Oltre agli insegnanti della scuola dell’infanzia, dal 2022 anche i maestri della primaria, rientreranno tra i lavoratori usuranti. Misura confermata anche per il 2023. Restano fuori i docenti delle secondarie di I e II grado.
La Legge di Bilancio 2023 stabilisce che le disposizioni relative all’APE sociale sono valide per il 2023. Il termine per la sperimentazione dell’APE sociale è stato posticipato al 31 dicembre 2023.
Le lavoratrici che hanno presentato domanda di pensione opzione donna e che presentano domanda per l’APE sociale entro il 31 marzo 2023, possono comunicare l’eventuale rinuncia alla domanda di pensionamento opzione donna dopo aver ricevuto l’esito positivo dell’istruttoria.
Che cos’è l’Ape sociale
L’articolo 1, commi 179-186 della Legge di Bilancio 2017 stabilisce un’indennità erogata dall’INPS per soggetti che abbiano compiuto 63 anni, non titolari di pensione e in determinate condizioni previste dalla legge. Questa indennità, chiamata APE Sociale, è corrisposta fino al raggiungimento dell’età pensionabile o fino al conseguimento di una pensione anticipata.
La misura è sperimentale dal 1° maggio 2017 e la scadenza, a seguito di successivi interventi normativi, è stata prorogata al 31 dicembre 2023 con l’articolo 1, commi 91-93 della legge 30 dicembre 2021 n. 234.
A loro (come a tutti gli altri lavoratori usuranti) verrà corrisposto un assegno ponte sino al raggiungimento dei requisiti per la pensione piena (67 anni). L’anticipo pensionistico al massimo arriva a 1.500 euro lordi al mese (circa 1.150 netti) per 12 mensilità all’anno.
L’Ape sociale inizia il primo giorno del mese successivo alla domanda, a patto che tutti i requisiti previsti dalla legge siano soddisfatti e si sia smesso di lavorare. Viene erogato per 12 mensilità l’anno fino a quando non si raggiunge l’età pensionabile o si ottiene una pensione anticipata. Durante il godimento dell’indennità non spetta contribuzione figurativa. Il trattamento di Ape Sociale cessa in caso di decesso del titolare e non è reversibile ai superstiti.