Landini: meno tassesulle buste pagaLa crisi? Un errore

Il Pil nel secondo semestre è cresciuto dell’1%, oltre le attese. L’economia italiana va meglio della Germania e anche degli Usa.

«È una buona notizia e significa anche che ci sono più entrate del previsto, che è giusto redistribuire, partendo da lavoratori dipendenti e pensionati – dice il segretario della Cgil, Maurizio Landini -. Inoltre, questa crescita continua a creare occupazione precaria e questo non va bene. Infine, questi dati confermano la crescita degli extraprofitti, che noi abbiamo chiesto di redistribuire aumentando ancora la tassa sugli stessi. Insomma, bisogna prendere una serie di misure, tanto più che nel secondo semestre dell’anno c’è il rischio che il trend di crescita del Pil si inverta».

Il governo Draghi è pronto con un nuovo decreto Aiuti da 14 miliardi di euro.

«Noi gli abbiamo detto che siamo d’accordo sulla riduzione della contribuzione per aumentare il netto in busta paga, ma il taglio deve essere consistente, superiore cioè all’una tantum dal 200 euro. Diamo un giudizio positivo anche sull’intenzione di anticipare la rivalutazione delle pensioni, ma con la legge di Bilancio questi interventi devono diventare strutturali».

Toccherà al prossimo governo. Avreste preferito che continuasse Draghi?

«Non era certo questo il momento di aprire la crisi, tanto più che comunque tra pochi mesi si sarebbe votato».

Più colpa dei 5 Stelle o della Lega e Forza Italia?

«Il mio problema non è questo. Tutti hanno responsabilità. Preso atto della crisi, abbiamo subito chiesto che fosse ugualmente varato il decreto Aiuti bis. E al prossimo governo porremo gli stessi temi sui quali volevamo confrontarci col governo Draghi: lotta alla precarietà, riforma fiscale, questione salariale, pensioni, sanità e scuola pubblica, politiche industriali».

Se fosse un governo Meloni, che problemi porrebbe alla rossa Cgil?

«Noi siamo abituati a giudicare i governi per quello che fanno. Ma abbiamo la nostra storia e le nostre radici. Ci sono tanti contenuti programmatici che non condividiamo della destra. Per esempio, da tempo chiediamo di cambiare la legge Bossi-Fini e per noi i valori democratici della Costituzione e dell’antirazzismo restano fondamentali. Ma ripeto, come si è visto anche in questi anni dove sono cambiati i governi, noi non cambiamo la nostra piattaforma secondo il governo che c’è».

La sinistra può ancora vincere le elezioni?

«In tutte le competizioni, come diceva Boškov, la partita finisce quando l’arbitro fischia. Oggi il tema è che quasi il 50% delle persone non va a votare o non sa cosa votare. Auspichiamo una campagna elettorale capace di riavvicinare le persone alla politica. Per questo insistiamo su una agenda sociale che migliori la vita delle persone: una riforma fiscale progressiva e non la flat tax; pensione di garanzia per i giovani e flessibilità in uscita; cambiare il Jobs act e le altre leggi sbagliate sul lavoro; investire sulle rinnovabili e su politiche industriali innovative anziché sulle grandi opere; stabilizzare i precari, a partire da quelli della scuola e della sanità».

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nell’intervista al Corriere, ha detto che il salario minimo, almeno nell’industria, non serve perché i contratti prevedono minimi sopra i 9 euro l’ora.

«Non ci sono solo i contratti dell’industria, ma anche quelli dei servizi, del turismo , del commercio. Ci sono tanti contratti pirata, contratti che non vengono rinnovati e forme di precariato per le quali sarebbe utile fissare un livello salariale minimo sotto il quale non si può andare, senza mettere in discussione i contratti, ma rafforzandoli rendendoli per legge validi per tutti, così da estendere le tutele economiche ma anche quelle normative».

A sinistra c’è chi la invoca come leader federatore.

«Ogni volta che ci sono elezioni, salta fuori il mio nome. Ma l’ho sempre detto: voglio continuare a fare il lavoro sindacale con il massimo impegno».

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, 2022-07-29 20:34:00, Il leader della Cgil: la destra? Tante cose ci separano,

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