Le promesse irrealizzabili  si trasformano in boomerang

Caro direttore,
proporre nei programmi elettorali l’introduzione di una «flat tax» nel nostro sistema fiscale pone molti dubbi sulla sua applicabilità ed efficacia. Innanzitutto come sia possibile un pieno rispetto dell’articolo 51 della Costituzione, che prevede la progressività delle imposte in base al reddito. Se fosse poi un sistema così efficiente, non si comprende come mai sia utilizzato solo in poche nazioni nel mondo. Alla sua introduzione ci sarebbe un prevedibile notevole calo di entrate, che unito alla nostra ingente evasione ed elusione nazionale, ridurrebbe drasticamente le risorse e di conseguenza la qualità dei servizi pubblici (sanità, scuola, etc). Credo che le condizioni necessarie per l’applicazione di un tale tipo di sistema fiscale siano quelle di un Paese con una buona e costante crescita annuale e una bassa evasione, altrimenti rischia di creare insostenibili problemi di bilancio statale. Non mi sembra che tali condizioni caratterizzino da decenni la nostra Italia e quindi penso che la «flat tax» sia un grosso azzardo da non tentare.
Roberto Rinaldi

Caro signor Rinaldi,
Non sono un esperto di sistemi fiscali e mi riesce difficile valutare tutte le conseguenze della flat tax (una tassa con un’aliquota unica che si applica a tutti i redditi). Lei ha messo in fila già tantissime obiezioni che mi sembrano sensate. Penso che chi la propone replicherà che ci saranno correttivi per evitare che le persone con redditi milionari paghino la stessa percentuale di tasse dei lavoratori con redditi medio bassi. Ma è indubbio che nella semplificazione del messaggio elettorale ciò che resta è la promessa di far pagare molte meno tasse, con grandi benefici per chi ha redditi elevati. Intendiamoci, il carico fiscale in Italia è un problema reale da anni e sarebbe giusto affrontarlo in modo organico. Ma tutti i politici dovrebbero, è mia opinione, presentarsi agli elettori facendo un patto: quello di avanzare soltanto proposte realizzabili, serie e che non siano tutte all’insegna del motto «il debito cresca, cosa importa». Il Paese affronterà un autunno difficile, lo Stato dovrà trovare le risorse necessarie per combattere l’inflazione e sostenere lavoratori e famiglie più deboli. Soprattutto dovrà mettere in campo le misure necessarie a far crescere il Paese, perché senza crescita non c’è nulla da dividere e distribuire. E allora grande attenzione alle promesse e agli slogan, perché possono diventare un boomerang.

, 2022-08-08 05:23:00,

Caro direttore,
proporre nei programmi elettorali l’introduzione di una «flat tax» nel nostro sistema fiscale pone molti dubbi sulla sua applicabilità ed efficacia. Innanzitutto come sia possibile un pieno rispetto dell’articolo 51 della Costituzione, che prevede la progressività delle imposte in base al reddito. Se fosse poi un sistema così efficiente, non si comprende come mai sia utilizzato solo in poche nazioni nel mondo. Alla sua introduzione ci sarebbe un prevedibile notevole calo di entrate, che unito alla nostra ingente evasione ed elusione nazionale, ridurrebbe drasticamente le risorse e di conseguenza la qualità dei servizi pubblici (sanità, scuola, etc). Credo che le condizioni necessarie per l’applicazione di un tale tipo di sistema fiscale siano quelle di un Paese con una buona e costante crescita annuale e una bassa evasione, altrimenti rischia di creare insostenibili problemi di bilancio statale. Non mi sembra che tali condizioni caratterizzino da decenni la nostra Italia e quindi penso che la «flat tax» sia un grosso azzardo da non tentare.
Roberto Rinaldi

Caro signor Rinaldi,
Non sono un esperto di sistemi fiscali e mi riesce difficile valutare tutte le conseguenze della flat tax (una tassa con un’aliquota unica che si applica a tutti i redditi). Lei ha messo in fila già tantissime obiezioni che mi sembrano sensate. Penso che chi la propone replicherà che ci saranno correttivi per evitare che le persone con redditi milionari paghino la stessa percentuale di tasse dei lavoratori con redditi medio bassi. Ma è indubbio che nella semplificazione del messaggio elettorale ciò che resta è la promessa di far pagare molte meno tasse, con grandi benefici per chi ha redditi elevati. Intendiamoci, il carico fiscale in Italia è un problema reale da anni e sarebbe giusto affrontarlo in modo organico. Ma tutti i politici dovrebbero, è mia opinione, presentarsi agli elettori facendo un patto: quello di avanzare soltanto proposte realizzabili, serie e che non siano tutte all’insegna del motto «il debito cresca, cosa importa». Il Paese affronterà un autunno difficile, lo Stato dovrà trovare le risorse necessarie per combattere l’inflazione e sostenere lavoratori e famiglie più deboli. Soprattutto dovrà mettere in campo le misure necessarie a far crescere il Paese, perché senza crescita non c’è nulla da dividere e distribuire. E allora grande attenzione alle promesse e agli slogan, perché possono diventare un boomerang.

, Luciano Fontana

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version