Larissa Iapichino, largento europeo e il record tolto a mamma Fiona: Così sono diventata grande

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di Gaia Piccardi

Iapichino primato italiano indoor (6,97) a Istanbul 25 anni dopo il secondo posto con primato all’aperto (7,11) della madre all’Europeo di Budapest: Quando le ho telefonato ha urlato come una pazza: felice per me, l’importante che i risultati restino in famiglia

Si diventa grandi anche cos, restando in volo 90 centesimi di secondo per atterrare a 697 centimetri dall’asse di battuta. Dentro quel salto d’argento all’Europeo indoor, nuovo record italiano al chiuso, tutto il mondo di Larissa Iapichino: A 18 anni, eguagliando mamma a 6,91 metri, sono stata proiettata in un’altra dimensione. Dura da reggere. Ero tanto giovane, avevo bisogno di spazio per fare esperienza nell’atletica dei grandi. Anche le mie avversarie, le campionesse che ho battuto in Turchia, me l’avevano detto: tranquilla, Larissa, cos per tutte.

Ricorderemo il bellissimo salto di Istanbul in cima a una progressione assoluta come la pietra miliare nella carriera di questo talento cristallino, 21 anni a luglio, i geni buoni di mamma Fiona May (lungo) e babbo Gianni Iapichino (asta), che la allena. Molto cambiato nell’esistenza della studentessa di giurisprudenza a Firenze: andata a vivere da sola (sotto Gianni e la compagna Silvia, che le fa da manager), le si accoccolata l’atletica ai piedi, facendo le fusa.

Larissa, a Istanbul mi sono sentita cresciuta, ha detto.

Ho avuto la sensazione di essere cambiata, s. In pedana mi esploso qualcosa dentro: per la prima volta ho pensato solo a saltare e a divertirmi.

Prima, invece, dove viaggiava la testa?

Pensavo pi al giudizio degli altri e alle pressioni esterne che a me stessa: saltavo condizionata. Il gran lavoro con Marco, il mio mental coach, mi ha fatto ritrovare pian piano la vera Larissa, i miei salti, il mio sport.

Eppure Fiona, due ori mondiali e due argenti europei nel lungo, le aveva sconsigliato di seguire le sue orme.

Mamma contentissima: ha passato i primi dieci minuti della telefonata che le ho fatto dopo aver vinto l’argento a urlare come una pazza….

Urlava perch con la misura di 6,97 le ha tolto il primato italiano indoor?

Nooo, figuriamoci: non smette di ripetermi che i record sono fatti per essere battuti, sono le medaglie che restano. L’importante che rimanga tutto in famiglia! tanto felice per me.

Sar felice anche quando superer il 7,11 di mamma, primato all’aperto?

Eh, quello tanta roba. Stiamo parlando di una misura importante. Volere potere: il sogno c’.

Una stagione di assestamento prima del salto d’argento. Qual la pi grande qualit di pap Gianni come coach?

La curiosit, la voglia di mettersi in gioco e di giocare: con lui l’allenamento non mai noioso. Stiamo attenti a non mischiare i ruoli: al campo siamo tecnico e atleta, non padre e figlia. Ah, anche capace di infondermi una grande tranquillit anche se durante la gara agitatissimo.

Quali sono stati gli step del percorso fino a Istanbul?

Tutto parte dalla delusione scottante al Mondiale di Eugene dell’anno scorso: rimanere fuori dalla finale per pochi centimetri, dopo due nulli, il mio smacco pi grande fin qui. Il primo clic stato quello. Da l, pian piano ho trovato la mia via: il quinto posto all’Europeo di Monaco, lo stagionale in Liechtenstein, all’ultima gara della stagione, sono piccoli passi che mi hanno dato fiducia. Baby steps.

Quest’anno, quindi, ripartita con un altro animo.

A Sabadell ho saltato 6,70: non mi capitava da due anni. A Berlino sono arrivata seconda dietro la campionessa olimpica Mihambo, divertendomi un sacco: a me piacciono le gare in cui ci si scanna.

Correre un paio di volte i 60 metri (personale 7”47) rientra nell’ottica di privilegiare la velocit?

Una volta alla settimana mi alleno con il gruppo dell’ex sprinter Maurizio Checcucci, fiorentino come me. Cambiare aria mi fa bene.

Il suo salto, nel frattempo, come si trasformato?

Con il babbo abbiamo provato a staccare con l’altro piede, ma ci sono troppe cose a cui pensare: la destra funziona bene, non si cambia. Abbiamo reimpostato la rincorsa, e c’ voluto tempo per trovarla: ora sfrutto di pi la qualit di essere velocina, entro pi rapida ma in controllo. Ecco spiegato il salto di qualit. Il pre-avvio lo stesso: se parto da ferma sono meno agile. Forse un’interpretazione maschile del salto per su di me funziona. La fase aerea non cambiata.

Affrontati i fantasmi, si svegliata pi leggera?

Pi libera, s. Non sono pi una junior che ha fatto una misura assurda per la sua et. Sono grande, ormai.

Una dedica: a chi?

A nonno Winston, pap di mamma, che mancato da poco. Lascia un grande vuoto. Una mano, da lass, me l’ha data di certo lui.

7 marzo 2023 (modifica il 7 marzo 2023 | 07:04)

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