mettendosi (in)consapevolmente alla mercé di Putin, si mise purtroppo la sordina, in Italia più che altrove, ai crimini che venivano compiuti direttamente o indirettamente dal governo russo, che erodeva così definitivamente ogni parvenza di democrazia. Un’erosione che troppo a lungo ci si è rifiutati di certificare.

Il libro in edicola

Esce sabato 6 agosto in edicola con il «Corriere della Sera» il libro Russia. Anatomia di un regime, al prezzo di euro 9,90 più il costo del quotidiano. Si tratta di una raccolta di scritti a cura di Memorial Italia e realizzata con il coordinamento di Marcello Flores, che in questa pagina ne presenta il contenuto e le finalità. Il volume include contributi che analizzano la situazione della Federazione russa, con una grande varietà di riferimenti storici, per fornire un quadro accurato del sistema di potere allestito da Vladimir Putin e dei meccanismi che hanno portato alla guerra contro l’Ucraina. Il volume raccoglie testi di Alexis Berelowitch, Marco Buttino, Alessandro Catalano, Aleksandr Cerkasov, Giulia De Florio e Inna Karmanova, Elena Dundovich, Marcello Flores, Giovanni Gozzini, Andrea Gullotta, Massimo Maurizio, Marusja Papageno, Niccolò Pianciola, Marco Puleri.

5 agosto 2022 (modifica il 5 agosto 2022 | 21:00)

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, 2022-08-05 19:12:00, Sabato 6 agosto con il quotidiano una raccolta di contributi critici a cura dell’associazione Memorial Italia. La politica che ha portato alla guerra in Ucraina, MARCELLO FLORES

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