Lamezia, noto legale sospeso per 4 mesi: denigrato l’operato professionale dell’avv. Francesco Pagliuso

Violazione “degli articoli 9 e 42 del codice deontologico, per aver esercitato l’attività professionale venendo meno ai doveri di lealtà, correttezza, probità, coscienza e fedeltà, esprimendo apprezzamenti denigratori sull’attività professionale svolta dall’avvocato Francesco Pagliuso per come emerge dalla motivazione della sentenza del Gup di Catanzaro”. Sulla base di questa contestazione l’avvocato A.L., del foro di Lamezia Terme, si è visto applicare la sanzione della sospensione dall’esercizio della professione forense per quattro mesi. La sospensione, che è stata decisa dalla quarta sezione del Consiglio distrettuale di disciplina presso la Corte d’appello di Catanzaro, non è attualmente esecutiva poiché il legale ha 30 giorni di tempo per fare ricorso al Consiglio nazionale forense, cui spetta l’ultima parola sulla questione. I fatti oggetto dell’odierna contestazione si fondano sull’esito del processo penale di primo grado (ottobre 2020) che hanno visto il noto penalista assolto al termine del processo con rito abbreviato. La vicenda si intreccia con l’omicidio eccellente dell’avvocato Francesco Pagliuso – nella foto- (avvenuto nella notte tra il 9 e 10 agosto del 2016 in via Marconi a Lamezia Terme) nel contesto del quale A.L. finì a processo con l’accusa di aver favorito la latitanza di un boss del Reventino poi ucciso e di concorso in violenza privata aggravato dal metodo mafioso. La sentenza di primo grado è stata impugnata in appello dalla Procura della Repubblica. La dichiarazione dell’avv. A.L. “La comprensibile sofferenza che mi deriva dalla pronuncia di un provvedimento disciplinare che io, pur rispettando, ritengo assolutamente ingiusto e, sotto molteplici profili, illegittimo, si acuisce nel momento in cui viene estesa la conoscenza di tale provvedimento mediaticamente. È evidente che ho già pronto l’atto con cui impugno questa decisione. Mi sorprende, nello stesso tempo, come venga quasi banalizzato l’esito di un controllo giurisdizionale che ha ritenuto l’insussistenza di uno dei due fatti a me contestati e riconoscendo come non abbia commesso l’altro. Sorge, poi, grande perplessità nel constatare questo rigore così palesemente ostentato. Fin d’ora, senza anticipare le ragioni che porrò a sostegno del mio appello, non consento ad alcuno di parlare di responsabilità indiretta per il fatto drammaticamente accaduto, avendo nel contempo attivato le iniziative giudiziarie a tutela della mia persona”. , 2022-12-09 12:17:00, Violazione “degli articoli 9 e 42 del codice deontologico, per aver esercitato l’attività professionale venendo meno ai doveri di lealtà, correttezza, probità, coscienza e fedeltà, esprimendo apprezzamenti denigratori sull’attività professionale svolta dall’avvocato Francesco Pagliuso per come emerge dalla motivazione della sentenza del Gup di Catanzaro”. Sulla base di questa contestazione l’avvocato A.L., del foro di […]
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