di Giovanni Viafora
La primo violino del pi importante teatro lirico del mondo, 34 anni, ha rotto i tab facendo anche l’influencer: Con le mie foto le ragazze si sentono pi libere. A 16 anni mangiavo una mela al giorno, sono finita in cura. Sala blocc Gergiev, ma io l’avrei fatto suonare
Tra i suoi nobili predecessore c’ Franco Fantini, che nel 1946 suon con il frac prestatogli da Toscanini. Ma oggi il primo violino della Scala lei: Laura Marzadori, 34 anni, bolognese, un’epifania su quel palco glorioso. Giovane, talentuosissima. E social: 120 mila follower sulla sua pagina Instagram, dove ci sono la musica, certo; ma anche la moda e la bellezza. Generosa, esibita. il mio diario, autentico — ci dice, seduta in uno degli studi del Teatro, prima di un concerto, e alla vigilia dell’apparizione a Sanremo (duetter con Lazza e Emma) —. Perch io mi racconto cos, a 360 gradi. Infatti con me tante ragazze hanno imparato a non vergognarsi. Mi scrivono: siamo pi libere.
Qui alla Scala questo suo lato da influencer come l’hanno preso?
All’inizio non stato capito.
Si dice che l’ex presidente della Fondazione fosse praticamente sotto choc.
Nomi non ne far, ma parliamo di critiche fini a s stesse. Ci sono mondi aperti; altri in cui raccontarsi ancora ingiustificabile, volgare. Ma negli ultimi tempi cambiato molto. In altre orchestre europee ci sono gi giovani con profili vivaci. C’ una fetta di pubblico che va a vedere i Berliner anche per quello….
Lei primo violino alla Scala da quando aveva 25 anni: un ruolo cos importante… Arrivavo dai concorsi solistici: altre tensioni. Qui se qualcosa non va ne rispondi in prima persona, anche se le colpe non sono tue. Non basta esibirsi bene, devi anche correggere gli altri, guidarli.
Come ha fatto a farsi seguire? I maligni dicono che nei primi tempi alcuni anziani le suonassero contro.
I primi mesi sono stati difficili. Ho capito che fare troppo controproducente. Devi essere trasparente. I miei colleghi volevano una figura di riferimento, anche umana. C’ stato un atto di fiducia.
Ha lavorato con direttori di altissimo livello. Qualche nome: Chailly.
C’ voluto un po’ perch ci trovassimo. Non che non ci fosse sintonia: forse non si aspettava di trovare in quel ruolo una ragazza cos giovane. Ma ora si aperto, c’ affetto.
Barenboim? Fu lui a volerla alla Scala.
Un genio.
Qualche anno fa c’ chi lo accus di essere un tiranno. cambiata la sensibilit nelle orchestre su questi temi o c’ un problema irrisolto?
Oggi bisogna stare attentissimi a tutto ci che si dice. Da una parte un bene, ma a volte c’ troppa ipocrisia. Le orchestre per vanno tenute in mano, anche se ho visto direttori dall’emotivit prorompente.
Tipo?
Chung. Molto diretto. Alla fine di un concerto lo raggiunsi nel camerino. Ripeteva “Qui non funziona niente”.
Gatti?
Un signore. Dopo una prova piangeva per la commozione.
mai stata diretta da una donna?
Raramente… Non ne ricordo i nomi.
La dice lunga…
Siamo ancora indietro.
In Italia c’ Beatrice Venezi.
Mai conosciuta. Quando nel 2021 and a Sanremo, si sofferm su un dettaglio: farsi chiamare direttore o direttrice. C’era il Covid, mi lasci perplessa.
Oggi Venezi consulente del ministro della Cultura.
Non sono prevenuta, vediamo cosa far.
Hai mai ricevuto molestie?
Mai. un tema delicato. Riuscire a capire una donna che ha provato una cosa simile impossibile; ma tirare fuori accuse a distanza di anni delicato. Uno si fa delle domande.
Lei ama i russi: Shostakovich. E Oistrach, che era di Odessa. La guerra quanto entrata nella sua vita?
Quest’anno hanno escluso tanti ragazzi russi dai concorsi: assurdo. Per altro tutto molto border line: anche altre nazioni hanno fatto guerre, ma i loro artisti non sono stati estromessi. La musica deve unire.
Alla Prima quest’anno il Godunov per si suonato.
E sono stata contenta.
Sarebbe stata contenta anche che venisse concesso a Gergiev di dirigere? Sala lo ferm.
Io invece non avrei avuto preclusioni. Anzi, nessunissima.
Andrebbe a suonare a Kiev alla fine del conflitto?
S. Ma se per questo anche a Mosca.
Ha scritto un libro: L’altra met delle note (Harper Collins). Un romanzo, dove c’ molto di lei: anche i suoi disturbi alimentari. Una scelta coraggiosa.
Avevo 16 anni, dopo la vittoria dei primi importanti concorsi mi trovai improvvisamente a suonare e viaggiare. Ma a quell’et il giudizio degli altri ha un peso diverso. Ero dimagrita tantissimo, c’erano giorni in cui mangiavo solo una mela. Pensavo di controllare tutto in modo maniacale. Invece ho cominciato a stare male.
Cosa l’ha salvata?
Che ho la fortuna di riconoscere subito i miei problemi. Un giorno chiamai mia madre e le dissi: non voglio pi andare avanti cos.
E lei?
Ero la prima figlia, non sapeva bene cosa fare. Decisi io di andare in un centro, ho visto situazioni terribili. stato un dramma. Ne sono uscita, ma c’ voluto del tempo. Una sera improvvisamente richiamai sempre mia madre e le dissi: “Voglio prendere del sushi e invitare qualche amico”. Da allora ricominciai a mangiare. Ma sono cose che ti segnano. Se hai avuto problemi con il cibo, questo non ti rester mai del tutto estraneo.
Da mesi si parla del caso delle ginnaste: ragazze soggiogate dai propri insegnanti in nome dei risultati.
Anche nella musica ci sono persone che sono disposte a sacrificarsi per l’arte. Ho esperienze vicine di musicisti che hanno sofferto, anche per colpa di insegnanti non giusti. E che non sono riusciti a dire loro di no.
Pu venire fuori quello che accaduto per la ginnastica?
S, purtroppo.
Lei credente?
Molto e non me ne vergogno, vado spesso anche a messa. Mentre i miei genitori sono atei: pap collezionista di giochi antichi per bambini (ha la pi importante collezione al mondo), mia madre fisica all’Enea.
La sua paura?
Un po’ stupida: di cadere dai palcoscenici alti.
Della moda cosa le piace?
Sono una persona molto creativa. Amo Herms. Non si vede? (sorride, indica due borse dietro alla sedia)
Le hanno detto che fa pubblicit.
Ho letto su di me cose al limite della diffamazione. Oggi i social sono anche marketing, che uno rimanga colpito assurdo.
vero che le foto gliele fa il suo ragazzo?
S. Musicista anche lui, una viola. La cosa ci diverte.
I meglio e i peggio vestiti.
Oddio. Tipo?.
Facciamo i politici.
Beh, Giorgia Meloni alla prima della Scala mi piaciuta tantissimo, proprio una grande eleganza: Armani, d’altronde. Ma politici con stile ce ne sono pochini in giro, diciamo….
Milano le piace?
La conosco poco. Abito fuori, in mezzo alla natura. Comunque non ci vivrei.
Dove si vede tra 5 anni?
Qui alla Scala.
7 febbraio 2023 (modifica il 7 febbraio 2023 | 16:05)
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