Le Wags all’Alta Corte: Rebekah e Coleen, mogli dei calciatori Vardy e Rooney, una contro l’altra in tribunale

È un caso dalle cifre astronomiche – circa 1,5 milioni di sterline a testa i costi — che scoppia alcuni anni fa, quando Rooney, moglie di Wayne, rivelò sui social di aver scoperto che era Vardy a passare ai giornali informazioni confidenziali

LONDRA – Chi si alza e se ne va offesa perché non è d’accordo con ciò che viene detto in aula, chi non si presenta affatto ed è costretta a scusarsi attraverso il suo avvocato.

Dopo sette giorni di udienze si è conclusa la causa dell’Alta Corte di Londra che rappresenta uno dei procedimenti legali più insoliti mai disputati nel Regno Unito. Dagli abiti delle due protagoniste alle loro pettinature, dalle accuse reciproche alle espressioni dei mariti calciatori: ogni particolare scrutato e commentato dai tabloid (e non solo) per un pubblico goloso di dettagli e incuriosito da uno stile di vita fatto di pettegolezzi e divismi.

Rebekah Vardy e Coleen Rooney , due mogli di calciatori schierate una contro l’altra in una causa per diffamazione costruita su messaggi affidati ai social. Da una parte, a sentire gli avvocati, «una testimone altamente inaffidabile», le cui parole «vanno prese con molta cautela» (Vardy). Dall’altra una donna che per chiara fama è diventata la first lady del football (Rooney): due Wags, acronimo che sta per wives and girlfriends, mogli e fidanzate, un gruppo identificato per la prima volta durante i mondiali del 1996, quando della tribù facevano parte la Spice Girl Victoria Adams, compagna di David Beckham, e Sheryl Gascoigne, moglie di Gazza.

È un caso dalle cifre astronomiche – circa 1,5 milioni di sterline a testa i costi — le cui origini risalgono ad alcuni anni fa, quando Rooney, moglie di Wayne, astro della nazionale inglese e del Manchester United, rivelò sui social di aver scoperto chi era la falsa amica che continuava a passare informazioni confidenziali ai giornali. La colpevole era lei, Rebekah Vardy, moglie di Jamie, calciatore dai piedi d’oro con una moglie chiaramente incapace di rispettare la privacy altrui.

Un j’accuse inappellabile — Rooney aveva dato alle sue conoscenti informazioni diverse per individuare la fonte degli articoli sulla stampa, tecnica simile a quella utilizzata in un giallo di Agatha Christie — che ha avuto un effetto profondo sull’esistenza di Vardy: nessuno le ha più detto nulla. La sua immagine è stata per sempre alterata. La giudice preposta al caso aveva incoraggiato le due parti a trovare un accordo. La causa, aveva sottolineato, sarebbe stata costosissima e praticamente inutile: qual era, dopottutto, il torto che andava corretto? Rooney si era rifiutata di scusarsi e Vardy non aveva voluto sentire ragioni: eccole così in tribunale, costrette a spiegare dettagli intimi e interrogate su sms e WhatsApp pieni di termini poco raffinati.

Avendo sentito accusa e difesa la giudice si è ritirata per studiare un caso che ha molte parole e poca sostanza. Farà sapere la sua decisione nei prossimi giorni. Il pubblico però sembra aver già deciso e Vardy, che con la causa voleva ripristinare la sua reputazione, avrebbe ora deciso di trasferirsi all’estero con il marito e la famiglia. Così almeno scrive il Sun, ma non è vero, sostiene Rebekah. Non ha nessuna intenzione di andarsene.

19 maggio 2022 (modifica il 19 maggio 2022 | 21:22)

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, 2022-05-19 19:33:00, È un caso dalle cifre astronomiche – circa 1,5 milioni di sterline a testa i costi — che scoppia alcuni anni fa, quando Rooney, moglie di Wayne, rivelò sui social di aver scoperto che era Vardy a passare ai giornali informazioni confidenziali , Paola De Carolis

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