di Marco GalluzzoAl centro del colloquio il rischio della crisi alimentare. L’Italia assicura il sostegno in coordinamento con la Ue. Il presidente ucraino torna a chiedere più aiuti militari La crisi alimentare dovuta al blocco del grano nei porti ucraini sta diventando una delle priorità a livello internazionale. Ne ha discusso ieri Mario Draghi al telefono con il presidente Volodymyr Zelensky, dopo aver avuto un confronto analogo, due giorni fa, con il presidente russo Vladimir Putin. Draghi e Zelensky hanno discusso della situazione sul terreno, il secondo ha rinnovato l’appello che fa a ogni telefonata, quello di ricevere più aiuti militari, il nostro presidente del Consiglio gli ha risposto che l’impegno dell’Italia non mancherà «in coordinamento con l’Unione europea». Ma è stato il grano, la crisi alimentare alle porte in diverse aree geografiche, il fulcro del colloquio. Dopo aver registrato una flebile disponibilità di Putin, Draghi ne ha discusso anche con il presidente ucraino. Nel comunicato di Palazzo Chigi si mette nero su bianco l’espressione «prospettive di sblocco delle esportazioni di grano», un punto sul quale i due leader sono perfettamente d’accordo. Bisognerà vedere se il dossier, sul quale stanno lavorando anche altri Paesi, a cominciare dagli Stati Uniti, riuscirà a diventare materia di negoziati concreti. In coordinamento con altri Stati della Ue, con Washington e con i membri del G7 il nostro capo del governo sta cercando di far partire una fase operativa del progetto, che si annuncia in ogni caso, anche con il consenso delle parti, molto complesso. Zelensky ha comunicato con un tweet la notizia del colloquio, ha rimarcato di aver chiesto a Draghi una mano anche sul problema «dell’approvvigionamento di carburante» e ha aggiunto che «sono stati discussi i modi per prevenire la crisi alimentare. Dobbiamo sbloccare i porti insieme», è stata la conclusione del messaggio. «Oggi nei silos ci sono 22 milioni di tonnellate di grano» e «non possiamo fornirle ai mercati internazionali», aveva detto poche ore prima sempre Zelensky in collegamento video con un evento in Indonesia. Secondo Zelensky quasi la metà delle esportazioni di grano ucraino è ferma perché la Russia continua a bloccare le principali rotte per l’export attraverso il Mar Nero e il Mar d’Azov. Il presidente ucraino ha anche definito «prudenti» le stime Onu secondo cui quest’anno la carestia potrebbe colpire circa altri 50 milioni di persone. «A luglio — ha detto — quando molti Paesi avranno esaurito le scorte del raccolto dello scorso anno sarà evidente che la catastrofe sta arrivando davvero». Di avviso opposto la narrazione che arriva da Mosca: in una conversazione telefonica con il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, Putin «ha richiamato l’attenzione sul fatto che la parte ucraina dovrebbe sminare al più presto i porti per il libero passaggio delle navi bloccate». Una tesi che è stata criticata ieri anche dall’amministrazione americana: «Il Cremlino continua a usare il cibo come arma e a diffondere false affermazioni sulle sanzioni degli Stati Uniti», ha detto il Segretario di Stato americano Antony Blinken nel colloquio avuto con il ministro degli Esteri ucraino Dmytri Kuleba. Nel corso della giornata il presidente ucraino ha anche fatto una previsione, legata all’aumento degli aiuti militari: «Se il mondo è veramente unito e onesto riguardo a questa aggressione russa, la velocità con cui porre fine a questa guerra sarà misurata in settimane, nemmeno mesi». E anche se «il nostro popolo non è ansioso di parlare con Putin», Zelensky ha chiarito che «dobbiamo affrontare la realtà»: per porre fine alla guerra il colloquio sarà necessario. 28 maggio 2022 (modifica il 28 maggio 2022 | 09:56) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-28 07:57:00, Al centro del colloquio il rischio della crisi alimentare. L’Italia assicura il sostegno in coordinamento con la Ue. Il presidente ucraino torna a chiedere più aiuti militari, Marco Galluzzo