Landini: ora soluzioni condivise. C’è anche Conte nella piazza Cgil

di Enrico MarroIl vicepresidente della Camera Rampelli (FdI) tra i leader nella sede del sindacato. Il segretario: «Non abbiamo alcuna pregiudiziale, giudichiamo tutti per quello che fanno. Ma noi non abbiamo intenzione di fare i servi sciocchi di nessuno» «Lo dico a chi sta pensando di formare il governo perché ha vinto le elezioni: non vogliamo essere chiamati quando avete già deciso le cose». E ancora: «Non abbiamo alcuna pregiudiziale, giudichiamo tutti per quello che fanno, ma do un consiglio: non fate come il governo precedente, che ci chiamava all’ultimo momento solo per informarci. Noi non abbiamo intenzione di fare i servi sciocchi di nessuno». Questi alcuni dei messaggi che il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha inviato ieri alla premier in pectore, Giorgia Meloni, dal palco di piazza del Popolo, dove il sindacato ha concluso la manifestazione nazionale per ricordare l’assalto neofascista, un anno fa, alla sede del sindacato. «Noi — ha detto Landini — non siamo contro qualcuno, tanto è vero che la manifestazione l’avevamo decisa prima delle elezioni», per ricordare appunto il violento attacco alla Cgil e per rilanciare la piattaforma sul lavoro. Parole che suonano come una risposta a Meloni, che in mattinata aveva attaccato «la sinistra, che scende in piazza contro le politiche di un governo non ancora formato», anche se poi, nel pomeriggio, FdI ha precisato che la leader non si riferiva alla manifestazione della Cgil, ma «a quelle organizzate nei giorni scorsi in varie città, in cui sono state bruciate delle immagini di Meloni». E in serata Fabio Rampelli, in rappresentanza del partito, è andato nella sede di corso d’Italia «a ribadire la nostra incondizionata solidarietà a Landini e a tutti i lavoratori, non solo quelli iscritti alla Cgil, per il vile assalto compiuto un anno fa da Forza nuova. Noi — ha aggiunto — compieremo ogni sforzo per dialogare con i corpi intermedi». Tutti i partiti hanno rinnovato la loro solidarietà, visitando la sede. Per il Pd è andato il segretario, Enrico Letta. Il capo dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, si è fatto notare partecipando in piazza del Popolo alla manifestazione. Landini, nel comizio davanti a una piazza piena, ha annunciato che anche al nuovo governo la Cgil chiederà, «secondo la Costituzione, lo scioglimento delle organizzazioni che si richiamano al fascismo». Prima del leader della Cgil sono intervenuti molti esponenti di sindacati esteri. E c’è stato un videomessaggio dei sindacati ucraini, con la condanna dell’invasione russa. Landini ha attaccato «la cultura della violenza» che ha portato «Putin a scatenare la guerra». Ma ora, ha aggiunto, davanti al rischio di una guerra nucleare «non possiamo stare fermi». Per questo la Cgil aderisce alle iniziative internazionali che «invitano a scendere in piazza il 20-21 e 22 ottobre per chiedere il cessate il fuoco e un negoziato». Secondo Landini, la fase che stiamo vivendo è «la più complicata che mi sia mai capitato di vedere» e «c’è il rischio di una situazione sociale esplosiva». Rispetto alla quale elenca una serie di proposte. Sul caro energia il segretario della Cgil suggerisce di aumentare la tassazione degli extraprofitti, dal 25 al 100%, e di estenderla alle aziende farmaceutiche e bancarie. Difende poi il reddito di cittadinanza, nel mirino del centrodestra. Attacca invece la flat tax e chiede di «andare a prendere i soldi dove stanno», con una forte lotta all’evasione fiscale e tagliando le tasse su pensioni e salari bassi. Rivendica una legge sulla rappresentanza e sul salario minimo e chiede di cambiare il Jobs act per costruire «un nuovo Statuto dei diritti dei lavoratori». Poi ancora un avvertimento al centrodestra. «Il risultato è chiaro, chi si è coalizzato ha vinto le elezioni. Ma il 40% non ha votato. Aggiungendo schede bianche e nulle, si tratta di 18 milioni di persone. Il centrodestra ha preso 12,3 milioni di voti. Nessuno può dire di avere la maggioranza del Paese. Non lo diciamo per delegittimare nessuno, ma se la situazione è così difficile abbiamo bisogno non di dividere il Paese, ma di unirlo». 8 ottobre 2022 (modifica il 8 ottobre 2022 | 22:44) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-08 20:45:00, Il vicepresidente della Camera Rampelli (FdI) tra i leader nella sede del sindacato. Il segretario: «Non abbiamo alcuna pregiudiziale, giudichiamo tutti per quello che fanno. Ma noi non abbiamo intenzione di fare i servi sciocchi di nessuno», Enrico Marro

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