L’Ape sociale non è una forma di pensione che si può differire all’anno successivo, ecco perchè.
Come abbiamo detto in più di una occasione, quando si matura il diritto a una qualsiasi prestazione pensionistica, questo diritto cristallizza. Se questa prassi è valida per la maggior parte delle pensioni, non è valida per l’Ape sociale. In primis perchè l’Ape sociale non è un anticipo pensionistico vero a proprio (al compimento dei 67 anni bisogna richiedere la pensione di vecchiaia, infatti). Cerchiamo di capire perchè il pensionamento con l’Ape sociale non può essere rimandato rispondendo alla domanda di una nostra lettrice che chiede:
Buongiorno,
sono un’insegnante di scuola primaria, ad agosto 2023 ho ricevuto da parte dell’INPS il “riconoscimento di accesso all’APE sociale con indicazione della prima decorrenza utile senza differimento (non so cosa significhi)” avendo maturato i requisiti in data 26/03/2023 come sotto riportato.
Al momento della decorrenza della prestazione è lavoratore dipendente che:
– svolge o ha svolto in Italia una o più attività lavorative;
– da almeno sette anni (negli ultimi dieci);
– da almeno sei anni (negli ultimi sette);
– ha un’anzianità lavorativa di almeno 36 anni.
Entro il termine del 31/08/2023 non ho dato le dimissioni cartacee presso la mia scuola in quanto avevo deciso di lavorare ancora per un anno scolastico.
La mia intenzione sarebbe quella di accedere all’APE sociale a decorrere dal 01/09/2024.
Nonostante le numerose richieste sia ai CAF che all’INPS, ho avuto delle informazioni molto contrastanti su come dare le dimissioni per poter poi inoltrare la domanda di APE sociale entro il 2023 e se questo sia possibile .
Siccome non vorrei dare le dimissioni per poi trovarmi senza lavoro e senza pensione, chiedo gentilmente se potete darmi delle indicazioni certe sulle procedure che devo adottare per dare le dimissioni e successivamente inoltrare la domanda di APE Sociale.
Ringrazio anticipatamente per la Vostra disponibilità.
Cordiali saluti
Purtroppo la sicurezza di andare in pensione nel 2024 con l’Ape sociale non ce l’ha assolutamente. Come la stessa Inps le ha scritto lei ha avuto il “riconoscimento di accesso all’APE sociale con indicazione della prima decorrenza utile senza differimento”. Il diritto riconosciuto non può essere differito. E se volesse accedere all’Ape sociale nel 2024 dovrebbe ripresentare la domanda da zero il prossimo anno. Ma non potrà farlo se la misura non verrà prorogata anche per il 2024.
Se l’Ape sociale non dovesse venire prorogata lei ha perduto la possibilità di poter accedere a questo tipo di pensionamento perché questo è un diritto che non cristallizza e l’Inps lo ha comunicato chiaramente specificando che doveva accedere alla prima decorrenza utile, ovvero il 1° settembre 2023.
Perchè l’Ape sociale non cristallizza? Per vedersi riconoscere il diritto all’Ape sociale non serve solo raggiungere una determinata età e maturare un certo numero di anni di contributi. E’ necessario anche il riconoscimento del requisito proprio della categoria cui si appartiene, nel suo caso quella dei lavoratori gravosi. Questo requisito richiede che la mansione gravosa sia stata svolta per almeno sette anni negli ultimi 10 e nel suo caso il requisito è stato riconosciuto. Ma supponiamo per assurdo che a richiedere questa tipologia di pensione sia stato un camionista che fino a 3 anni fa era in servizio (quindi gravoso), poi ha deciso di cambiare lavoro e di aprire un bar.
Quest’anno il requisito di lavoratore gravoso (7 anni negli ultimi 10) lo aveva, il prossimo anno non lo avrà più perché gli risulteranno solo 6 anni di lavoro gravoso negli ultimi 10. Proprio per questo motivo l’Ape sociale non è rimandabile o differibile. Il riconoscimento del diritto vale solo e soltanto per l’anno in cui si è ricevuto e poi viene meno.
Non avendo presentato le dimissioni, quindi, lei ha perduto la possibilità di accedere all’Ape sociale nel 2023 senza sapere se avrà la stessa possibilità nel 2024. In ogni caso anche il prossimo anno, se la misura verrà prorogata, dovrà presentare dimissioni in forma cartacea solo dopo che l’Inps le avrà riconosciuto il beneficio.
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