La Transnistria, il convoglio di 12 chilometri verso sud e le prossime mosse della Russia

È la nuova fase dell’operazione «speciale» nel sud-sud est dell’Ucraina: quanto durerà, cosa sta facendo lo Stato maggiore russo, come influirà il territorio, cosa cambia con il nuovo comandante russo, quali armi avranno a disposizione gli ucraini

Il convoglio di 12 chilometri fotografato dai satelliti segnala visivamente le manovre russe dopo il ritiro dal settore nord. È la nuova fase dell’operazione «speciale» nel sud-sud est dell’Ucraina, piano marcato da alcuni punti.

1) Gli esperti si dividono sulla finestra temporale: c’è chi pensa ad un’offensiva in una o due settimane (tenendo a mente la presunta «scadenza» dell’operazione, il 9 maggio). All’opposto c’è chi allunga i preparativi sostenendo che la Russia non sarebbe ancora pronta per una spinta massiccia.

2) Mosca, oltre a spostare truppe, prova a riempire i ranghi. Londra afferma che l’esercito russo sta cercando di reclutare anche tra i congedati in Transnistria, territorio separatista della Moldavia. Tuttavia, come hanno spiegato molti ex generali, non basta trasferire truppe da un fronte all’altro o aggiungere militari: conta la qualità degli uomini, pesa l’usura del conflitto. Fonti diverse sottolineano che rimangono difficoltà logistiche, i Battaglioni sono depauperati, alcuni sono stati letteralmente neutralizzati.

3) Una parte degli osservatori ammonisce, però, a non sottovalutare l’invasore. L’Armata potrebbe impiegare in questo scacchiere un alto volume di fuoco con artiglieria pesante, missili, batterie di razzi. Ha la possibilità di ingaggiare gli avversari sulla lunga distanza mentre gli ucraini non dispongono, al momento, di un numero sufficiente di mezzi analoghi. È cresciuta anche l’azione dell’aviazione russa, 220-240 sortite quotidiane concentrate proprio nella regione sud-sud est.

4) Il territorio — sottolineano gli analisti — è pianeggiante, ci sono meno aree boschive. Questo è un vantaggio per l’Armata ed un punto debole per i difensori. Nel nord gli ucraini hanno usato vegetazione e terreno per colpire un «pachiderma» in modo agile usando i sistemi anti-carro, muovendo con rapidità e sottraendosi al tiro nemico. E il meteo ha il suo impatto: un eventuale solo fangoso rappresenta un ostacolo ai movimenti (lo si è visto con la «rasputitsa», sempre al nord).

5) Capitolo armi. La Nato aiuta in modo massiccio Kiev, tuttavia ha problemi da risolvere. Pesca negli arsenali dell’Est Europa, ma i mezzi non sono sempre all’altezza e le scorte finiscono. Gli alleati vorrebbero ora fornire materiale occidentale più moderno, però ciò richiede tempo perché devono addestrare gli ucraini. E la minaccia dell’attacco incombe, bisogna fare in fretta. Infatti da dichiarazioni pubbliche di leader europei emerge la volontà di adeguare le forniture al mutamento della situazione sul campo. Gli slovacchi avrebbe spedito, oltre a tank e blindati, anche due batterie di artiglieria semovente da 155 mm (Zuzana). Londra ha promesso sistemi anti-nave utili per la protezione di Odessa. Insieme alle armi c’è una forte richiesta di munizioni. Anche Kiev deve sciogliere nodi logistici.

6) Putin ha affidato la gestione delle operazioni al generale Alexandr Dvornikov. Sulle sue capacità i pareri divergono. A cominciare dal suo periodo di comando durante la campagna siriana: non ha brillato, lo hanno alla fine richiamato in patria. Ma si è affidato alla «terra bruciata».

10 aprile 2022 (modifica il 10 aprile 2022 | 11:40)

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, 2022-04-10 14:27:00, È la nuova fase dell’operazione «speciale» nel sud-sud est dell’Ucraina: quanto durerà, cosa sta facendo lo Stato maggiore russo, come influirà il territorio, cosa cambia con il nuovo comandante russo, quali armi avranno a disposizione gli ucraini, Andrea Marinelli e Guido Olimpio

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