Il matematico Piergiorgio Odifreddi, a La 7, ha rilasciato delle dichiarazioni significative sui dati OCSE riguardanti l’istruzione.
Odifreddi, con la sua abituale franchezza, ha affrontato tematiche cruciali come la disparità sociale nell’ambito dell’apprendimento, mettendo in luce una realtà complessa e sfaccettata.
Odifreddi sottolinea che, sebbene i dati OCSE mostrino differenze di genere nell’apprendimento, il vero problema risiede nella disparità sociale. “Non credo che ci sia una questione di genere, il problema grosso che risulta da questi dati è che c’è una grossa disparità nel ceto sociale”, afferma Odifreddi. Ciò pone in evidenza come l’accesso e la qualità dell’istruzione siano fortemente influenzati dallo status sociale degli studenti.
Il matematico osserva che, mentre si tende a concentrarsi sulle difficoltà delle ragazze in matematica, i dati mostrano che i ragazzi hanno problemi equivalenti nella comprensione della lettura.
Odifreddi, con un approccio critico e analitico, invita a considerare i dati in un contesto più ampio, notando che l’Italia si colloca in una “aurea mediocrità” a livello internazionale. Tuttavia, evidenzia che la vera criticità risiede nelle disparità interne al sistema educativo italiano, influenzate dal ceto sociale degli studenti.
Interessante è anche il riferimento storico alla riforma Gentile del 1923, che Odifreddi utilizza per illustrare come le divisioni sociali nell’educazione non siano un fenomeno nuovo, ma piuttosto una questione persistente e radicata nella storia del sistema scolastico italiano.
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