Le nuove sanzioni anti Mosca: dall’embargo  al petrolio alle merci vietate nella Ue Draghi: tetto sul gas, siamo stati accontentati

di Francesca Basso

Il Consiglio europeo ha varato il sesto pacchetto di misure contro la Russia. Ma alcune di queste non entreranno in vigore da subito

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES L’embargo Ue sul petrolio russo è stato annunciato dalla presidente della Commissione il 4 maggio scorso insieme al sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina. Ci sono volute però settimane per mettere d’accordo i 27 Stati membri. L’embargo Ue sulle importazioni di petrolio russo via mare scatterà tra otto mesi e non a fine anno come era stato detto inizialmente. Alcune esenzioni speciali temporanee saranno concesse alla Repubblica Ceca per 18 mesi (sui prodotti petroliferi) e fino al 2024 per la Bulgaria. Non è indicato il termine invece della deroga per il greggio consegnato tramite oleodotti, ossia quello che scorre lungo la pipeline Druzhba di cui godono Ungheria, Slovacchia, Polonia e Germania.

Le esenzioni a Budapest&Co

Nelle conclusioni del summit Ue si legge che «il Consiglio europeo tornerà sulla questione dell’eccezione per il greggio consegnato tramite oleodotto il prima possibile». Senza però indicare una data. È una vittoria del premier ungherese Viktor Orbán che fin dall’inizio si è opposto all’embargo sul petrolio russo che Budapest riceve esclusivamente via oleodotto non avendo accesso al mare. I Paesi Ue che godono di questa eccezione continueranno ad acquistare il greggio russo, più economico, mentre gli altri non potranno farlo. Tali misure dovrebbero includere un divieto di riesportazione del petrolio russo in arrivo tramite oleodotto e di rivendita di prodotti raffinati dal greggio russo (deroga di 18 mesi per Praga).

Colpite tre banche e il patriarca Kirill

Il sesto pacchetto di sanzioni contiene, oltre all’embargo sul petrolio russo che arriva via mare, l’esclusione di tre banche russe tra cui Sberbank, il principale istituto bancario del Paese, dal sistema di pagamento internazionale Swift. Viene colpita anche la seconda banca della Bielorussia. C’è lo stop a tre emittenti tv russe e si allunga la black list (i testi legali sono in fase di definizione e solo allora si avrà la certezza): vengono aggiunte diverse personalità, tra cui il patriarca Kirill, leader della Chiesa ortodossa russa, e i militari responsabili delle atrocità compiute a Bucha e in altre aree del Paese. Le compagnie assicurative e le società di consulenza europee non potranno più offrire servizi per le società russe.

Da agosto stop al carbone

Le sanzioni messe in campo dall’Ue sono massicce. Il quinto pacchetto approvato l’8 aprile comprende il divieto, a partire da agosto 2022, di acquistare, importare o trasferire nell’Ue carbone e altri combustibili fossili solidi, se originari della Russia o esportati dalla Russia e il divieto di accesso ai porti dell’Ue alle navi registrate sotto la bandiera russa. Inoltre c’è il divieto alle imprese russe e bielorusse di trasporto su strada di trasportare merci nell’Ue. Viene allargato il divieto di esportazione a settori strategici come computer quantistici e semiconduttori avanzati, elettronica di alta gamma, software, macchinari sensibili. Divieto di import di legno, cemento, fertilizzanti, prodotti ittici e liquori. Si allunga la blak list.

Il tetto al gas: la partita ora è aperta

È un punto segnato per l’Italia nella partita che vede come obiettivo quello di introdurre un tetto al prezzo del gas che da ottobre ha iniziato un rincaro che sta penalizzando imprese e famiglie. Germania, Olanda e i Paesi nordici si sono sempre opposti. Roma ha ottenuto un’apertura al price cap all’interno delle conclusioni del summit. «Il Consiglio europeo invita la Commissione — si legge nel documento — ad esplorare anche con i nostri partner internazionali le modalità per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la possibilità di introdurre, ove opportuno, tetti temporanei ai prezzi delle importazioni». La partita è tutta in salita ma è un passo avanti. Il prossimo appuntamento è il summit di fine giugno.

Nove miliardi per la ricostruzione

L’Ucraina ha bisogno di liquidità immediata e per la ricostruzione. Il Fmi ha stimato che Kiev ha bisogno di 5 miliardi di dollari al mese da aprile a giugno per poter mantenere in piedi il Paese. L’Ue è pronta a concedere all’Ucraina una nuova assistenza macrofinanziaria fino a 9 miliardi di euro nel 2022. Il Consiglio europeo ha dato mandato alla Commissione di presentare una proposta. Resta da decidere come sarà composto il pacchetto: quante sovvenzioni e quanti prestiti. Le visioni divergono, per la Germania si dovrebbe puntare a sovvenzioni con accordi bilaterali perché Kiev non è in grado di ripagare gli aiuti. Per i Paesi con alto debito pubblico come Italia, Francia o Spagna la soluzione dovrebbe essere invece comunitaria.

1 giugno 2022 (modifica il 1 giugno 2022 | 00:21)

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