Le vittime della Marmolada e le storie di chi per miracolo si è salvato dal crollo del ghiacciaio

di Alfio Sciacca

Davide Carnielli è stato riconosciuto grazie a un piercing all’orecchio, Riccardo Franchin è vivo perché non era in cordata e ha potuto correre via, Alessandra De Camilli si è salvata anche se con varie fratture, mentre il suo compagno Tommaso non ce l’ha fatta

«Possiamo solo dire di aver ritrovato un figlio». Anche se erano appena usciti da un reparto di terapia intensiva ieri mattina Giovanna e Mauro, i genitori di Davide Carnielli, sembravano aver recuperato un brandello di serenità. La notte, però, era stata lunga. Non avevano chiuso occhio nella foresteria del centro della Protezione Civile di Canazei, dove per due giorni hanno condiviso la loro angoscia con quella degli altri familiari dei dispersi nella valanga di ghiaccio della Marmolada . Fino all’alba Giovanna e Mauro sono rimasti aggrappati alla foto sgranata di un foro di piercing nel lobo di un orecchio. Era la loro ultima speranza, arrivata quasi per caso a margine del dolorosissimo incontro di lunedì pomeriggio con il presidente del Consiglio Mario Draghi.

La foto mostrata da Zaia

Dopo le lacrime e le parole di conforto del premier, il governatore del Veneto Luca Zaia ha tirato fuori delle foto con particolari anatomici di un uomo, dal volto devastato, ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Treviso. «Guardate — ha detto Zaia, rivolto al gruppo di familiari — in ospedale c’è un ferito che nessuno riesce a identificare perché con sé non aveva documenti. Mi dicono che è straniero, non è che qualcuno di voi lo riconosce da questi particolari?». «Una procedura certamente anomala — ammette lo stesso Zaia —, ma non me ne importa, se può essere utile». E aveva ragione. Prima però ha acceso, e immediatamente spento, la speranza di un’altra famiglia. Sono state infatti due coppie di genitori a ritrovare qualcosa di familiare in quel misterioso ferito. Troppo poco per un’identificazione. Una delle due coppie ha chiesto di verificare se aveva anche dei nei sul piede, l’altra un piercing a metà dell’orecchio sinistro. «A quel punto — ricostruisce Zaia — mi sono fatto mandare altre foto. E tra i tanti particolari abbiamo visto che in effetti il ferito aveva all’orecchio un foro da piercing». Sul telefonino hanno provato ad ingrandire l’immagine e, seppur sgranato, era chiaro quel particolare. Non nel lobo, ma esattamente a metà dell’orecchio, dove Davide Carnielli aveva il piercing. Ma non bastava ancora per alimentare la speranza. È stato chiesto anche il gruppo sanguigno e si è scoperto che anche quello era lo stesso. Non rimaneva che l’identificazione diretta in ospedale.

Uno squarcio di speranza

Per tutta la notte Giovanna e Mauro sono stati combattuti tra angoscia e speranza. Fino a ieri mattina quando sono entrati in terapia intensiva e hanno avuto la conferma che quel ferito senza identità è il figlio ritrovato. «So che è stata infranta ogni regola — dice ancora Zaia—, ma mi sono detto: se io fossi un genitore e cerco un figlio e dall’altra parte c’è un ferito non identificato, perché non provarci? Perché non farglielo vedere? Se avessimo continuato con i protocolli non ne saremmo venuti fuori. Quando ho ingrandito la foto e ho visto il buco nell’orecchio mi sono venuti i brividi». Per il governatore del Veneto «la storia di questo ragazzo è uno squarcio di speranza in una vicenda dolorosissima. È ancora in prognosi riservata, ma è uno sportivo e ha una tempra fortissima. Ce la deve fare assolutamente, per la sua famiglia e per tutti noi». È lo stesso auspicio di Mauro Stenico, sindaco di Fornace, in provincia di Trento, dove Davide è consigliere comunale per la stessa lista civica. «È una persona splendida e anche per noi è un amico ritrovato». Il padre pensionato, la madre casalinga, ha due sorelle, Alessia e Valeria, e gestisce un negozio di ferramenta nella vicina Pergine. «Capisco la gioia dei genitori — afferma Stenico—, se per giorni ti dicono che tuo figlio è disperso e poi lo ritrovi, seppure in ospedale, è chiaro che hai già qualcosa a cui aggrapparti»

L’ingegnere che era slegato dalla cordata ed è riuscito a correre via

A lieto fine anche la storia dell’ingegner Riccardo Franchin, 27 anni.«Quando ho sentito il boato ho avuto il tempo di girare gli occhi e quella massa informe già ci veniva addosso. Ho preso a correre, poi sono caduto e sono svenuto». L’ingegnere 27enne Riccardo Franchin, anche se dovrà affrontare un lento percorso di recupero può sicuramente considerarsi «un miracolato». Dei i tre compagni di cordata due sono morti e uno risulta disperso. «In ospedale continua a chiedere degli amici» dice il padre Mario. «Pensa di essersi salvato perché in quel momento non era legato. Si stavano preparando per salire, erano ancora ai piedi del ghiacciaio». Il resto dipende dal caso. « È solo fortuna se quei blocchi di ghiaccio hanno colpito in pieno i compagni e lui sia stato solo sfiorato».

La coppia divisa: lei salva. lui morto

Più amara la storia di una coppia che partecipava alla cordata . Alessandra De Camilli, 51 anni, di Schio, ricoverata a Trento, si è salvata. È stata operata al ginocchio e ha altre fratture, ma non è in pericolo di vita. Purtroppo Tommaso Carollo, 48enne , di Zanè, è invece tra le vittime identificate. «Sabato — dicono gli amici — ci avevano mandato pure le foto del rifugio Capanna di ghiaccio». Carollo era un escursionista esperto, non improvvisava. «Pensare — ha detto la madre Marilisa Marcante a L’Aren a — che giorni fa mi aveva detto che luglio non è il mese adatto per andare sui ghiacciai, per il caldo. Non capisco perché ci sia andato… è una cosa che mi tormenta». Nella serata di martedì, Alessandra ha dato l’addio al compagno con un post su Facebook e una foto che li ritrae sorridenti e innamorati in vetta: «Ti amo Tommaso. Sempre e per sempre». Seguito, poco dopo, da un altro messaggio: «Sto malissimo ma sono viva. Grazie di essermi vicini».

6 luglio 2022 (modifica il 6 luglio 2022 | 11:06)

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, 2022-07-06 12:10:00, Davide Carnielli è stato riconosciuto grazie a un piercing all’orecchio, Riccardo Franchin è vivo perché non era in cordata e ha potuto correre via, Alessandra De Camilli si è salvata anche se con varie fratture, mentre il suo compagno Tommaso non ce l’ha fatta, Alfio Sciacca

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